Dove finiscono le nostre tasse: all'ospedale Cardarelli di Napoli sequestrati due milioni di euro
22/04/2013
In breve: l'ospedale Cardarelli di Napoli era stato finanziato per una cifra pari a tre milioni e trecentomila euro, erogati dalla Regione Campania tra il 2000 ed il 2002, per la costruzione presso la struttura sanitaria partenopea un padiglione destinato ad ospitare malati terminali da trattare con cure palliative.
L'edificio, secondo il progetto avrebbe dovuto essere dotato di nove posti letto, ma i lavori pur iniziati con considerevole dispendio di risorse, sono stati interrotti nel 2007 e non sono mai stati portati a termine.
Nel 2012 la struttura è stata messa sotto sequestro dai NAS per la mancanza di concessione edilizia e per errori di progettazione che l'avrebbero resa inservibile allo scopo. Infine la Corte dei Conti ha disposto il sequestro della cifra di due milioni di euro, tutt'ora sui conti correnti del responsabile della costruzione.
A conti fatti la differenza tra quanto finanziato nel 2002 e quanto sequestrato oggi, non volendo conteggiare gli interessi (cospicui) maturati sui depositi, ci dice che sono stati bruciati un milione e trecentomila euro di denaro pubblico, pagato con le tasse dei cittadini onesti (non quelli degli evasori).
La domanda (retorica) è: quali e quante emergenze sociali avrebbero potuto essere affrontate con questo denaro?
In breve: l'ospedale Cardarelli di Napoli era stato finanziato per una cifra pari a tre milioni e trecentomila euro, erogati dalla Regione Campania tra il 2000 ed il 2002, per la costruzione presso la struttura sanitaria partenopea un padiglione destinato ad ospitare malati terminali da trattare con cure palliative.
L'edificio, secondo il progetto avrebbe dovuto essere dotato di nove posti letto, ma i lavori pur iniziati con considerevole dispendio di risorse, sono stati interrotti nel 2007 e non sono mai stati portati a termine.
Nel 2012 la struttura è stata messa sotto sequestro dai NAS per la mancanza di concessione edilizia e per errori di progettazione che l'avrebbero resa inservibile allo scopo. Infine la Corte dei Conti ha disposto il sequestro della cifra di due milioni di euro, tutt'ora sui conti correnti del responsabile della costruzione.
A conti fatti la differenza tra quanto finanziato nel 2002 e quanto sequestrato oggi, non volendo conteggiare gli interessi (cospicui) maturati sui depositi, ci dice che sono stati bruciati un milione e trecentomila euro di denaro pubblico, pagato con le tasse dei cittadini onesti (non quelli degli evasori).
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