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Si riduce ancora il potere d'acquisto delle famiglie.

Ieri l'Istat ha pubblicato i dati relativi al reddito ed alla capacità di risparmio  delle famiglie (la prima cellula aziendale, se vogliamo) per l'anno 2013, ma contemporaneamente sia la Coldiretti che la Confcommercio hanno lanciato l'ennesimo allarme per il calo del potere d'acquisto delle famiglie.
Vediamo i dati nel dettaglio:
secondo l'Istat nel 2013 il reddito familiare è aumentato dello 0,3% su base annua, restando tuttavia stabile nell'ultimo trimestre del 2013 rispetto al trimestre precedente, ma con una crescita dell'1,1% rispetto al corrispondente periodo del 2012. Questo dato, apparentemente positivo va tuttavia raffrontato alla inflazione, la quale risulta superiore al lieve aumento registrato nel reddito: tarata l'inflazione, il potere d'acquisto familiare risulta calato nel 2013 dell'1,1%.

In questo clima di crisi, la propensione delle famiglie al risparmio sembra aumentare, infatti nel 2013 è risultata pari al 9,8% in aumento rispetto al 2012 dell'1,4% rispetto al 2012.
La Coldiretti denuncia, quale conseguenza più vistosa del calo del potere d'acquisto familiare, la riduzione dei consumi alimentari, regrediti ai livelli del 1981 con un budget familiare di 1.683 euro annui: nell'analisi della Coldiretti valori inferiori a questa cifra sarebbero stati registrati solo nel 1981.
Complessivamente il taglio di spesa sugli alimentari segnerebbe un -3,1% nel 2013 con maggiore calo per prodotti come pesce fresco (-20%) pasta (-9%) latte (-8%) olioextravergine (-6%) frutta e verdure (-3%) e carne (-2%) solo le uova registrano un aumento negli acquisti (+2%): infatti si tratta di uno degli alimenti proteici più economici in commercio.
Insomma, a proposito di alimentazione, sembra che perfino la nostra dieta mediterranea sia divenuta troppo costosa per le famiglie italiane. Il calo dei consumi naturalmente mantiene ancora e sempre più  in crisi le aziende di questo settore produttivo.

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