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Aumenta la mortalità infantile nel meridione d'Italia

I dati sulla natalità e maternità in Italia relativi al 2013, pubblicati oggi da Save the children, nell'ambito del progetto "Mamme in arrivo", pur confermando che il nostro paese è ai primi posti per la qualità dell'assistenza alla nascita, mette in evidenza alcune criticità rilevanti:
  • Un terzo, il 29,4% dei punti nascita, è da considerarsi fuori dagli standard di sicurezza e qualità consigliati: infatti si tratta di strutture che ospitano meno di 500 nascite all'anno e spesso mancano dei servizi di emergenza necessari in caso di patologie del neonato e/o della madre. I punti nascita nel loro complesso sono 521, di cui circa 173 (un terzo appunto) non sono sicuri dal punto di vista assistenziale, per mancanza di servizi di trasporto ai più vicini centri ospedalieri e mancanza di sufficiente personale medico. I punti nascita non in linea sono concentrati in Campania, dove se ne trovano 20, seguono la Sicilia con 18, poi Lazio (12) e Sardegna (10).
  • La percentuale dei tagli cesarei è molto elevata in Italia, al 36,3% con punte massime in Campania (61,5%) Puglia (44,6%) Molise (47,3%) e Sicilia (44,8%). Il dato medio italiano è in assoluto il più elevato in Europa, al di sopra di ben 10 punti rispetto alla media UE ed oltre il doppio di quanto stabilito nelle linee guida dell'Oms.
  • La mortalità infantile, pur collocandosi tra le più basse al mondo, ha registrato nel meridione un incremento di ben il 30%. I valori più elevati di mortalità sono registrati in Sicilia con  4,8/1.000 nati vivi, che non superano il 1° anno di vita, seguono la Campania (4,1/1.000) il Lazio (3,9/1.000) e la liguria (3,8/1.000)
Nel 2013 sono nati 514.000 bambini, una tendenza sempre in discesa, le madri straniere sono il 20% e tra le italiane l'età della maternità scivola sempre più in avanti. Una delle criticità rilevate sta nello scarso supporto sociale che viene fornito alle madri ed alle famiglie: in Italia il 13% dei bambini da 0 a 2 anni frequenta un asilo-nido pubblico, ma questa opportunità è pressoché inesistente al sud, dove la copertura per la fascia d'età riguarda appena il 2% dei bambini. Al giorno d'oggi la famiglia nucleare, cosiddetta di procreazione, ha sostituito il vecchio sistema della famiglia patriarcale, ma questo ha sottratto alle madri più giovani, fragili o inesperte il supporto sociale naturale della famiglia allargata e ad esso la nostra società non si è ancora dimostrata in grado di sopperire. Un aspetto dello scarso sostegno sta nella carenza dei percorsi di accompagnamento alla nascita ed alla genitorialità. In questo vuoto istituzionale Save the Children colloca anche il suo progetto "fiocchi in ospedale" che si propone appunto un accompagnamento alla maternità nell'ottica di fornire le protezioni ed i supporti necessari ai piccoli ed alle loro famiglie.

1.434.000 bambini vivono in condizioni di assoluta povertà, circa 50.000  donne ogni anno soffrono di depressione post partum ed a fronte di questo il numero dei consultori familiari sul territorio si è ridotto: attualmente ne esistono in Italia 1.911 corrispondenti in media  ad uno su circa 30.000 abitanti. 

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