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Libertà di stampa e crisi dell'editoria: Grillo attacca l'Unità

Non è la prima volta che Grillo attacca la stampa, i giornalisti ed i giornali, si tratta di una pratica sistematica anzi: anche oggi sul suo blog c'è spazio per "il giornalista del giorno" reo di avere criticato la politica europea del leader pentastellato, un certo Pierfranco Pellizzetti del Fatto Quotidiano, ma tant'è la cosa non fa più notizia, tanto da lì passano tutti prima o poi, quelli che non appartengono alla  scuderia grillina ovviamente!
Ma oggi si discute invece delle esternazioni entusiastiche di Grillo a proposito della situazione critica che ha investito la testata storica del PCI,  l'Unità, il quotidiano comunista fondato da Antonio Gramsci nel 1924.
Al di là del fatto che c'è poco da gioire se un'azienda informativa chiude lasciando a spasso le persone (come se in Italia non ne avessimo già abbastanza di disoccupati) vorrei soffermarmi sulla stranezza della asserzione di Grillo presente nel post del suo blog.
Lui plaude all'ottima notizia e dice, anzi scrive (scripta manent):

"... meno giornali significa infatti più informazione ..."

Sembra proprio una affermazione paradossale: come potrebbe esserci più informazione se scompaiono le fonti della informazione stessa?
Il giornale non viene letto e non vende copie, sottolinea Grillo.
Per la verità la crisi dell'editoria è un pò un fatto generale, visto che la maggior parte delle persone si tiene aggiornata attraverso la rete e la televisione.

Quel giornale è finanziato con denaro pubblico: bene, ma se i cittadini non sono disposti a contribuire alla spesa  che garantisce la pluralità della informazione, cosa dovremo fare?

Dovremmo forse accontentarci delle informazioni (pubblicitarie, ndr) pagate dai più ricchi, come Grillo ad esempio, o anche  Agnelli ed da altri cosiddetti patron? 

Ed avremo più informazione?

Certo i messaggi pubblicitari sono di solito martellanti e virali e se l'informazione venisse sostituita  dai proselitismi consumistici e/o pseudoideologici mirati a favorire gli interessi delle elites economiche non c'è dubbio che verremmo subissati di informazioni (pubblicitarie sempre, ndr) ma .... a quel punto converrebbe spegnere tutto ed andare in giro a vedere coi propri occhi cosa succede, perché di informazione vera non ce ne sarebbe proprio più.

Il fatto è che chi fa informazione ad un livello professionale svolge effettivamente un lavoro, a volte anche pericoloso (si vedano i vari incidenti, rapimenti e simili di giornalisti inviati in territori di conflitto) ed impegna in questo lavoro il proprio tempo, dopodiché avrà bisogno di vivere e mangiare come noi tutti: chi lo paga?
I ricchi e potenti pagano solo quelli che obbediscono ai loro interessi, allora  ci accontenteremo dell'informazione dei padroni?
Molto improbabile in tal caso, che si tratti di una informazione mirata alla cultura, alla consapevolezza ed agli interessi reali delle persone, si tratterà piuttosto di una "informazione" indirizzata a costruire il consenso intorno al potente (il concetto di egemonia se avete presente) in modo da conservare ed aumentare la sua ricchezza e la sua potenza, insomma informazione pubblicitaria .... come se di quella non ne avessimo già abbastanza!

Commenti

  1. Dopo essere entrati in "sintonia" con il commento al post precedente, quasi mi dispiace, adesso, dover litigare con te :-). Io sono contrario all'informazione di partito più che di quella privata. I giornali dei ricchi se li pagano loro, e non ci piove. Invece, quelli "schiavi" alla politica li paghiamo noi ma scrivono per loro. E non mi si venga a dire che fanno l'interesse del popolo perché è impossibile, dato che seguono come i cagnolini i loro "padroni" Segretari di Partito, dai cui voleri dipendono, in special modo, economicamente... Insomma, come ben affermi tu, fanno informazione di cultura, si, ma, quella di Partito... il loro... Buona notte Clara e non me ne volere :-)

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    1. Sai Jennaro ... l'Unità io la leggo poco: è troppo moderata per me, quindi ad essere sincera non mi sento "di parte", certamente è una testata storica e ti confido che a casa ho gli scritti di Gramsci, ma certo quelli erano altri tempi! Comunque io credo che qualsiasi tipo di informazione finisca per essere di parte: quella dei padroni è dei padroni, quella dei partiti è dei partiti, d'accordo, ma per fortuna di partiti ce ne sono di diversa ispirazione, così alla fine se uno si documenta come si deve, una informazione completa riesce ad ottenerla, se si elimina una delle parti, l'informazione sarà solo parziale, non potrai mai ascoltare le due campane, ma solo una e questo non è un bene.
      L'altro problema è che effettivamente la partitocrazia è diventata una specie di oligarchia, insomma un potere, gestito da gente che se non è già ricca, presto riesce ad arricchirsi grazie alla politica ... e neanche questo è un bene .... i partiti dovrebbero essere altro.
      Figurati perché dovrei volertene? Mi piace litigare con te ;-))

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  2. Sai Jennaro ... l'Unità io la leggo poco: è troppo moderata per me, quindi ad essere sincera non mi sento "di parte", certamente è una testata storica e ti confido che a casa ho gli scritti di Gramsci, ma certo quelli erano altri tempi! Comunque io credo che qualsiasi tipo di informazione finisca per essere di parte: quella dei padroni è dei padroni, quella dei partiti è dei partiti, d'accordo, ma per fortuna di partiti ce ne sono di diversa ispirazione, così alla fine se uno si documenta come si deve, una informazione completa riesce ad ottenerla, se si elimina una delle parti, l'informazione sarà solo parziale, non potrai mai ascoltare le due campane, ma solo una e questo non è un bene.
    L'altro problema è che effettivamente la partitocrazia è diventata una specie di oligarchia, insomma un potere, gestito da gente che se non è già ricca, presto riesce ad arricchirsi grazie alla politica ... e neanche questo è un bene .... i partiti dovrebbero essere altro.
    Figurati perché dovrei volertene? Mi piace litigare con te ;-))

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  3. Ho capito, noi siamo la prova vivente che qualche volta gli antipodi possono anche incontrarsi...

    ... e sappi che anche per me, "scontrariarmi" con te è una gioia infinita... Buona Notte!

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  4. Ho capito, noi siamo la prova vivente che qualche volta gli antipodi possono anche incontrarsi...

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