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Il salto nel vuoto


Inutile fare lagne disfattiste e deprimenti.
Inutile recriminare scaldando le emozioni nell'eccitazione della caccia all'untore.
Un concetto molto cattolico quello del colpevole ed utile a liberare le coscienze.
Non che non vi siano colpevoli: ce ne sono anche troppi ... appunto. Il mare è pieno di pesci.
Una volta o l'altra bisognerà gettare le reti, a maglie strette o larghe, come si vuole, purché si prenda qualcosa.
 La civiltà, l'etica, il costume, la politica, l'economia: non si capisce quale sia e dove sia il limite.
Non abbiamo mica più bisogno di mistificare mire meschine dietro nobili ideali: perseguire il successo personale è un diritto e chi è furbo ci riesce, chi non ci riesce è invidioso.
Il bene comune è una favola dei comunisti, ma il comunismo, si sa, non esiste più da tempo.
La solidarietà è una trappola per gli ingenui, destinati ad essere manipolati dai furbi.
Certo siamo nati in un mondo strano: da questa parte del mondo si butta via il cibo, ma si muore di anoressia, da questa parte del mondo si può comunicare con entità virtuali, ma meno coi vicini di casa, da questa parte del mondo si diventa adulti a trent'anni, quando va bene, se va bene.
Da questa parte del mondo ciascuno si sente onnipotente ed impotente, comunque non responsabile di nulla di tutto ciò che accade. Si continua a distruggere mentre nessuno sa come, né cosa costruire.
Ciascuno è intrappolato in una macchina che non può controllare, né sa dove vada: i cosiddetti potenti più degli altri.
Fermate la giostra: voglio scendere, mi dà il capogiro.

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