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"Il bar sotto il mare" di Stefano Benni

                                                              10/04/2013

Tra quelli che ho letto di autori contemporanei, questo è uno dei libri che ho amato di più: non è surreale, è un sogno, una metafora della vita rappresentata attraverso il racconto di personaggi improbabili, ma affascinanti, riuniti per caso o forse per forza in un luogo inesistente.
"Passiamo metà della vita a deridere ciò in cui altri credono e l'altra metà a credere in ciò che altri deridono" così esordisce l'autore nel presentare questa fantasiosa raccolta di racconti, messi insieme con l'artificio che dà il titolo al libro.

Il protagonista scrive in prima persona ed il suo compito si esaurisce nel presentare il contesto all'interno del quale si svilupperà il filo delle narrazioni.
Passeggiava in riva al mare in un periodo "difficile" della sua vita, ma con una insolita ed immotivata euforia sotto la pelle ("ma io ero, per qualche strana ragione, felice") in questo punto capitò di imbattersi in un anziano elegante ed agghindato, ma dovette inseguirlo, perché allarmato nel vedergli scendere la scaletta del molo per immergersi nell'acqua. Qui comincia il sogno:
proprio lì sotto, infatti, brillava l'insegna del bar sotto il mare.

Una volta entrato il nostro eroe si trova tra persone sconosciute, ma viene accolto ed invitato ad accomodarsi all'ascolto. Ciascuno degli avventori racconta una storia ...

Il problema, come qualcuno tra voi (di quelli che non si lasciano distrarre) può avere compreso, sarà uscire da questo luogo ...

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