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Oggi 21 Settembre: XX giornata mondiale dell'Alzheimer

21/09/2013

Inizia così subdolamente e spesso nei primi tempi rimane misconosciuta: qualche dimenticanza, piccole confusioni sono cose che capitano a tutti tanto da aver fornito argomento alla notissima "Psicopatologia della vita quotidiana" di Freud.
Chi non ha mai sofferto di  qualche vuoto di memoria, specialmente  in periodi di stress o di leggera depressione?
Così passa inavvertito l'esordio dell'Alzheimer, la più temuta malattia degenerativa cerebrale causa di demenza.
Oggi nel linguaggio comune tutte le forme di decadimento mentale della vecchiaia vengono etichettate come Alzheimer: in maniera un pò puerile, una volta imparata una parola difficile, tendiamo ad utilizzarla troppo,  generalizzandola ad una intera categoria, quella delle demenza presenili e senili, dove, a rigore, andrebbero discriminate le diverse forme, ma questo in fondo riguarda solo i medici in rapporto all'appropriatezza delle cure, laddove il problema nel suo complesso investe l'intera società.

Infatti oggi il problema dell'Alzheimer è uno di quelli che comportano tra i più elevati costi sociali ed economici, compromettendo la qualità della vita non solo degli ammalati, ma di interi nuclei familiari.

Il 19 settembre a Roma,  in previsione della XX giornata mondiale dell'Alzheimer che cade oggi 21 Settembre, nel mese  già interamente dedicato a questa malattia, sono stati diffusi alcuni dati relativi sia alla situazione attuale che a proiezioni nel prossimo futuro.
Nel 43% dei casi la malattia non viene diagnosticata nelle sue fasi iniziali, attualmente in Italia sono censiti 700.000 casi, ma si stima che il numero effettivo superi questa cifra ufficiale.
Circa due milioni di persone sono coinvolte come "caregivers" e dedicano all'accudimento di questi malati fino a  15 e più ore al giorno per una decina di anni: si tratta infatti di persone che necessitano di assistenza continua.
Il carico economico ed assistenziale ricade prevalentemente sulle famiglie: l'Italia non ha un piano nazionale per le demenze, ma solo 500 UVA (Unità di Valutazione Alzheimer) del tutto insufficienti a coprire il fabbisogno nazionale.
La malattia solo in un 10% di casi esordisce prima dei 65 anni, ma di solito riguarda persone in età più avanzata ed è questo il motivo per cui con l'allungamento della vita media, si prevede nei prossimi anni un incremento di casi fino a configurare una situazione di vera emergenza sociale e normativa.
Poco si investe nel settore della ricerca in questo campo, forse perché pensiamo che, tutto sommato, gli anziani siano sulla via del declino, senza tenere conto del fatto che  la qualità della vita merita di essere dignitosa a qualsiasi età e che inoltre, sono coinvolti  (non solo per le difficoltà concrete di gestione, ma anche sul piano emozionale) i caregivers e le loro famiglie!

Quanto sia doloroso vedere gradualmente svanire la persona cara, raccogliendo quotidianamente nel cavo delle proprie mani la sua mente e la sua anima che si vanno sgretolando, quali siano la frustrazione, la vergogna, la dissimulazione, la rabbia, la colpa, il disagio materiale, l'impegno e la fatica sono storie che solo chi le ha vissute in prima persona è in grado di raccontare ...

Il progetto per un piano nazionale sulle demenze è rimasto bloccato già da due anni alla Conferenza Stato Regioni e (ironia della sorte) dimenticato ....

Sono previste per la giornata di oggi diverse iniziative in tutta Italia, organizzate dalla Federazione Alzheimer Italia, ma non c'è nulla in programmazione per la Campania!


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