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L'editoria giornalistica a picco e sotto attacco

      05/06/2013


Oggi vengono diffusi da diverse fonti di stampa i dati emersi dallo studio della federazione italiana editori di giornali (Fieg) che attestano nel 2012 un crollo delle vendite del 6,6% rispetto all'anno precedente ed in linea con  la tendenza negativa degli ultimi cinque anni che, considerati nel complesso, hanno registrato un calo di vendite del 22%.
Il dato è riferito al prodotto cartaceo dove anche i guadagni pubblicitari  scendono del 14,6%.
Risultano invece in ascesa le letture ed i guadagni pubblicitari attraverso il mezzo digitale: con un positivo di + 5,3% per la pubblicità ed un incremento dei guadagni di circa 33  milioni di euro rispetto all'anno 2011.

Malgrado l'espansione in internet della informazione giornalistica, l'occupazione nel settore è in calo con flessioni che arrivano al -4,6% nel 2012 per  i giornalisti ed al momento la diffusione in rete non compensa la perdita registrata nei mezzi tradizionali.

Proprio in questo periodo e per la verità già da qualche tempo, la stampa e le televisioni, vale a dire i media tradizionali, subiscono anche  gli attacchi di Beppe Grillo, che non ha mai dissimulato la propria avversione per giornalisti e televisioni, tacciandole spesso di "asservimento" ai poteri politici da cui sarebbero prezzolati.
Oggi sul blog del leader dei  5 stelle è possibile prendere visione della classifica votata dai militanti dei conduttori e delle televisioni considerate più "faziose" ovvero al servizio di una determinata area politica.
Per la cronaca: il "microfono di legno" ovvero il primo premio per il conduttore più "fazioso" (secondo i grillini) è andato a Bruno Vespa, seguito da Barbara D'Urso e Paolo Del Debbio.

La situazione indica chiaramente la presenza di una seria crisi economica, ma anche di valori e di strumenti, che investe tutto il settore della stampa e della informazione: in fondo non è un caso che il grande utilizzatore della rete (Beppe Grillo) si renda protagonista dei più violenti attacchi alla informazione tradizionale.

Sotto l'aspetto economico, il presidente della Fieg, Giulio Anselmi, ritiene che, per rilanciare l'editoria,  vada attuata una sorta di rifondazione e ristrutturazione  dei mezzi informativi tale da creare raccordi tra il digitale ed altri strumenti tradizionali .
Per quanto riguarda invece la riflessione sull'etica della informazione, va chiarito se essa possa realmente rappresentare un "servizio" o sia e resti piuttosto un "interesse" di gruppi di potere: in quest'ultimo caso, tuttavia, la diversificazione e la molteplicità delle fonti informative (contrariamente a quanto sostenuto da Grillo) resterebbe l'unica garanzia ...



OkNotizie

Commenti

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  3. ma grillo che cavolo centra con il fatto che loro da anni diminuiscono le vendite? clara questo articolo mi sembra una boiata pazzesca!!! scusami, ma quanto ce vo ce vo!!! comunque se vogliono vendere, c'è un solo modo: informare e dare notizie!! ma i quotidiani sono diventati giornali di gossip, si limitano a parlare di tutto e di nulla e a riportare notizie che uno già sa dalle televisioni ( la crisi della carta stampata è iniziata con tv) mettendoci qualche opinione a seconda dell'appartenenza politica!! e quindi perchè comprare un giornale? per leggere delle opinioni? se ne fa tranquillamente a meno!!!

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  6. http://www.huffingtonpost.it/luca-conti/le-cause-della-crisi-dei-giornali-approssimazione-e-autoreferenzialita_b_3044004.html questo articolo è molto interessante e spiega meglio la crisi della stampa!!!

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  7. Non pretendevo di spiegare la crisi della stampa, Fabio, rilevavo soltanto che, complice la crisi economica e la crescente preferenza per la informazione on line, la stampa è in difficoltà: è un dato di fatto! Insieme a questo fatto ce n'è un altro che è rappresentato dall'attacco e dalle critiche, spesso francamente insultanti e denigratorie, portate avanti dall'area politica cui tu appartieni e questo è un altro dato di fatto.
    L'obiettività della informazione non credo che esista, in effetti: c'è chi si sforza di essere onesto e chi si sforza meno.
    Questo è quanto: anche il genere di informazione che viene trasmesso dalla tua area politica, del resto, è per lo più rappresentato da opinioni.
    Avere una opinione non è mica un crimine: saperla argomentare con adeguato senso critico e cognizione di causa è invece una dote.
    Non ho alcun dubbio sul fatto che vi siano articoli migliori e più interessanti del mio: io mi sono limitata a rilevare due dati di fatto e non ne ho fornito spiegazione, MA PROPRIO TRATTANDOSI DI DATI DI FATTO, SONO FATTI, APPUNTO, NON "BOIATE", come tu dici.
    Insomma la tua MI SEMBRA UNA CRITICA NON ARGOMENTATA: un giudizio di valore negativo non argomentato è qualcosa che somiglia piuttosto ad un insulto, sai? Gli insulti sono una roba fascista però, occhio, Fabio!

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    1. Fatti? grillo dice da anni quello che tutti noi sappiamo e che anche tu hai ammesso e cioè l'informazione e i media in Italia sono in mano a poche persone e un giornalista per lavorare deve necessariamente o non far torto a qualcuno e favorire qualcun altro! per un giornalista essere autonomo e libero è praticamente impossibile! questo è un fatto!!! ti sembra abbastanza argomentato adesso?
      P.s. la parola boiata era detta in maniera ironica!!! comunque confermo che l'articolo non è un gran che!!! e dare del fascista a uno di sx, è assurdo!!! attenta clara che per difendere il pd ( che non è di sx) sei te che ti stai spostando a dx, inconsapevolmente!!!

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  8. Poveri noi, Fabio, ti confesso che non mi piace portare il confronto su questo piano, comunque io non sono del PD: credo di avertelo detto altre volte, non dovrebbe esserti difficile prenderne atto.
    Non appartengo a quell'area politica, né mai nella mia storia ne ho fatto parte, in genere mi colloco un pò (parecchio)più a sinistra secondo la topografia tradizionale, che non credo si applichi alla tua area politica (mica si è mai capito se siete a destra o a sinistra) ma al di là di questo, per tornare al focus della conversazione, credo che ovviamente un giornalista si sforzi di fare semplicemente il suo lavoro ed in questo le cose vanno un pò come a scuola: se sei bravo ti puoi permettere la polemica col prof. in caso contrario è meglio essere disciplinato e conformista ... (tu stai forse cercando di dirmi con le piccole e ripetute svalutazioni che io dovrei essere disciplinata e conformista? Scordatelo: non lo ero neanche a scuola!) ed al di là di questo, ovvero della contrattualità che il professionista può guadagnarsi in base al proprio talento, ritengo anche che un giornalista cerchi ovviamente lavoro nelle testate di cui riesce a condividere la impostazione editoriale, più che essere "servo", magari condivide ... no?

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  9. Poveri noi, Fabio, ti confesso che non mi piace portare il confronto su questo piano, comunque io non sono del PD: credo di avertelo detto altre volte, non dovrebbe esserti difficile prenderne atto.
    Non appartengo a quell'area politica, né mai nella mia storia ne ho fatto parte, in genere mi colloco un pò (parecchio)più a sinistra secondo la topografia tradizionale, che non credo si applichi alla tua area politica (mica si è mai capito se siete a destra o a sinistra) ma al di là di questo, per tornare al focus della conversazione, credo che ovviamente un giornalista si sforzi di fare semplicemente il suo lavoro ed in questo le cose vanno un pò come a scuola: se sei bravo ti puoi permettere la polemica col prof. in caso contrario è meglio essere disciplinato e conformista ... (tu stai forse cercando di dirmi con le piccole e ripetute svalutazioni che io dovrei essere disciplinata e conformista? Scordatelo: non lo ero neanche a scuola!) ed al di là di questo, ovvero della contrattualità che il professionista può guadagnarsi in base al proprio talento, ritengo anche che un giornalista cerchi ovviamente lavoro nelle testate di cui riesce a condividere la impostazione editoriale, più che essere "servo", magari condivide ... no?

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    1. ma un giornalista non deve condividere niente! deve dare fatti, informazioni ,fare inchieste!!! se per lavorare deve chiudere gli occhi e fare solo propaganda... il giornalismo è morto!!! è in italia è così!! quindi vendono poco e venderanno sempre meno! prima la tv e adesso internet li affosseranno!! te sei medico giusto? immagina che per lavorare hai solo sei opzioni, sei ospedali che appartengono a due persone!! immagina che una delle due ti è antipatica perchè non ti piace come ha imposta il lavoro in ospedale, ate rimarrebbe come una possibilità lavorare negli ospedali dell'altra persona, immagina adesso che lì non ci sia lavoro, che faresti per entrare nel mercato del lavoro? saresti costretta ad accettare il lavoro negli ospedali gestiti non secondo i tuoi principi!!! un giornalista in italia non è che ha grandi alternative!!!

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  10. Probabilmente cambierei lavoro, Fabio, comunque il problema non sta tanto nella "obiettività" della informazione,ma innanzitutto nella scelta delle informazioni che vengono divulgate ed in quelle che vengono taciute. Condividere significa prima di tutto questo: io posso dare informazioni obiettive sulla vita dei rampolli della famiglia reale italiana, o invece (putacaso)posso non considerare questo rilevante, ma ritenere utile invece fornire informazioni relative all'ambiente, alla economia o altro (mi esprimo in forma di esempio). Lo spazio ed il tempo di cui si dispone è sempre limitato e la scelta di base sta proprio nella selezione delle notizie cui dare visibilità. L'informazione è conoscenza e la conoscenza implica sempre una valenza educativa e formativa. Ora io posso scegliere di fare informazione politica col gossip dei vari battibecchi tra personaggi in vista, oppure di farla, producendo le testimonianze di gente comune: famiglie, clochard, ricchi, detenuti e via dicendo. Ciò non toglie che la mia descrizione possa essere obiettiva (dico se manca anche quello ... ed in alcune, ma non tutte le testate succede)ma lo spazio che dedico ad un qualcosa corrisponde all'importanza che io do ed insegno o suggerisco che si debba dare a quella cosa ... Questo credo sia il 90% di ciò che chiamiamo "linea editoriale" e siamo ancora nel limiti della "onestà" informativa.
    Poi certo ci sono i faziosi che addirittura travisano l'informazione, quelli pagati da alcuni personaggi, ma sono smaccati e conosciuti da tutti, quelli non falliranno mai, mica hanno bisogno di far quadrare i bilanci: c'è chi li mantiene ...
    Io leggo (on line per inciso, non su cartaceo) giornali che fanno campagne di autofinanziamento ... ma ciò non vuol dire che la loro informazione non sia schierata (apposta li leggo). La scelta delle informazioni ritenute rilevanti e che pertanto vale la pena di diffondere (spenderci il tempo per scriverci gli articoli e la carta per stamparli) esprimono sicuramente un tipo di lettura ed interpretazione della realtà, ovvero una opinione, se così vogliamo esprimerci.
    Io se nella mia professione mi trovassi in grave crisi di coscienza potrei scegliere l'artigianato, poi sono anche una discreta cuoca ... ;)

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    1. allora beato tuo marito e i tuoi figli!!! hehehehehhe comunque a parte la cucina, il problema in italia dell'informazione c'è, è obiettivo e certamente se non vendono non è perchè qualcuno fa presente il problema! Quindi grillo o chi per lui non può essere messo in mezzo!!! Il problema del giornalismo italiano è che l'informazione non la da!!! caos ilva, caos parlamalat, caso trattativa stato mafia, caso mps.... l'informazione preventiva che lì c'era un problema non c'è stata. i giornalisti se ne limitano a parlare solo quando non è più possibile ignorare il problema e di solito minimizzando!!! ritornando al mio esempio, tu potresti decidere di cambiare lavoro ma chi dopo sei anni di studio e magari 4 di specializzazione non se la sentisse, dovrebbe inevitabilmente adattarsi al sistema!!! il sistema informazione è bloccato, dominato da pochi editori e soggiogato alla politica!!! e noi cittadini di qualsiasi schieramento politico dovremmo porci il problema di come liberalizzare i media, oltre che qualsiasi settore del nostro paese, come RCA, l'energia, l'università ecc... il nostro è un paese di oligopoli a tutti i livelli!!!

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  11. P.s. è di solito gli oligopolisti sono sempre gli stessi! chi possiede dei giornali, possiede anche delle banche e delle assicurazioni auto ecc... a quel punto il conflitto d'interessi è così forte ( berlusconi è solo uno dei tanti oligopolisti) che altro che informazione!!! l'italiano nulla deve sapere!!!

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