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La relazione aggressiva

                                                                                                                   15/04/2013



Senza alcun riferimento alla gente che oggi come oggi, soprattutto in campo politico continua a litigare ed insultarsi (sembra che a breve questo possa diventare il nuovo sport nazionale della futura nuova repubblica) ma soltanto (e posso giurarlo sul mio onore) per una casuale associazione mentale, mi sono ricordata di avere seguito anni addietro un corso di formazione o aggiornamento o seminario, insomma qualcosa, dove noi si va contenti e di buon umore come in gita scolastica. Si socializza ci si conosce, si ascoltano cose a volte interessanti ed a volte trite e ritrite, ma in compenso si evade dalla routine quotidiana, che, diciamo la verità, a un certo punto stanca (non per lamentarsi, per carità, come si dice: chi è causa del suo mal pianga se stesso, si poteva scegliere un altro mestiere, volendo, ma poi non ci avrebbe affascinato così tanto, sicché ...).
Le digressioni confondono, nevvero?  Si fa fatica a tenere il filo (e questo è niente!).
Uno ora vorrebbe sapere questo che c'entra con quello, appunto.
La "cosa" cui è corso il ricordo,  titolava "La relazione aggressiva".
E ne vogliamo parlare?
La prima definizione di tipo "oggettivo"  ovvero come fenomeno osservato dall'esterno, che possiamo dare dell'aggressività suonerebbe più o meno come segue:
 Aggressivo è tutto ciò che ci disturba
Questo è il punto di vista dell'osservatore, voi mi direte: vero!
 Ma tutti i fenomeni fisici ai quali attribuiamo valore di oggettività sono considerati dal punto di vista dell'osservatore, perché dovrebbe cambiare qualcosa quando ad essere osservato è il comportamento umano?
Si tratta di una definizione oggettiva vi dico: fidatevi!
In questa definizione stanno dentro molte cose: non solo la distruttività verso persone ed oggetti, non solo l'insulto, la svalutazione ed in genere l'aggressività verbale diretta ed esplicita, ma anche il silenzio, la noncuranza, l'abbandono e tanto altro che sarebbe troppo lungo elencare.
la seconda definizione, quella di tipo "soggettivo" che possiamo dare dell'aggressività, ovvero l'emozione vissuta ed agita dal soggetto aggressivo, sarebbe più o meno:
L'aggressività è l'agito della rabbia dovuta alla privazione e/o separazione dall'oggetto desiderato (di cui si ha bisogno e/o da cui dipende la propria sopravvivenza).

Ora si da il caso che la crescita umana sia inevitabilmente una storia di separazioni: non può esservi crescita se non vi è separazione, cominciando dal momento della nascita, che è la prima separazione dal corpo materno. 
Qui è evidente che ciascuna separazione risulta comunque dolorosa: questo malessere, quando parliamo di persone già cresciute, può essere vissuto in vario modo, alcuni sono in grado di tollerarlo almeno in una certa misura o comunque di gestirlo, altri invece non imparano proprio mai.
La rabbia e l'aggressività ad essa conseguente, per se stesse, come molte altre cose in natura, non sono né buone né cattive, ma tutto dipende da come vengono gestite.
Il comportamento aggressivo, rappresentando l'agito mosso dalla rabbia di una privazione, può anche essere semplicemente un comportamento, diciamo così, di tipo prevalentemente "espansivo" volto a conquistare il territorio, gli oggetti, le risorse alimentari (ma anche di altro tipo nella specie umana) necessari alla sopravvivenza (appunto) ed al benessere dell'individuo.
Il comportamento aggressivo può essere di tipo "distruttivo" e (benché una certa parte di distruttività possa essere implicata comunque nella lotta col mondo esterno necessaria alla conquista degli "oggetti" o "risorse" desiderate) quando esso è prevalentemente "distruttivo" e quindi tale da danneggiare gravemente e rendere inservibile proprio l'oggetto desiderato, noi dovremmo ritenere che si tratta di una forma di aggressività disfunzionale e patologica ....

La capacità di gestire la rabbia, incanalandola o meno in forme funzionali allo scopo, dipende da molte variabili quali caratteristiche di temperamento, esperienze vissute, capacità critiche, etc.

Auguriamoci solo che questa volta non siano la nostra terra e la nostra gente a rimanere distrutti.

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