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Chi semina raccoglie: Salvini raccoglie a Livorno, Ancona e Macerata

Dicono che chi semina vento raccoglie tempesta: Salvini invece raccoglie pomodori, il che evidentemente è indice del suo sentimento solidale ed umano nei riguardi degli immigrati che lavorano appunto nei campi alla raccolta di pomodori, in genere (par d'aver sentito) per 12-14 ore al giorno e per un paio di euro l'ora.
Manodopera a buon mercato, voi mi direte, gestita dai cosiddetti caporali nelle campagne bruciate del sud.
D'altro canto i pelati e la passata li dovremo pur fare e, si sa, se la materia prima costa meno per l'industria alimentare è meglio, così risparmia i soldoni per il padiglione del made in Italy all'EXPO.

Con tutto l'impegno i pomodori vanno scartati, secondo l'uso ed alcuni si dovrebbero proprio buttare via ed ecco così che entra in gioco il nostro Salvini, che invece dal parsimonioso ed alacre nord, con spirito di iniziativa e grande spessore umano si propone come bersaglio per un uso alternativo dei pomodori destinati al macero.
E fin qui lo capiamo: è una questione di solidarietà, gli immigrati li raccolgono e lui cerca di schivarli (più che altro) però non c'è dubbio che in tal guisa si riscopra l'utilità dei pomodori scartati (che pur costarono sudore sotto al sole per la raccolta). Prima Livorno, poi Ancona ed infine Macerata: tutti pronti al lancio del pomodoro, ma non sono allenati, perché sembra sbaglino sovente la mira.

Ora voi direte: ma le uova allora? Cosa c'entrano le uova? Eh beh, vedete le uova da che mondo è mondo le fanno le galline, le quali per loro natura, c'entrano sempre laddove c'è un gallo che si sia fatto fotografare seminudo con un'intrigante cravatta verde al collo dall'alto del palco della sua democrazia ad arringar galline...

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