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Aumentano i prezzi a Febbraio: bisogna essere contenti

I media hanno salutato come una buona notizia l'aumento dei prezzi al consumo registrato dall'Istat nel mese di febbraio: difatti è una buona notizia perché rappresenta una battuta d'arresto della cosiddetta deflazione, vale a dire una riduzione generalizzata dei prezzi conseguente alla spirale della recessione (che a sua volta sarebbe la riduzione del Pil protratta per almeno due trimestri di seguito).

Insomma dobbiamo essere contenti del lievitare dei prezzi, che nei dati Istat registra il + 0,4% rispetto al mese precedente (ma il -0,2% in confronto al febbraio 2014) perché questo viene interpretato come un indice di ripresa dei consumi e quindi della produzione.

Pensare che una volta la gente non faceva che lamentarsi dell'aumento dei prezzi, ma grazie alle scelte di politica economica nazionali ed europee, si vede che siamo finalmente giunti al punto in cui potremo affermare a ragion veduta: "Non ci si può lamentare".

Senza lamentarci dunque analizziamo i dati diffusi dall'Istat oggi:

  • prezzi di frutta e verdura: + 10,8%
  • servizi di trasporto: + 1,4%
  • tabacchi: + 3,7%
  • beni energetici: -14%
La media si diceva è del + 0,4% nel raffronto mensile e l'inflazione si porta al + 0,6% sempre nel confronto mensile, mentre l'inflazione acquisita per l'anno 2015 conserva il segno  negativo del - 0,2% migliorando comunque rispetto a gennaio (- 0,6%). Nel confronto tendenziale, cioè annuo, rispetto a febbraio 2014 i prezzi dei beni al consumo diminuiscono dello 0,9%, con un discreto miglioramento rispetto a gennaio (- 1,5%).

C'è da augurarsi naturalmente che questo andamento rappresenti effettivamente il primo segnale di una ripresa produttiva, ma è anche utile al riguardo tenere conto del fatto che i dati pubblicati il 10 marzo sulla produzione industriale in gennaio 2015 segnavano comunque un calo congiunturale dello 0,7% e tendenziale del 2,2%. Non resta quindi che aspettare i dati sulla produzione di febbraio, dato che i prezzi al consumo non necessariamente rappresentano un indice diretto di ripresa del Pil.


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