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Juncker: la promessa dell'Europa



Oggi è ormai chiaro a tutti quelli che conservano un minimo di onestà intellettuale che le ideologie comuniste e liberiste sono in buona parte storicamente superate come utopie cui tendere realmente nella azione politica, sociale ed economica. 
È  praticamente impossibile domare la realtà in questo genere di circonferenze teoriche, che peraltro hanno abbondantemente dimostrato i propri limiti e le proprie debolezze.
Ma, come sempre accade, dal passato si può apprendere molto: basta riuscire ad elaborare l'esperienza. 
Le istanze umane che queste teorie hanno cercato di interpretare continuano infatti ad esistere, più che mai attuali in tempi di crisi. 
Continua ad esistere urgente l'esigenza di una maggiore giustizia sociale capace di garantire la dignità ed i diritti della persona umana.

Il presidente dell'eurogruppo Claude Juncker di certo non è un comunista: ha una personale storia politica che lo colloca in un'area centrista cristiana e democratica  e  quindi può permettersi il lusso di citare Marx per dire che: "bisogna guardare alla dimensione sociale dell'Europa" e che insistere soltanto con le politiche di austerità, perdendo di vista le realtà sociali conduce alla perdita di "credibilità ed approvazione della classe operaia "
In effetti Marx è stato un grande nella storia della filosofia e le sue analisi  economiche sono indiscutibilmente geniali. Non è una bestemmia. Un grande patrimonio di pensiero può essere utilizzato in tutte quelle parti che alla verifica dei  fatti si sono rivelate utili per comprendere ed intervenire sulla realtà.  
L'Europa con l'unione monetaria aveva promesso una maggiore equità, ma fino ad oggi la disoccupazione aumenta sempre di più, come la precarietà del lavoro e la diseguaglianza sociale.
Oggi poi non è neanche esaustivo parlare di classe operaia: chi ha un lavoro stabile e regolare con contributi pensionistici è già fortunato nel mondo della precarietà, della disoccupazione, sottoccupazione e via elencando. 
Juncker ha ragione in questo: non è possibile continuare ad imporre sacrifici e seminare fame e povertà, non è possibile continuare a negare spazio alla nuova generazione, lasciandola a vegetare e marcire senza consentirle partecipazione sociale e condivisione di responsabilità, in una parola senza lavoro, non è possibile continuare a far questo per lungo tempo conservando fiducia e consenso ... 
qualcuno prima  o poi potrebbe sentirsi raggirato ...

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