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Patologie croniche della età evolutiva: necessità di presa in carico dei genitori


Il corso della nostra vita è segnato da alcuni eventi fondamentali capaci di dare una svolta alla nostra esistenza e di ridefinire la nostra percezione di noi stessi e della nostra identità.
Uno di questi eventi cruciali  è la nascita di un figlio.
Cosa rappresenta un figlio nella nostra vita?
La genitorialità è qualcosa di molto complesso a partire dalle fantasie  che precedono la nascita di un bambino e quindi la sua accoglienza, la sua accettazione, l'accompagnamento alla crescita.
Ciascuno di noi per desiderare un figlio intanto deve essere dotato di una sufficiente misura di fiducia in se stesso, nelle proprie capacità e nel mondo che ci circonda: è ovvio che una gravidanza può accadere anche per caso, non essere proprio desiderata, ma per il momento almeno, questa condizione non verrà considerata. Prendiamo in esame il caso, invece, di una coppia che abbia desiderato e poi atteso il bambino. Normalmente questo bambino comincia ad esistere prima di venire alla luce e non solo nel ventre materno, ma anche e soprattutto in uno spazio mentale che gli viene dedicato dai genitori.

In questo spazio coesistono fantasie, desideri, timori ed angosce, che in genere rispecchiano alcune caratteristiche della personalità e della storia delle figure genitoriali. In generale, comunque, l'attesa è connotata da un segno positivo: la nascita è il trionfo della vita e della gioia per tutti. Gli investimenti affettivi di vario genere che i genitori compiono sul nascituro dipendono naturalmente dalla struttura del carattere e dalla esperienza vissuta nella propria famiglia di origine, ma indubbiamente alcuni aspetti accomunano un pò tutti i vissuti di questa fase del ciclo vitale degli individui. Il figlio inizialmente è percepito, e di fatto è per la madre, come "parte di sé" o, nei casi migliori, quando esiste un rapporto di buon affiatamento e partecipazione nella coppia, come parte della coppia e poi della famiglia: l'aspettativa dei genitori è di crescita ed evoluzione migliorativa, con un figlio si diventa qualcosa di più. Tutti i genitori investono in un figlio la propria aspettativa per il futuro: il figlio è colui che andrà oltre i loro limiti ...

Cosa accade quando nasce un bambino malato?
Cosa accade se il figlio non può andare oltre, ma neanche al passo?
Sotto il profilo della crescita individuale e familiare si tratta di un evento traumatico estremamente difficile da elaborare: scattano meccanismi di difesa primitivi e massicci come la negazione, poi la proiezione del proprio malessere all'esterno con innesco di dinamiche conflittuali rispetto alle diverse figure istituzionali di supporto, poi l'accanimento, spesso sotteso da una profonda inaccettazione.
Difficile da tollerare è la ferita narcisistica: il non sentirsi buoni, adeguati e capaci come genitori, un malessere che colma il calice e comincia a sgocciolare intorno. E cosa accade al bambino in queste dinamiche di relazione che gioco forza ne rispecchiano la patologia?
Occorrono risorse personali notevoli per far fronte a tutto questo da soli e sono veramente pochi i genitori che possono riuscirci, ma anche per i migliori la cosa risulta faticosa mentalmente, emotivamente e fisicamente. Abbastanza frequenti perfino le separazioni familiari, quando il malessere non trova spazio all'interno della coppia per essere elaborato.
In realtà il primo aiuto che si può offrire ad un bambino con una patologia cronica ed invalidante passa proprio attraverso i suoi genitori: la presa in carico del nucleo familiare è centrale per il contenimento dell'ansia, dei vissuti di inadeguatezza, per supportare una lettura realistica della situazione ed imboccare quella strada che, attraverso la elaborazione del lutto del bambino fantasticato, conduce all'accoglimento del bambino reale.
Molti problemi che si protraggono a lungo nella vita di queste famiglie e di questi bambini potrebbero essere in buona parte superati con forme di supporto alle famiglie che oltretutto sul piano comunicativo corrispondono ad un messaggio di solidarietà e di accettazione sociale.

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