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Napolitano alle Fosse Ardeatine

Oggi il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con i presidenti dei Camera e Senato, ha commemorato la strage di civili perpetrata dai nazifascisti alle fosse Ardeatine il 24 marzo del 1944.
Napolitano ha  fatto appello ai politici perché "è il momento di pensare all'interesse generale del paese". Le parole del presidente sono evidentemente riferite alla difficile e contrastata trattativa in corso tra le forze politiche, le cui conseguenze potrebbero sortire effetti dirompenti in un momento così delicato di crisi economica nazionale.

Nel '44 alle Fosse Ardeatine furono uccisi 335 civili,  come atto di rappresaglia per l'attentato del giorno precedente in via Rasella contro le truppe tedesche. Nelle vecchie cave del luogo fu semplice occultare i tanti cadaveri, che per lo più sono rimasti anonimi.


Napolitano in questo giorno ha ricordato anche un'altra strage nazista, del 12 agosto 1944, avvenuta a Sant'Anna di Stazzema, dove oggi era presente anche l'attuale presidente della Repubblica federale tedesca, Joachim Gauck, che Napolitano stesso ha dichiarato di avere invitato per la ricorrenza e che ha voluto  ringraziare con reale commozione, perché "non è facile per un tedesco essere qui".
Questo, ha sottolineato il nostro presidente, sarà l'ultimo atto pubblico del suo settennato.

Il 12 agosto 1944 i nazisti, accompagnati da fascisti collaborazionisti, circondarono il piccolo paese in Versilia: gli uomini si nascosero e fuggirono: restarono anziani, donne e bambini, che, essendo civili del tutto inermi, non sospettavano l'accanimento omicida contro di loro.
Furono trucidati in poco più di tre ore 560 civili: gli "inermi" rimasti in paese.
Non fu una rappresaglia: l'intento era quello di sterminare le persone e distruggere il paese, cui fu appiccato fuoco, per scollegare i partigiani della zona dal sostegno dei civili.
Un crimine contro l'umanità.



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