Dio e la matematica
Stanca di star dietro alle beghe di simboli, liste, partiti e partitini, stamani ho deciso di parlare di qualcosa di veramente grande ....
La Repubblica trasmette notizia del lavoro del signor Harvey Friedman, che in un'opera recente (del 25 dicembre scorso) intitolato: "Una dimostrazione divina della consistenza della matematica", prova a fornire una dimostrazione matematica dell'esistenza di Dio, lavorando su un concetto matematico di "consistenza" che in qualche modo intuitivamente è contenuto nella famosa "prova ontologica" di Sant'Anselmo D'Aosta.
Tutto cambia perché nulla cambi, viene da dire: ma pur senza capire molto di matematica, bisogna innegabilmente riconoscere che la matematica è tutta e solo nella nostra mente ... e le realtà interiori non solo possono, ma devono essere tenute distinte dalla realtà esterna (pena la psicotizzazione dei nostri processi mentali).
Probabilmente la cosa più complessa è sviscerare sul piano filosofico la interrelazione tra ciò che è dentro e ciò che è fuori.
Se la logica è una funzione di adattamento alla realtà non possiamo sostenere l'imperfezione della realtà, bensì della logica stessa, quale strumento di decodifica, direi ...
La realtà è solo realtà ed è indipendente dalle valutazioni, connotazioni ed interpretazioni che ciascuno di noi vuole darne, salvo che non si parli di realtà sociali e di relazioni interne ai gruppi di individui.
La
matematica, in quanto espressione per eccellenza di pura logica, non sembra
trovare facili collegamenti con l’idea di soprannaturale e con i concetti religiosi della divinità, essendo questi considerati invece aree misteriose e, per lo più, inconoscibili.
In effetti
le correlazioni non sono individuabili sul piano logico e pertanto voglio suggerire legami ed affinità che
risaltano invece evidenti ad un livello pre-logico o ana-logico.
Intanto,
benché la matematica sia per sua definizione una costruzione mentale della
logica umana, pretende di possedere una indiscutibile oggettività: “la matematica non è una opinione” come
tutti sanno, dunque la matematica dice di esistere oggettivamente, come, di
fatto, si presume di enti soprannaturali.
La matematica si fonda su assiomi e
postulati, come le religioni si fondano sui dogmi e verità rivelate.
La
matematica è perfetta come l’ente soprannaturale supremo.
Le verità matematiche
sono immutabili ed eterne (l’eterno, peraltro non è che l’infinito nel tempo),
non soggette alla casualità del mondo reale.
Ciò che straordinariamente si nota
è come molte attribuzioni delle nostre funzioni logiche e del nostro pensiero
formale ed astratto combacino interamente con quelle che vengono considerate le
caratteristiche di una suprema entità soprannaturale.
In matematica le serie
numeriche sono infinite come infinita è l’estensione delle rette.
I concetti di
limite ed infinito sono pressoché onnipresenti
in matematica.
Sarà che la matematica deriva da Dio? O viceversa? O non sarà che entrambi sono frutto della capacità di elaborazione delle umane menti?
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