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Grillo sui pagamenti in contanti

                                                                                                                              07/04/2013

"La vicenda cipriota è una ulteriore smentita alle banche italiane ed ai giornalisti ai loro ordini che blaterano della - lotta al contante come battaglia di civiltà - (Giovanni Sabatini, direttore dell'ABI, l'associazione delle banche italiane)"  " è tutto falso: nessun altro mezzo di pagamento offre pari protezione ed uguale garanzia di disponibilità".

Così scrive Beppe Grillo sul suo seguitissimo blog e, trattandosi ormai di un importante leader politico, le sue dichiarazioni fanno notizia e vengono pertanto riprese dai diversi organi di stampa.

Bisogna dire che le banche  sono aziende private il cui scopo è di guadagnare speculando sull'altrui denaro: ogni minima operazione viene profumatamente pagata: dall'investimento al bonifico, al prelievo.
La banca che custodisce il vostro denaro guadagna su qualsiasi movimento di esso, ma non solo: guadagna anche se lo tenete fermo  attraverso le spese di conto corrente.
Non parliamo poi  di prestiti,  finanziamenti e mutui.
Ora, a queste condizioni, il problema che nasce è il seguente: se sono io a dover pagare (e non lo stato) per possedere una carta di credito, è lecito che sia io (e non lo stato) a decidere se voglio acquistarla o meno!
Questo, come è ovvio, vale soprattutto per quelle misere pensioni che, se devono essere obbligatoriamente versate in banca,  sono soggette al regime bancario di spese (giusto per il loro disturbo).

Mentre può apparire corretto combattere l'evasione, utilizzando sistemi che rendano tracciabili i pagamenti, è scorretto affidare alle banche  tale compito, in quanto si tratta di un interesse pubblico, dello stato, nello  specifico della agenzia delle entrate e non dovrebbe essere affidato a privati, i quali non sappiamo se saranno interessati a combattere l'evasione, ma sicuramente sono interessati a carpire questa sorta di "tangente" sui redditi dei cittadini. Sarà che lo stato è indebitato con le banche?

Prima di obbligare le persone ad utilizzare pagamenti controllabili attraverso gli istituti bancari, quanto meno si sarebbero dovute rivedere le normative relative ai costi dei depositi e delle operazioni, pretendendo modificazioni utili a tutelare   i redditi bassi.
Se c'è qualche politico che ancora non ha chiaro il concetto, va detto una volta per tutte:
le banche (e le assicurazioni) non sono un servizio pubblico!

Fatte queste precisazioni, assolutamente doverose verso quelle fasce di popolazione che più hanno risentito della crisi, bisogna però aggiungere che il principio di fondo, la tracciabilità dei pagamenti oltre una certa cifra può rappresentare un utile strumento di lotta contro l'evasione, che, unitamente alla corruzione dilagante, rappresenta la principale causa del deficit dello stato italiano.
In altre parole: cavalcare l'onda della disperazione per rigettare in toto il principio che lo stato ha il diritto di riscuotere le tasse ed in conseguenza di utilizzare gli strumenti di controllo adeguati ed utili allo scopo è evidentemente una mistificazione che, nel caso passasse, favorirebbe esclusivamente gli evasori (appunto).

Non bisogna dimenticare che Grillo mentre scrive queste cose nel suo blog con toni ed atteggiamenti "moralistici" è una persona che, da quanto riferisce la stampa, ha fruito tra il 2002 ed il 2003 del condono tombale per ben due volte (avendo in precedenza, evidentemente, evaso le tasse).

Periodo ipotetico dell'irrealtà:
se Cipro non si fosse trovata nell'euro ed avesse avuto sovranità monetaria, avrebbe logicamente dovuto svalutare la  propria moneta. La svalutazione avrebbe dovuto  corrispondere al valore di  quanto oggi prelevato complessivamente dai conti bancari,  non ci sarebbe stata diversificazione per fascia di reddito,  né per entità del deposito (attualmente risultano tutelati i depositi al di sotto dei 100.000 euro) ma tutti allo stesso modo avrebbero visto ridursi il potere d'acquisto del proprio risparmio.
Difficile dire cosa sia meglio: meglio sarebbe stato per Cipro e sarebbe per noi se lo stato non fosse in deficit.

Per quanto ci riguarda, il perdurare dell'attuale crisi politica pone la nazione in sempre maggiori difficoltà economiche. Conviene ricordare perciò che l'Italia in questo momento si trova su un percorso scivoloso, dove è facile sbandare e precipitare e che solo alcune persone (quelle più ricche, come il buon Beppe) sono fornite di paracadute: non risulta che esso sia stato fornito a chi viaggia al suo seguito ed ancor meno al resto degli italiani ...





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