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Carceri italiane: trattamento inumano e degradante

In qualche modo Pannella è riuscito ad avere  ragione: oggi gli organi di stampa hanno dato tutti notizia della condanna dello stato italiano da parte della Corte Europea per i diritti umani a causa della situazione carceraria nazionale.
La condanna è riferita al ricorso di 7 detenuti delle carceri di Busto Arsizio e Piacenza per una condizione di sovraffollamento tale da rendere la disponibilità di spazio individuale inferiore ai tre metri quadrati.
Tre di questi  detenuti sono stati assistiti dal comitato radicale per la giustizia "Piero Calamandrei".
Intanto Pannella continua lo sciopero della fame, ma non della sete.
La Corte di Strasburgo ha condannato l'Italia al pagamento di un risarcimento di 100.000 euro ai  detenuti ed ha sollecitato la stato italiano a risolvere il problema del sovraffollamento che risulta essere  cronico e strutturale nel nostro paese.
Arrivano   sull'argomento le considerazioni (e le contrizioni) del presidente Napolitano, il quale  ritiene la condanna della corte Europea "un grave richiamo"  ed "una mortificante conferma" della incapacità dello stato italiano ad affrontare il problema.
Napolitano si rammarica che non si sia riusciti a legiferare sull'argomento prima della fine dell'attuale legislatura e naturalmente auspica che la tematica riesca ad essere inserita nei programmi politici delle forze che andranno al governo.
In effetti non è la prima condanna che viene inflitta all'Italia dalla Corte Europea: nel 2009 vi era stata una sentenza analoga che riguardava un detenuto nel carcere di Rebibbia a Roma.
Ora l'Europa chiede all'Italia di trovare soluzione nel giro di un anno ed anche di fornirsi di organi interni alla nazione che possano ricevere i ricorsi: infatti sono circa 550 i ricorsi attualmente ricevuti dalla Corte da parte di detenuti che sostengono di essere alloggiati in celle dove non dispongono di tre metri quadrati di spazio.

Commenti

  1. Lo scorso anno dopo sette notti di appostamento sono riuscito a fare cogliere in flagrante un tossico che rubava gli infissi in alluminio di un immobile di mia proprietà per rivendere il metallo. Processato per direttissima e condannato a 1 anno e due mesi non ha scontato nemmeno un giorno perchè in Italia per finire in cella bisogna accumulare almeno 24 mesi di condanne. Se poi una volta maturato il limite minimo per scontare la pena dovrà anche andare a stare meglio di come io stia a casa mia....avrei fatto meglio a non chiamare la Polizia e a riempirlo di botte al buio e senza farmi riconoscere! ma avete visto qualche puntata di loock-up su DMax o Class Tv la sera tardi? Quello si che è vero carcere duro!! Povera Italia.....

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  2. Speriamo che il tossico sia riuscito ad inserirsi in un percorso terapeutico di comunità, così non avrà più necessità di rubare ... Credo di poter comprendere il tuo disappunto e la rabbia: anche a me è capitato di essere derubata in casa, il che è peggio ... ma io credo che il carcere non debba rappresentare solo una punizione (e se anche così fosse, non si possono infliggere condizioni di vita degradanti) ma soprattutto una opportunità di ripensamento e di recupero per la futura integrazione sociale ... Ciao e grazie di avere espresso la tua opinione ...

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