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Il gran consiglio degli anziani



01/04/2013

Il pomeriggio di sabato 30 marzo, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dopo avere riascoltato venerdì , i rappresentanti di tutte le forze politiche e verificato la inconciliabilità delle posizioni espresse e dopo essersi consentito un giorno di riflessione sul rebus Italia, ha comunicato:
1) che intende portare a termine il proprio mandato (e questo probabilmente evita che la formazione del nuovo governo passi obbligatoriamente attraverso la contrattazione sul capo dello stato)  
2) che (essendogli di fatto preclusa tanto dal PDL che dal M5S la strada del "governo del presidente" in quanto le due aree rifiutano qualsiasi governo "tecnico") intende avvalersi di due  gruppi di consultazione ristretti, presto ribattezzati dalla stampa "i saggi", che si occuperanno di elaborare linee programmatiche condivisibili dalle forze politiche in parlamento nelle due aree che necessitano dei provvedimenti più urgenti ed infine
3) che il governo Monti resta in carica fintanto che saranno varate le misure improcrastinabili nell'interesse del paese e  non si riuscirà quindi a stabilire una intesa per formare il nuovo governo.

Le reazioni delle forze politiche al percorso proposto sono diversificate: la più favorevole quella del M5S, benché condita di considerazioni caratterizzate dalla coloritura di linguaggio  tipica di quest'area. 
Grillo tutto sommato si dice soddisfatto perché così il parlamento comincerà a lavorare, benché non sia pensabile, a suo dire, avere "badanti" (sic) della democrazia. 
Il PDL accetta, ma appare  ansioso di concludere un qualche accordo di governo che lo riconosca e lo includa. Il PD considera questa transizione comunque "non risolutiva".
L'unica cosa veramente certa è che nessuno potrà mai dire che i partiti non abbiano dato parecchio lavoro al nostro presidente, né che Napolitano non si sia ben sudato il suo stipendio.

Ora però può essere importante capire chi sono gli anziani o "saggi" scelti da Napolitano, perché questo può contenere elementi che ci consentono di cogliere i messaggi impliciti che il presidente sta trasmettendo al mondo politico.

Sono stati designati due "gruppi ristretti": uno per le riforme istituzionali e l'altro per gli aspetti economici.
Il gruppo di lavoro che si occuperà delle riforme istituzionali sarà composto da Valerio Onida, Mario Mauro, Gaetano Quagliariello e Luciano Violante
Il gruppo di lavoro che si impegnerà sui temi economico sociali è composto da Enrico Giovannini, Giovanni Pitruzzella, Salvatore Rossi, Giancarlo Giorgetti, Filippo Bubbico ed Enzo Moavero Milanesi.

Nel gruppo che si occuperà di riforme istituzionali abbiamo  due esponenti di una giovane destra e due di una vecchia sinistra:

Valerio Onida, 77 anni, già presidente della Corte Costituzionale tra il 2004 ed il 2005, è un giurista ed attualmente docente di giustizia costituzionale all'Università di Milano, politicamente si colloca nell'area di centrosinistra.
Mario Mauro, 52 anni, essenzialmente un uomo politico, già vicepresidente del parlamento europeo (potremmo quindi considerarlo un esperto di rapporti diplomatici con i paesi dell'area euro) di area cattolica, ha lavorato da sempre nei partiti di centrodestra (Forza Italia e PDL) ma da gennaio 2013 fa parte del nuovo partito Scelta Civica, formato da Mario Monti, in quanto non ha condiviso la ricandidatura di Berlusconi el'alleanza del PDL con la Lega.
Gaetano Quagliariello, 53 anni, docente universitario e politico di centrodestra per il PDL, già membro della commissione  per gli affari costituzionali nel 2006 e della commissione di giustizia nel 2008. Malgrado trascorsi giovanili di militanza nel partito radicale, attualmente si colloca in un'area ideologica rigorosamente conservatrice.
Luciano Violante, 72 anni, già presidente della commissione parlamentare antimafia dal 1992 al '94, è un docente universitario ed uomo politico storicamente di sinistra, attualmente nel PD e sostenitore di Bersani.

Il gruppo che si occuperà di problemi economico sociali si compone di tre politici (destra, sinistra e lega) un banchiere, un esperto in diritto costituzionale e di un esperto in statistica:

Enrico Giovannini, 56 anni, presidente dell'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) economista, è stato membro del comitato strategico per l'introduzione dell'euro in Italia.
Giovanni Pitruzzella, 54 anni, giurista e  docente universitario di diritto  costituzionale,  già presidente della commissione di garanzia sulla attuazione della legge sullo sciopero dei servizi pubblici essenziali, dal 2009 al 2011 ed attualmente avvocato cassazionista. 
Salvatore Rossi, 64 anni, economista, vicedirettore generale della Banca d'Italia e membro della direzione dell'istituto di vigilanza sulle assicurazioni.
Giancarlo Giorgetti, 47 anni, politico, leghista, parlamentare e capogruppo alla camera per il suo partito,  presidente della commissione speciale di atti del governo per la camera.
Filippo Bubbico, 59 anni, architetto e politico di sinistra del PD, già presidente al senato della commissione permanente per l'industria, commercio e turismo nel 2008, attualmente senatore del PD.
Enzo Moavero Milanesi, 59 anni, giurista ed attuale ministro per gli affari europei del governo Monti, uomo di centrodestra appartenente all'area di Scelta Civica.


Il gran consiglio dei saggi si presenterà in parlamento domani per elaborare le proposte più urgenti per il paese, cercando in parlamento  la condivisione necessaria alla loro approvazione: in sostanza un super commissariamento presidenziale del governo ...

Commenti

  1. Fallimento della democrazia. Migliaia di persone non riescono a mettersi d'accordo e abbiamo rimesso tutto nelle mani di un'oligarchia. Credo la scelta sia stata la migliore per gli italiani, perché esiste ancora un forte culto della personalità che porta a votare sempre le stesse persone. E' stata però una scelta infelice per la politica e per la libertà, e si è creato un pericoloso precedente di cui Napolitano si è fatto carico. A me viene da rabbrividire.

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  2. Fallimento della democrazia. Migliaia di persone non riescono a mettersi d'accordo e abbiamo rimesso tutto nelle mani di un'oligarchia. Credo la scelta sia stata la migliore per gli italiani, perché esiste ancora un forte culto della personalità che porta a votare sempre le stesse persone. E' stata però una scelta infelice per la politica e per la libertà, e si è creato un pericoloso precedente di cui Napolitano si è fatto carico. A me viene da rabbrividire.

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  3. Napolitano credo non abbia avuto scelta: governare è necessario diversamente si rischia la bancarotta dello stato ... i problemi sono reali e gravi. Del resto Napolitano ha designato queste persone per una fase di transizione con scadenza in una decina di giorni ... speriamo bene!

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  4. Il punto è che ora si deresponsabilizzano del tutto i partiti. Ufficialmente i partiti si fingeranno addolorati e schifati dal doversi attenere a un programma imposto dall'alto; in realtà gioiranno, perché sono consapevoli di avere programmi ben poco concreti, privi di coperture e senza alcun idea di come raggiungere gli obiettivi. I loro fallimenti troveranno la giustificazione nella frase "eh, se ci avessero dato la fiducia prima..." oppure "eh, se non ci avessero imposto un programma di compromesso...".
    E' un precedente molto comodo, sono pronto a giurare che si ripeterà la stessa cosa, magari in forma differente ma uguale nella sostanza, nelle elezioni future in cui la maggioranza sarà risicata.
    Mario Monti ha fatto passare leggi liberticide con l'appoggio della maggioranza del parlamento ed ancora si lamenta che se gli avessero lasciato fare tutto avrebbe già risolto i problemi. Non voglio sapere come li avrebbe risolti.

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  5. Il punto è che ora si deresponsabilizzano del tutto i partiti. Ufficialmente i partiti si fingeranno addolorati e schifati dal doversi attenere a un programma imposto dall'alto; in realtà gioiranno, perché sono consapevoli di avere programmi ben poco concreti, privi di coperture e senza alcun idea di come raggiungere gli obiettivi. I loro fallimenti troveranno la giustificazione nella frase "eh, se ci avessero dato la fiducia prima..." oppure "eh, se non ci avessero imposto un programma di compromesso...".
    E' un precedente molto comodo, sono pronto a giurare che si ripeterà la stessa cosa, magari in forma differente ma uguale nella sostanza, nelle elezioni future in cui la maggioranza sarà risicata.
    Mario Monti ha fatto passare leggi liberticide con l'appoggio della maggioranza del parlamento ed ancora si lamenta che se gli avessero lasciato fare tutto avrebbe già risolto i problemi. Non voglio sapere come li avrebbe risolti.

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