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Lo spreco alimentare: problema etico ed ambientale

Il 5 febbraio dello scorso anno è stata celebrata per la prima volta la giornata nazionale contro lo spreco alimentare ed oggi ne ricorre quindi il 1° anniversario, è infatti oggi la 2° giornata nazionale dedicata a questa tematica.
Da qualche tempo il problema dello spreco delle risorse alimentari del pianeta e per contro l'elevato numero dei decessi nel mondo conseguenti alla denutrizione grave, unitamente all'emergere delle difficoltà per la crisi economica mondiale sembrano avere in qualche misura risvegliato la sensibilità etica dell'opinione pubblica che vede quanto sia assurdo e surreale contare i morti per fame mentre miliardi di tonnellate di cibo vanno buttate letteralmente.


Questa enorme contraddizione è stata  argomento di riflessione da parte del pontefice, anche, ma non solo in occasione della giornata mondiale dell'ambiente 2013 e si tratta evidentemente di una situazione creata dalle logiche di mercato e profitto, assolutamente contrarie alla sensibilità e solidarietà umana.

Si distruggono raccolti per evitare che cali il prezzo di un prodotto, si compra più del necessario e si butta via, ma poco importa: l'importante è far circolare denaro.
Poco importa se in questa logica chi non dispone di risorse economiche fa la fame e muore nel frattempo: ciò che conta è che non vengano intaccati i profitti di chi  specula sul mercato degli alimenti.

Si tratta di un vero e proprio crimine perpetrato a danno delle fasce più deboli di umanità quelle che restano private del cibo a causa dell'accaparramento delle terre da parte delle grandi industrie alimentari, cibo che poi non hanno il denaro per comprare.
La sensibilità a questa tematica sembra essersi acuita in seguito alla crisi economica (si vede che è necessario soffrire almeno un poco per riuscire ad immedesimarsi con chi soffre e divenire quindi capaci di solidarietà) ma il problema non sono soltanto le vite umane che vanno perdute oggi: la cosa più grave è il depauperamento delle risorse del pianeta per le generazioni a venire e lo smaltimento dei rifiuti creato dal cibo gettato via: un grosso inquinamento ambientale.

3,3 miliardi di tonnellate di anidride carbonica sono il prodotto del cibo non consumato, ma buttato via ed oltre alle emissioni inquinanti di CO2 c'è da considerare lo spreco delle risorse idriche collegato allo spreco di cibo, si parla di 250 km cubi, 1,4 miliardi di ettari di terreno sono quelli sfruttati per il cibo buttato via.
Lo spreco di cibo riguarda mense e ristoranti, ma anche famiglie e gli alimenti deperibili, come verdura frutta e pane sono quelli che vengono più facilmente sprecati.
Certamente sono importanti campagne educative che aiutino a comprendere la sacralità del cibo come risorsa (non infinita) della natura e da condividere e preservare per tutto il genere umano e le generazioni future, ogni spreco trasforma preziose risorse in immondizia inquinante: anche questo è importante comprendere per improntarvi il proprio vivere quotidiano.



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