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Il prezzo della vita: polemiche sul Decreto Balduzzi

02/07/2013


Una denuncia gravissima è comparsa ieri sul settimanale L'Espresso: il problema nasce per il passaggio in Fascia C, vale a dire a pagamento, di medicinali anticancro ed anti AIDS, ovvero farmaci che curano patologie gravi e pertanto da considerarsi "salvavita".

Incriminato il Decreto Balduzzi dello scorso novembre (2012) che infatti prevede:

 "Entro il 30 giugno 2013 l'Aifa, sulla base delle valutazioni della Commissione consultiva tecnico-scientifica e del Comitato prezzi e rimborso, provvede ad una revisione straordinaria del Prontuario farmaceutico nazionale, collocando in Fascia C i farmaci considerati terapeuticamente superati.


I medicinali equivalenti ai medicinali di cui è in scadenza il brevetto o il certificato di protezione complementare non possono essere classificati come farmaci a carico del Ssn prima della data di scadenza del brevetto o del certificato di protezione complementare, pubblicata dal Ministero dello sviluppo economico.
Se un farmaco viene escluso dalla rimborsabilità, l’Aifa può stabilire che venga ulteriormente dispensato a carico del Ssn fino al completamento della terapia in pazienti già in trattamento."


Di fatto è avvenuto che alcuni farmaci, altrimenti considerati in Fascia A (gratuiti in quanto necessari a garantire i livelli essenziali di assistenza, LEA) si trovano oggi  in Fascia C.
La cosa viene rilevata e denunciata (benché in altra sede ed in riferimento alla situazione di altri paesi) anche oggi dalla organizzazione "Medici senza frontiere" nel rapporto annuale alla "AIDS Society": i farmaci con brevetto  antiretrovirali  di nuova generazione hanno prezzi molto alti e la cosa limita l'accesso alle cure di molti malati. 
Secondo MSF non devono essere concessi brevetti ingiustificati e devono essere consentite licenze per la produzione di "generici" a prezzo più basso quando il costo del farmaco è troppo elevato.

Purtroppo alcuni farmaci utilizzati nella cura  del cancro e della HIV risultano a carico  del malato e, considerati i costi, accessibili solo a chi può pagare, il diritto alla salute rimane un privilegio dei ricchi. Balduzzi oggi spiega in una intervista al Quotidiano Sanità che la normativa è stata introdotta per accelerare i  tempi di ingresso sul mercato italiano di farmaci già autorizzati, i quali però risultano a pagamento: 

"Non sono stati declassati farmaci di fascia A in fascia C. È stato solo permesso che farmaci per i quali era già completato l’iter dell’autorizzazione all’immissione in commercio potessero effettivamente essere sul mercato, senza subire ritardi, in contrasto con la normativa europea.
In questo modo abbiamo evitato ai cittadini di rivolgersi all’estero per comprare un farmaco già autorizzato in Europa, offrendo anche all’Aifa una maggiore serenità sulle trattative per il prezzo di rimborso”.

In pratica si spiega che questi farmaci sarebbero comunque stati a pagamento se acquistati all'estero e che esiste la possibilità di un "rimborso" in trattativa .... anche se, a ben guardare la nota di legge aveva appunto previsto "l'esclusione dalla rimborsabilità", quindi?
Giusto per non travisare ... la sensazione infine  è che se ne avvantaggeranno le case farmaceutiche titolari di brevetto e libere di fissare il prezzo dei medicinali a proprio vantaggio,  con spesa a carico del SSN. 



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