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Il rammarico del presidente Napolitano




Un messaggio chiaro, composto, ma grave, quello che trasmette oggi il presidente della repubblica, Giorgio Napolitano. 
I parlamentari del PDL hanno inscenato ieri la loro protesta contro la magistratura: tutti al palazzo di giustizia di Milano, fuori dall'aula dove si celebra il processo Ruby.
Una rottura senza precedenti tra le istituzioni politiche ed il potere giudiziario. 
Questa mattina il presidente ha ricevuto, su loro richiesta, il segretario e gli esponenti dei gruppi parlamentari PDL, Angelino Alfano, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri.
In merito a questo incontro viene trasmessa dal Quirinale una nota ufficiale nella quale si legge fra l'altro:

"(...) perché non appaia messa in questione (...) l'autonomia e l'indipendenza della magistratura, ha auspicato un immediato cambiamento del clima venutosi a creare (...)"

Giorgio Napolitano, secondo una nota comunicata dal Quirinale, ha poi invitato il comitato di presidenza del CSM per questo pomeriggio alle 18,00 presso il proprio studio.

Piovono intanto le condanne del PD e le ironie di Grillo sulla manifestazione dei parlamentari pidiellini.
Bersani parla di "una ferita gravissima al tessuto costituzionale e democratico", mentre Grillo sul suo blog invita Berlusconi a farsi condannare per poi "darsi alla latitanza" in modo da curare tanto la propria uveite che "l'orchite degli italiani".

I parlamentari del PDL viceversa motivano la propria manifestazione adducendo la "persecutorietà" dell'operato della magistratura nei riguardi di Berlusconi e considerano immotivata la richiesta dei giudici di Napoli, che sostanzialmente comporterebbe una abbreviazione dei tempi processuali, evitando il rischio di prescrizione.
Il PDL ritiene si tratti di un attacco politico, mirato ad interferire con le prossime scelte politiche ed istituzionali del paese.

In questo quadro politico istituzionale il presidente della repubblica esprime il proprio rammarico, richiama tutti alla responsabilità e si riserva di manifestare in un secondo momento ed in forma più estesa le proprie valutazioni. 

Napolitano, nella delicatezza di questa transizione, è il tutore del regime democratico: se verranno confermate le accuse di compravendita dei senatori, mirate a far cadere il governo Prodi dovremo prendere atto del fatto  di avere vissuto una completa sospensione della democrazia, una sorta di colpo di stato agito non con le armi, ma col denaro.
La situazione di governo che si è venuta a creare successivamente ha determinato difficoltà così rilevanti da richiedere quella sorta di "commissariamento"  che è stata rappresentata dal governo tecnico, con ciò che ne è seguito.
Il paese ha bisogno di chiarezza:  tutto oggi è nelle mani del  presidente.

Commenti

  1. Presidente, mi scusi, sono un povero italiano: ma secondo Lei la misera condizione che stiamo vivendo in questo paese da cosa è stata prodotta se non dal denaro. Siamo tutti alla fame sa quanto ce ne importa a noi di Berlusconi e pure, me lo consenta, dei magistrati. Non è oramai abitudine consolidata che questi ultimi, sempre più spesso, accedano alla politica? un po come molti banchieri o uomini della macro economia che entrano in politica, poi diventano manager pubblici ... etc...etc... Mi perdoni Presidente ma non credo più a questa "cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare democrazia"

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  2. Grazie del tuo commento Simone.
    Questa "cosa sporca" come tu dici, non è ancora democrazia: dobbiamo conquistarcela la democrazia, con la partecipazione non col menefreghismo, né col disfattismo!
    Speriamo che il nostro presidente arrivi almeno a tutelare i principi basilari della democrazia, così potremo ricostruirla.
    Clara

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  3. Grazie del tuo commento Simone.
    Questa "cosa sporca" come tu dici, non è ancora democrazia: dobbiamo conquistarcela la democrazia, con la partecipazione non col menefreghismo, né col disfattismo!
    Speriamo che il nostro presidente arrivi almeno a tutelare i principi basilari della democrazia, così potremo ricostruirla.
    Clara

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