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Storie di straordinario bullismo: la vittima dell'autolavaggio

Del fatto si continua a parlare da tre giorni, da quando è avvenuto l'8 ottobre: un ragazzino di 14 anni è stato ridotto quasi in fin di vita da tre uomini di 24 anni che si divertivano a  deriderlo per la sua pinguedine. La vicenda raccapricciante si è consumata in un autolavaggio a Pianura di Napoli ed in pieno giorno.
Nella foga di vessare il ragazzino si è passati dalle parole ai fatti ed uno dei tre, certo Vincenzo Iacolare,  ha preso un tubo ad aria compressa ed  ha finito per provocare al ragazzo gravi lesioni intestinali. L'uomo è stato arrestato, ma i suoi familiari dicono che non voleva fare del male: certo voleva solo divertirsi o press'a poco, ma non si  divertiva certo facendo del bene, infatti è difficile immaginare che il ragazzo si dimostrasse a  sua volta contento o divertito mentre avveniva il fatto.

Non è necessario un quoziente intellettivo elevato per capire che un gesto del genere è di grave pericolo per la salute e la vita della vittima, ed anche con un quoziente molto basso risulta immediatamente intuitivo che si sta facendo del male ad una persona e che l'altra persona è terrorizzata e sta soffrendo.

Che una persona possa trovare una cosa del genere uno scherzo divertente non lo definisce certo come innocente, ma piuttosto come pervertito e sadico. Supponiamo che non sapesse che avrebbe lacerato l'intestino,  si tratta di un punto di vista poco realistico:  l'uomo lavorava nell'autolavaggio e conosceva sicuramente la potenza dell'attrezzo, ma comunque supponiamo pure che non fosse decisamente intenzionato ad ammazzarlo (magari sperava di poterlo riutilizzare per altri simpatici giochini) allora  cosa voleva ottenere? Umiliarlo, godere della sua paura, sentirsi forte della sopraffazione.

Qual è il limite tra perversione sadica e bullismo? 
Dominare ed umiliare la vittima sono cose che fanno i bulli, ma anche i sadici: alcuni meccanismi purtroppo in qualche misura sono parte della struttura di personalità di tantissime persone apparentemente ben adattate e perfino di persone abbastanza equilibrate, che in quest'ultimo caso, le utilizzano limitatamente in alcuni meccanismi di competizione sociale.
Certo è una questione di misura: altro è una battuta mordace, altro è uno stupro ed una sodomia, ma non è solo una mera questione quantitativa, c'è un salto di qualità.
Il salto di qualità sta nella capacità o meno di vedere l'altra persona, vedere nel senso umano del termine, vederla come persona e figurarsene le emozioni, identificandovisi.
Chi non riesce a vedere l'altro come persona, chi usa l'altro come mero oggetto di trastullo, quel confine l'ha varcato.

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