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La vacanza perfetta

Non tutti gli italiani quest'anno sono riusciti a partire per le vacanze: chi lo ha fatto o sta per farlo in genere si è allontanato per un periodo breve, anche di pochi giorni.
La Confesercenti lamenta una riduzione del fatturato nel mese di luglio di ben 400 milioni con un calo del 30% del turismo balneare e del 15-20% di quello in montagna: colpa del tempo variabile e della crisi, insomma un'estate attesa, ma che tarda ad arrivare sotto ogni profilo.

Secondo una ricerca di Confturismo-Istituto Piepoli, il 79% degli italiani (di quelli che hanno potuto permetterselo) ha preferito restare nei confini nazionali ed il turismo sarà per il 62% di tipo balneare, mentre per un 22% verranno preferiti tour culturali in città d'arte e per il 20% invece le mete turistiche sono in località di montagna.
In sintesi le condizioni climatiche hanno finito per peggiorare una tendenza al calo del business vacanze già presente negli anni trascorsi e quello che ne ha risentito maggiormente è stato appunto il turismo balneare.
Tra le mete estere preferite figurano la Grecia, la Spagna, la Francia, la Croazia e quindi la Tunisia e la Turchia, mentre tra le mete italiane al top sono la Toscana, la Puglia e la Sicilia.

A questo punto, passato il ferragosto ci sono ancora molti che non sanno cosa fare, anche perché nell'incertezza generale (economica e meteorologica) una buona parte dei potenziali vacanzieri ha aspettato l'ultimo momento per decidere.

Una riflessione è d'obbligo: cos'è una vacanza? Cosa veramente dobbiamo intendere per vacanza?
La parola per sé è di derivazione latina, da vacantia, ovvero vuoto o libero, in effetti si tratta di un verbo, un participio plurale sostantivato da vaco, vacas, vacavi, vacatum, vacare (paradigma) il participio presente sarebbe vacans. Ora giustamente qualcuno si chiederà a che pro rispolverare la derivazione latina: ecco una buona traduzione del verbo sarebbe oziare, essere libero da impegni.

Oziare ed essere libero da impegni non è esattamente il concetto di vacanza che noi abbiamo oggi: ovvio che i commercianti e gli imprenditori del settore turistico incoraggino agli spostamenti (devono pur lavorare) ovvio che purtroppo questi spostamenti per una serie di impegni familiari e lavorativi di solito siamo costretti a farli (potendo) durante la stagione estiva (ragion per cui i prezzi dei trasporti e dei servizi di accoglienza alberghiera e ristorazione vengono a dir poco triplicati) ovvio che tra prenotazioni, preparativi, valigie, viaggio ed esplorazioni, nonché vari "scarpinetti"   (terminologia gergale con cui si intendono marce forzate finalizzate alle visite di musei e monumenti nelle principali città italiane e/o europee) si faranno esperienze interessantissime, ma non mi si venga a  raccontare che saremo liberi da impegni!

Ora  visto che uno stacco dalla routine ed una distanza anche fisica dalle mura domestiche abituali è sempre consigliabile per conservare un minimo di elasticità e varietà  di interessi, evitando di irrigidirsi negli orizzonti sempre più limitati e riduttivi della routine, io apprezzerei pure il viaggio, sia al mare,  verso destinazioni capaci di offrire lo spettacolo delle bellezze naturali, sia  in città che offrano gli spettacoli dei propri patrimoni artistici ed architettonici, ma effettivamente immagino che un congruo periodo di reale  vacanza (un nulla da fare) prima e dopo un viaggio (a volte anche durante) un altro tipo di viaggio, per così dire  nel tempo, dove si rompano  semplicemente i ritmi soliti e si butti via l'orologio,  non solo sortisca lo stesso effetto (o migliore) di rigenerazione mentale, ma possa aprire nuovi orizzonti del pensiero  creativo del tutto gratuitamente, fra l'altro!

Buone vacanze (anche alternative) a tutti!

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