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L'allarme di Bagnasco contro i gay: "L'Italia non segua le orme ..."



Ieri è stata data notizia dell'approvazione in Francia dell'articolo 1 della legge che legalizzerà le unioni omosessuali e puntualmente oggi giunge la condanna di Bagnasco che ci vede "vicini al baratro".
Il presidente della conferenza episcopale italiana raccomanda all'Italia di non "seguire le orme" della Francia, perché se l'uomo vuole "fare se stesso" allora siamo prossimi all'abisso.

Colpisce la forza di queste parole di condanna: nessuno ne ha mai udite di simili in altre circostanze.
Secondo il cardinale la famiglia è un nucleo naturale da difendere: la stragrande maggioranza degli abusi sessuali e dei maltrattamenti all'infanzia avvengono in famiglia, la maggiore quantità di abusi e maltrattamenti contro le donne avvengono in famiglia. Non si è schierata la chiesa su questo se non per le parole del sacerdote don Corsi, assurto all'onore delle cronache per l'esplicita solidarietà espressa agli aguzzini.

Molti casi di abusi su minori di natura etero ed omosessuale hanno visto e vedono nel ruolo di abusanti (con l'aggravante dell'ascendente esercitato sulle vittime presso le quali godevano di prestigio ed autorità) proprio esponenti della chiesa, sacerdoti ... mai si è parlato di baratro: eppure molti di quelli che il DSM IV classifica come "disturbi della identità di genere" non sono determinati dalla natura (i casi di ermafroditismo genitale sono davvero limitati) ma dalla cultura, ovvero dalla propensione istintuale e dalla scelta consapevole che ciascun individuo opera tra i modelli (prevalentemente culturali e relazionali sperimentati) di ciò che è femminile o maschile.
Questo comporta che è prevalentemente proprio la famiglia con la sua struttura di rapporti e con i suoi equilibri e condizionare l'identificazione ad un determinato modello, piuttosto che un altro. Se qualcuno ritiene che questo sia un baratro è bene che prenda atto della realtà che il baratro è stato pazientemente scavato dalla famiglia in secoli e millenni di cultura patriarcale e repressiva, perpetrata con l'avvallo di tutte le principali religioni monoteiste.
Ora tutti sappiamo che la omosessualità esiste, è sempre esistita e nessuno è obbligato a condividere la scelta omosessuale, ma condividere è cosa diversa dal riconoscere ...
Lo stato riconosce, né potrebbe essere diversamente.
La Chiesa, che pure tollera e non poco, invece non vuole riconoscere: bene, ma chi ha detto che gli omosessuali vogliono sposarsi in chiesa? Avere il diritto di assistere il/la compagno/a malato o di condividere quanto acquisito nel corso di una lunga convivenza ed altro ancora sono diritti civili, non c'entrano con la religione!

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