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I bambini alle prese col barone di Munchausen: colpa delle mamme?

Anche i bambini a volte sono malati immaginari, anzi la cosa accade con una certa frequenza: stando ad uno studio italiano, condotto da Pietro Ferrara presso l'Università Cattolica di Roma e pubblicato sulla rivista scientifica Journal of child health care, la prevalenza dei disturbi fittizi nei bambini ospedalizzati è dell'1,8% .
Sono stati reclutati per la ricerca 751 bambini, praticamente tutti i ricoverati presso il reparto pediatrico dell'Ospedale Gemelli di Roma tra novembre 2007 e marzo 2010: di questi 751 per 14 c'è stata diagnosi di disturbo fittizio.
Dei 14 con disturbo fittizio, ovvero immaginato, ce n'erano 3 che soddisfacevano i criteri diagnostici della sindrome di Munchausen, per 4 era diagnosticabile la sindrome di Minchausen per procura.

La sindrome di Munchausen è un disturbo psichico che induce i pazienti ad accusare sintomi di vario  tipo con lo scopo (inconsapevole: è cosa diversa dalla simulazione) di attirare su di sé l'attenzione, sicché il soggetto spesso sviluppa una vera e propria dipendenza dagli ambulatori, ospedali ed ambienti medici e continua ad entrare ed uscire dalle strutture sanitarie con una certa frequenza.
La sindrome di Munchausen per procura è invece descritta nei bambini laddove si presume che sia il caregiver del piccolo (nella nostra cultura costantemente la madre) ad utilizzare il bambino per attirare su di sé l'attenzione.
La sindrome prende il nome dalle inverosimili e rocambolesche avventure narrate dal leggendario barone di Munchausen, capace di inventarsi di tutto, pur di stupire e tenere banco al centro dell'attenzione del suo pubblico.

Nella popolazione pediatrica presa in esame presso il Gemelli di Roma, dunque, la prevalenza del disturbo (4 casi) risultava dello 0,53% ed in 3 dei 4 casi era riconoscibile una responsabilità materna nella genesi della sindrome. Gli autori rilevano che la prevalenza di questa sindrome nella età pediatrica appare in questo studio superiore a quanto osservato in precedenza e che pertanto la diagnosi di sindrome di Munchausen va presa in considerazione nei casi di frequenti richieste di consultazioni mediche.

Lo studio è stato anche ripreso da Repubblica in un recente articolo: ecco riguardo alla lettura che ne viene data in questo ed in altri articoli sull'argomento, mi sembra corretto precisare che la prevalenza effettiva della sindrome è stata registrata nello 0,53%, non essendo tutti i disturbi fittizi inquadrabili come sindromi di Munchausen.
Inoltre i condizionamenti subiti dal bambino provengono prevalentemente dalle madri per il semplice motivo che nella nostra cultura il lavoro di cura familiare, l'allevamento e l'educazione dei piccoli sono delegati pressoché esclusivamente alla figura materna ed ovviamente nessuno può sbagliare ciò che non fa. Infine, malgrado questo, solo in 3 casi su 4 la responsabilità della sindrome è stata attribuita alla madre e se questa proporzione venisse raffrontata con le percentuali di caregiver madri rispetto ai caregiver padri avremmo delle sorprese, benché si tratti di numeri davvero troppo esigui per poter azzardare un confronto...
Le madri che possono indurre disturbi di questo genere sono per lo più persone molto apprensive, in genere svalutate e con vissuti di inadeguatezza rispetto alla propria capacità genitoriale: nella maggior parte dei casi hanno bisogno di sentirsi rassicurate ed aiutate (anche concretamente) nonché valorizzate dal partner (padre).
Talvolta si può essere responsabili non solo per quello che si fa, ma anche per quello che non si fa (non a caso l'omissione di soccorso è un reato, ad esempio).
Esistono purtroppo nuclei familiari disfunzionali e la catena del malessere ricade dall'alto in basso dal più forte al più debole, quasi per legge di natura, le povere madri hanno subito fin troppo a lungo la bolla di essere schizofrenogene ed altre piacevolezze simili: sarebbe ora di smettere di demonizzarle e provare ad aiutarle quando è necessario, piuttosto che limitarsi a giudicare.

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