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Le fobie dei bambini


Molti genitori sono portati a preoccuparsi per le paure dei loro bambini: in realtà non sempre è giusto mettersi in allarme.
Le cosiddette fobie sono frequentissime durante l'infanzia, tanto che Winnicott (per i non addetti ai lavori, parliamo di un pilastro della pediatria e della psicoterapia infantile) ritiene al contrario che dovremmo preoccuparci quando un bambino non presenta nessuna fobia!
Mi propongo ora solo di fornire alcune chiavi di lettura semplici che un genitore può usare per comprendere quando vale la pena di preoccuparsi e quando invece se ne può fare tranquillamente a meno.
Che cosa è una fobia? si tratta di una paura immotivata ed irrazionale (e riconosciuta come tale dal soggetto che ne è afflitto) che può essere riferita a particolari oggetti, animali, situazioni, etc.

La fobia di regola, induce una condotta di evitamento rispetto allo stimolo capace di indurre disagio ed angoscia e pertanto finisce per comportare delle limitazioni più o meno gravi nella vita della persona che ne soffre.

Il caso del bambino è un pò diverso: intanto di solito i bambini non hanno tutta questa "consapevolezza" che invece caratterizza il disturbo degli adulti. Se voi chiedete ad un bimbo di 2 o 3 anni perché ha paura del buio potrebbe non sapervi rispondere affatto, ma nel caso lo facesse, potrebbe raccontarvi di fantasmi, uomini neri o mostri: ora questo bambino può essere perfettamente sano, ben diversa sarebbe la valutazione se fosse una persona adulta a fare discorsi del genere ...
In realtà esistono nell'infanzia delle fobie cosiddette "fisiologiche": la paura del buio a 2 o 3 anni, quella dei grossi animali intorno ai 3 anni e quella dei piccoli animali fra i 4 e i 5 anni.
Queste sono abbastanza tipiche, ma molte paure o fobie transitorie possono comparire ancora fino ai 6 o 7 anni di età: molto spesso, inoltre, i bambini sono portati a riprodurre o imitare comportamenti che osservano nelle persone vicine o anche a rispecchiare apprensioni dei familiari.
Quello che contraddistingue la patologia rispetto alla fisiologia in questi casi sono le caratteristiche di persistenza, anacronismo ed intensità del sintomo, oltre che ovviamente la presenza di reali limitazioni alle attività abituali del bambino.
Per oggi ci fermiamo, limitandoci  a  quando non è il caso di preoccuparci troppo: magari un'altra volta parleremo invece di quando preoccuparci ...

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