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Provate a chiedere ad un bugiardo se mente: otterrete una risposta ... onesta!

15/12/2013

La bugia: ecco un argomento intrigante e meritevole di approfondimenti scientifici, che infatti non sono mai  mancati, ma  sono stati anzi sempre numerosi avvicendandosi nello studio dei diversi aspetti della menzogna e della attitudine a mentire. Sull'argomento credo valga la pena di segnalare la ricerca pubblicata di recente sul numero di Gennaio 2014 della rivista Human Comunication Research condotta da Rony Halevy, Shaul Shalvi e Bruno Verschuere presso l'Università di Amsterdam.
Nelle loro premesse i ricercatori richiamano alcuni luoghi comuni: opinione condivisa è la  diffusione pressoché universale della menzogna: tutti mentono!

Molti degli studi in passato hanno infatti dimostrato che praticamente tutti, o almeno la maggior parte delle persone mentono e molte ricerche si sono focalizzate sulle condizioni esterne, quali determinati della attitudine a mentire. Si ritiene ad esempio che tutte le situazioni che comportano una riduzione dell'autocontrollo incrementino  la probabilità che le persone hanno di mentire.
Trovarsi in una camera al buio, beneficiare di una causa caritatevole, essere prevalentemente tesi a perseguire effetti positivi (un successo) piuttosto che temere conseguenze negative sarebbero altrettante condizioni capaci di indurre alla menzogna.

Questi autori tuttavia si dichiarano interessati a studiare le differenze individuali suscettibili di causare l'attitudine a dire bugie, piuttosto che le determinanti esterne: da questo punto di vista viene rilevato che tutti gli studi fin qui condotti per valutare tali differenze individuali sono fondate su quanto ciascuno riferisce di sé e quindi come essere certi che quanto riferito nelle interviste sia attendibile? 
Uno dei primi scopi dello studio è pertanto quello di stabilire la correlazione tra disonestà autoriferita e tendenza reale alla disonestà: secondo gli autori la maggior parte dei bugiardi  patologici dimostrano una ridotta capacità di ragionamento morale per cui in questa fascia la menzogna come tale non viene percepita come un fatto in sé negativo e pertanto è probabile che venga riconosciuta la propria attitudine a mentire.

La maggior parte delle bugie vengono raccontate da un piccolo numero di bugiardi prolifici (circa il 5% delle persone) ma tra questi sono inclusi non solo i bugiardi patologici (quelli che mentono compulsivamente senza necessariamente averne motivo o utilità) ma anche i bugiardi frequenti che sono invece consapevoli degli aspetti etici negativi propri della menzogna, ma mentono per motivi precisi, quali ambizioni e vantaggi personali.

Lo studio iniziale è stato condotto su 500 partecipanti utilizzando una intervista strutturata ed altre scale di valutazione della personalità, quindi nella seconda fase, un sottocampione (270 individui selezionati in base ai punteggi raggiunti nelle interviste iniziali) è stato sottoposto ad una verifica in laboratorio in modo da misurare la correlazione esistente tra il livello di disonestà riferito e quello reale.
Questo sottocampione è stato testato rispetto alla onestà effettiva dei comportamenti proponendo diversi compiti (decodificazione di sequenze di parole, tiro in segreto di dadi, etc.) dove era possibile ricevere premi in denaro al raggiungimento di certi risultati ed attraverso i quali quindi è stato possibile valutare obiettivamente l'attitudine a barare dei diversi soggetti e di paragonarla con quanto ciascuno aveva riferito di sé nelle interviste.
Bene i risultati secondo gli autori dimostrano che: 
"un bugiardo frequente è una persona che ha punteggi più alti sulle misure dei tratti psicopatici (valutati nelle interviste, ndr) ed è più incline a barare in un compito di laboratorio".
Questo probabilmente perché la menzogna e l'inganno vengono percepiti meno negativamente dalle persone che li usano.
Insomma potrebbe essere meno stupido di ciò che sembra chiedere ad un bugiardo se sta mentendo ... magari (con un pò di fortuna) vi risponderà la verità!



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