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Codice di comportamento nelle amministrazioni pubbliche



Oggi il consiglio dei ministri ha approvato le misure volte a garantire il rispetto da parte dei dipendenti pubblici di un codice disciplinare, la cui trasgressione può comportare sanzioni che giungono fino al licenziamento.
I punti salienti del provvedimento riguardano:
1 - l'utilizzo di mezzi di trasporto e linee telefoniche la cui fruizione deve essere limitata a motivi inerenti il servizio e le mansioni svolte.
2 - il divieto di accettare (ed ancor meno di chiedere) doni il cui valore superi i 150 euro, ma (sembra di intendere, anche al di sotto di tale valore) i doni eventualmente ricevuti andranno messi a disposizione della amministrazione per usi istituzionali.
3 - il divieto di prendere decisioni inerenti il proprio ruolo professionale e/o le proprie mansioni quando si creino condizioni di conflitto di interessi in seguito a pressioni politiche, sindacali o di superiori nella scala gerarchica.
4 - obbligo di comunicare alla amministrazione la propria appartenenza ad associazioni e strutture organizzate che possano in qualche modo interferire con le mansioni svolte. Questa norma non vale per l'appartenenza a partiti politici e sindacati.

Sono passate tutte le norme che garantiscono la sanzione in caso di illeciti:

 " ... in relazione alla gravità della violazione o alla recidiva nella commissione degli stessi, possono comportare l'applicazione della sanzione del licenziamento con preavviso"

Il provvedimento è stato approvato su proposta del ministro per la funzione pubblica, Patroni Griffi, in applicazione della legge anticorruzione (n. 190/2012) ma l'approvazione della parte di provvedimento relativa alle incompatibilità ed inconferibilità degli incarichi risulta al momento rinviata.



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