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Recensione di "I mezzi volti" di Carla Cucca



“I mezzi volti” è un romanzo fresco, leggero, scritto in prima persona come un diario, in uno stile semplice, lineare e mobile: ricco di dialoghi e cambi di scena e che perciò assorbe facilmente l’attenzione senza la minima fatica. Si tratta della storia di una donna e delle sue più profonde amicizie dai tempi della scuola fino alla età matura. 
Una storia tutta al femminile con una minuziosa attenzione a dettagli frivoli (abbigliamento,  trucco etc.) quali elementi rivelatori e caratterizzanti del temperamento di ciascuno dei personaggi presentati: a tratti solo una discreta sfumatura di autoironia. 

Tutta la prima parte del diario è centrata sui tempi degli studi, descritti come un periodo di felice spensieratezza, come se la memoria della narratrice venisse filtrata da un velo colorato di quelli cioè che possono assorbire quasi tutti i raggi salvo il monocromatico che corrisponde alla tinta del velo: ciò che si vede attraverso il velo è tutto dello stesso colore, varia l’intensità, ma non la tinta … 
Una storia di crescita condivisa, amicizie profonde e sincere, la ricerca della propria strada e la ricerca del partner: tutto tra giochi, scherzi e lunghe chiacchierate e tutto idealizzato nel rimpianto dell’età in cui non si conosce un vero dolore. Nel prosieguo di storia vi sarà un travaglio sentimentale della protagonista e quindi il suo affacciarsi alla maturità nel ruolo di professionista, moglie e futura madre. 

Proprio con la realizzazione dei sogni e delle ambizioni compare il dolore, quello vero ed irrimediabile, quello che tanto l’autrice che la protagonista riescono ad esprimere semplicemente col silenzio. Il silenzio dell’ultima maschera indossata ad una festa, una maschera che “non può” parlare per il criterio stesso con cui è concepita. Una conclusione inaspettata per un romanzo di stile così vivace, un pugno che squarcia il velo, ma che apre anche alla speranza con la vita che nasce o forse rinasce … Interessante notare come il dolore ed il lutto vengano trattati dall’autrice come un momento anche di crescita e di scoperta di ciò che la vita è realmente, attraverso l’espediente della lettera di conforto del nonno ... Nel suo insieme la narrazione è scorrevole, gradevole ed interessante: la storia di tanti bei ricordi e di una svolta sofferta che rappresenta il nuovo inizio.       

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