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Cosa pensa Bersani?


Quello che pensa Grillo non è difficile saperlo: il leader politico recita a soggetto e la butta fuori come gli esce, caricandola un po' per renderla più efficace e colpire il pubblico con l'affondo, salvo poi  buttarne fuori un'altra (che non necessariamente avrà obbligo di coerenza con la precedente).

Cosa pensa Bersani, invece, attaccato da tutti (dentro e fuori) e tuttavia risultato vincitore alle primarie ed anche alle politiche  (la sua famosa vittoria dimezzata dall'attuale legge elettorale)?
La sua diplomazia con Ingroia, che non lo ha appoggiato, la sua diplomazia con Monti, di cui ha pur subito diversi attacchi duri (dopo averne sostenuto il governo) la sua diplomazia con Grillo, che sembra non rendersi disponibile al confronto politico, ma in compenso non disdegna l'attacco personale: il morto che parla, la mummia Bersani ... una mummia molto paziente (gli va riconosciuto) con tutti.

Avrà abbastanza immaginazione Bersani per formulare nella sua mente epiteti per i suoi amici e nemici?
Avrà ancora sangue nelle vene che possa rimescolarsi per la rabbia?
Cosa sta cercando di fare? Non sarebbe più facile andare via, come gli suggerisce Grillo?

NON ABBANDONO LA NAVE

Tutti lo sappiamo: uno può decidere di rompere una amicizia, ma non può farlo se l'amico è in difficoltà, si può divorziare, ma non se il coniuge è seriamente malato, si può cambiare mestiere, ma non in una situazione di emergenza.
Insomma Bersani non può andarsene ora e tra l'altro se lo facesse darebbe un segnale grave di debolezza non solo personale, ma della forza politica che rappresenta e di certo il PD non può permettersi questo, non ora.
Cosa cerca di fare Bersani? Sembra che lui stia cercando di REGGERE alla tempesta, riuscire a rassicurare e disciplinare l'equipaggio nel panico e venirne a capo.
Su di un piano ideale il concetto di "reggere" è diverso da quello di "subire" e la differenza è apprezzabile nella posizione mentale e/o reale cosiddetta "one up" nel reggere e "one down" nel subire, ma anche nel tipo di risposte che di volta in volta vengono, per così dire, somministrate ai diversi interlocutori e solitamente calibrate in rapporto ad essi.

Ora la base del M5S non è sfavorevole ad una intesa con il PD, né ad una stabilizzazione dell'Italia sul piano internazionale: è un movimento forte come un adolescente già cresciuto fisicamente, che ha bisogno di fare un solo piccolo ulteriore passaggio per diventare adulto: assumersi le sue responsabilità.
Non basta avere gambe robuste per camminare: bisogna sapere dove si vuole andare.

Berlusconi non può essere coinvolto nel governo: il suo tipo di gestione non è accettabile né dentro né fuori della nazione, né gli si può lasciar comprare l'Italia (con i soldi degli italiani, poi ...).
A meno di non voler affondare del tutto la nazione non vi sono tante alternative: un lucido esame di realtà sarebbe il primo passo.
Ammesso che si nutra antipatia reciproca, se siamo nella palude o ci aiutiamo a vicenda o periremo tutti ...
tanto vale farsene una ragione.

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