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Donne che amano troppo. Punto terzo: la storia d'amore.



Domani è la cosiddetta "festa della donna", la fioritura delle mimose ...
la primavera è infatti proprio la stagione della fioritura e degli amori, per tutti, anche per le donne.
L'aria diventa tiepida e limpida, i profumi inebrianti: non c'è nulla che non fiorisca, anche la pianticina bruciata dal gelo dell'inverno e deturpata dalla grandine, riesce a lucidare le sue foglie con un verde brillante e luminoso e protegge lo schiudersi delle sue corolle colorate.
Anche il fiore nascosto sotto una vegetazione lussureggiante emana quel suo particolare profumo solo per chi  è dotato della sensibilità adatta a percepirlo.

Una sensibilità così specifica e sviluppata esiste in natura solo nei giochi di accoppiamento e nel fiuto dei predatori, che cacciano le loro vittime per nutrirsene.
La specie umana, dicono, sia superiore: molti aspetti corporei diventano prevalentemente psichici e viceversa.

I nostri predatori non cacciano per sfamarsi, ma lo fanno spesso per nutrire il proprio ego, stabilendo relazioni nel cui ambito possono esercitare un potere assoluto: ciò li fa sentire migliori ed importanti ed attraverso questo tipo di rapporti scaricano rabbie, frustrazioni, insoddisfazioni e riescono a credersi superiori ...
Questo genere di dinamica mentale, vale a dire cercare la propria autoaffermazione prevalendo su altri fino a dominarli è in qualche misura presente in quasi tutti i rapporti umani ed è una di quelle spinte emozionali che stanno alla base della cosiddetta "fisiologica" competitività nei diversi gruppi sociali.

Invero è poco frequente incontrare persone che siano capaci di soddisfare le proprie istanze narcisistiche esclusivamente in modo costruttivo (dimostrando di essere migliori per ciò che sanno fare) in quanto questa è la modalità più impegnativa e richiede capacità reali, mentre è assai meno faticoso, né richiede grandi capacità, limitarsi a sopraffare gli altri  (dimostrando che gli altri sono peggiori) attraverso la svalutazione, l'esclusione ed infine, in mancanza di altri argomenti, anche la prevaricazione fisica.
Ovviamente in questa, come in ogni altra cosa, è questione di misura: un pizzico riesce anche stimolante nelle interazioni sociali, già solo un pò di più disgusta e l'eccesso è letale.

Una donna che finisce per ritrovarsi in una relazione difficile e violenta, come abbiamo rilevato altrove, è una persona che non crede in se stessa: può darsi che abbia paura degli uomini e, per sentirsi rassicurata, ne cerca uno da proteggere e salvare, può darsi che voglia liberarsi da rapporti familiari opprimenti, ma si rifugia nell'unico tipo di relazione che conosce,  ovvero la dipendenza.
Conservare la relazione "ad ogni costo" come se da questo dipendesse tutta la propria esistenza, perché è tutto ciò che si è riusciti a costruire ed in cui si è posto tutto il proprio valore di persona è la condizione che consente il perpetuarsi di situazioni impossibili.

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