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L'ultima domenica del Presidente

                                                                                                           

Tra quattro giorni inizieranno le votazioni per il nuovo presidente della Repubblica, mentre le posizioni delle forze politiche continuano ad apparire inconciliabili.
Napolitano trasloca dal palazzo del Quirinale e, malgrado abbia ricevuto da più parti richieste e pressioni per accettare un "prolungamento" limitato del proprio mandato, non ha alcuna intenzione di allungarne i tempi: lo ha già affermato più volte ed ora lo ha ribadito  nella sua intervista al giornale "La Stampa".
Il presidente ritiene di avere dato tutto ciò che aveva da dare al paese, non è mai avvenuto che un presidente della Repubblica prolungasse il mandato, questo non è previsto dalla nostra Costituzione e rappresenterebbe "una soluzione pasticciata", un tornare indietro "ridicolo" mentre il paese ha bisogno di soluzioni politiche per poter andare avanti ed affrontare la difficile situazione attuale.
Non sono attualmente ipotizzabili soluzioni "tecniche", ma spetta alle forze politiche riuscire a comunicare e condividere quanto possibile nei programmi di governo.
Restano il rammarico e l'amarezza per essere rimasto inascoltato dai partiti, quando aveva raccomandato al governo uscente di provvedere alle riforme istituzionali ed in particolare alla riforma della legge elettorale, che  è in buona parte alla base dell'attuale stallo politico.
Amarezza anche per le polemiche e le critiche nate intorno al cosiddetto consiglio dei "saggi" che invece Napolitano insiste nel difendere, perché hanno dimostrato che il dialogo è possibile anche tra persone molto diverse e perché hanno comunque indicato alcune linee programmatiche condivisibili dalle diverse componenti parlamentari.
Alla soglia dei suoi 88 anni (da compiersi nel prossimo giugno) il presidente è fermo nella scelta di lasciare l'incarico e dedicarsi alla sua sua vita privata: rimane nel Senato della Repubblica come senatore a vita.

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