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La profezia che si autodetermina

                                                                                                   21/04/2013

Premetto che alcuni tra i miei amici e familiari hanno  programmato chi una crociera, chi una scampagnata, chi un viaggio e chi un panino con la mortadella (a seconda della disponibilità economica nel grave periodo di crisi) e tutto per riprendersi dallo shock delle elezioni presidenziali, della spaccatura del PD, del massacro di Bersani. Qui invece si resta inchiodati, sarà per la crisi o per l'avvilimento: cambiando l'ordine dei fattori ...

Ma voi avete mai sentito quella storiella della mamma apprensiva che ripete al piccolo, pericolosamente in bilico sulla pertica dei giardinetti: "Attento che cadi! Attento che cadi! Attento che cadi!  Ecco: lo sapevo .... contento? Sei caduto!"
Ora, siccome viviamo in una società tutto sommato abbastanza misogina, a nessuno è difficile capire grazie a questo esempio il concetto della profezia che si autodetermina: evidentemente la mamma apprensiva è riuscita a trasmettere ansia ed insicurezza allo spericolato fanciullo fino ad indurlo a cadere: dopo che lui è caduto potrà sostenere che lei aveva ragione.

Il concetto della profezia che ha il potere di autodeterminarsi è presente in alcune teorie psico e qualcosa, specie nell'area sistemica e relazionale ed il concetto è semplicissimo: ciò che accade, ciò che una persona riesce a fare è in buona misura condizionato dall'aspettativa investita da chi le sta intorno.

Farò un altro esempio: un cattivo sorvegliante del manicomio dice: "questo matto è violento!" magari il tapino sta lì per conto suo ed il sorvegliante gli tira uno schiaffone: "è un violento bisogna domarlo!" e continua e percuoterlo ed insultarlo finché il malcapitato non ne può più e reagisce, scassa tutto e gli rompe il setto nasale (al sorvegliante) e questi: "che vi dicevo è un violento pericoloso!".

E a questo punto tanto vale parlare di Bersani, oggetto di diverse predizioni autodeterminatesi nelle ultime vicende della politica nostrana.
Grillo dice da tempo immemore: Bersani inciucia, Bersani fa di tutto per spostarsi verso il nuovo, per dimostrare la propria trasparenza, vuole mandare via Berlusconi, vuole aprire ai 5 stelle: quelli lo insultano, lo disprezzano, lo mettono pubblicamente alla berlina, non vogliono saperne nulla, finché per cercare di concludere qualcosa di costruttivo, Bersani deve rivolgersi altrove.
"Che vi dicevo?" tuona Grillo: "eccolo che inciucia" la  base di sinistra si ribella: "non vogliamo Berlusconi!" grida la piazza e Bersani: va bene mettiamo Prodi che Berlusconi certo non ce l'ha tra gli amici, ma Grillo: "Eh no, già deciso io, tu ti tieni le botte e gli insulti, manco io ti parlo, ma tu invece obbedisci!".
Pare possibile? Non era mica uno sketch comico, si giocavano ruoli istituzionali: nessuno poteva spiegarglielo? Insomma alla fine ci teniamo Napolitano ivi inclusa l'immunità per Berlusconi ed il governo di "larghe intese". Bersani  (dimostrato colpevole con queste tecniche, manco tanto raffinate, ma tanto chi fa mostra di crederci non è in buona fede, basta il pretesto) affoga e si dimette, il PD si spacca, ma quello che avrebbe fatto Bersani, se invece di insultarlo uno lo avesse appoggiato, non lo farà nessun altro: dopo aver visto come hanno massacrato il segretario PD è difficile che qualcun altro cerchi il confronto coi 5 stelle e Berlusconi ringrazia: "Grazie Beppe!"

Commenti

  1. Beh... Un po' sono d'accordo ma non del tutto: Bersani fin dall'inizio di questa incredibile e triste storia avrebbe dovuto giocarla diversamente, è vero che sei il candidato premier del centrosinistra, ma la tua coalizione non ha vinto, devi, vuoi, accordarti con il M5S bene forse sarà possibile cambiare qualcosa in questo paese ma non puoi pensare di accordarti con un partito che trae la sua forza dal fatto di aver rappresentato in quest'ultimo anno una "radicale" critica all'attuale sistema parlamentare, semplicemente dicendo "vogliamo cambiare le cose, votateci". Dico che si doveva aprire una vera trattativa politica nella quale il nome di Bersani-Presente non doveva essere un tabù. Probabilmente non si sarebbe combinato niente comunque, è evidente che M5S da questa situazione trae un grande vantaggio: può continuare ad essere come il matto che ripete ed urla che il re è nudo.
    Io continuo a pensare che i veri problemi la segreteria PD li abbia avuti all'interno del proprio stesso partito: è stato subito evidente che la "minoranza" non era d'accordo, si è parlato addirittura di scissione, e del resto quello che è successo quando si è deciso all'unanimità (sic) di candidare Prodi dice, anzi urla, che si voleva la testa di Bersani. Poi certo da in una situazione così era ben difficile riuscire a combinare qualcosa sicuramente molti parlamentari Grillini non han capito niente pensavano di avere Bersani in pugno mentre invece Bersani stava già per cadere nella trappola degli eterni gattopardi di ogni colore.

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