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Comunicazione web e solitudine "neuronale"

Ironizzare sulla umanità "connessa" è  ormai diventato un luogo comune: quotidianamente infatti sentiamo parlare dei danni legati all'uso di internet e dei social, tanto che si avvicendano ricerche e statistiche che dimostrano ora l'insorgenza di sentimenti depressivi di fronte alla esibizione della felicità altrui, ora il danno derivante dall'aumento della sedentarietà negli internauti ed infine anche la riduzione della frequenza di rapporti sessuali (solo in Inghilterra, però) come riportato un paio di giorni fa in una nota dell'Ansa.
In effetti internet ha completamente rivoluzionato la comunicazione umana negli ultimi venti anni: sembra avere annullato le distanze ed esteso in progressione geometrica il numero di contatti e le possibilità di informazione e confronto. In fondo ci siamo sentiti tutti attratti e stupiti (più o meno come i nativi americani di fronte ai monili scintillanti offerti dai colonizzatori) nel momento in cui  abbiamo realizzato la possibilità di visualizzare dal vivo, qui ed ora, sullo schermo del pc persone  che vivono agli antipodi, ascoltarne la voce ed osservarne l'espressione.
Credevamo che lo schermo fosse destinato solo alle celebrità come di fatto ancora avviene in televisione e l'idea di entrare nell'universo virtuale possiede il suo fascino.

Dal punto di vista della comunicazione, quella virtuale ha la caratteristica di coinvolgere prevalentemente il canale visivo: tutto ciò che passa sullo schermo del computer possiamo vederlo.
In misura minore, ma comunque ben rappresentata, è interessato anche il canale uditivo.
Si tratta quindi dei due organi di senso  capaci di percepire oggetti e stimoli a distanza, insomma telerecettori.
La comunicazione in internet non offre stimoli per gli altri tre sensi umani: non possiamo annusare, toccare, né assaggiare. L'esplorazione di questa dimensione, inoltre, si svolge senza l'ausilio della attività motoria: noi non ci muoviamo, ma restiamo più  meno comodamente seduti e/o inchiodati alle nostre sedie e poltrone, il che è meglio, perché se ci stiamo muovendo con gli occhi sul tablet, c'è il rischio di andare a sbattere da qualche parte.

Internet è sicuramente una risorsa, uno strumento che in se stesso non è particolarmente buono o cattivo, ma può diventare l'una o l'altra cosa in rapporto all'uso che se ne fa: un banale utensile, come una forbice da cucina, è uno strumento indispensabile per una serie di attività necessarie al nostro quotidiano, ma può diventare un'arma pericolosa in mani sbagliate come accade se un bambino  corre con la forbice in mano o un assassino  la usa come strumento di offesa.
Non c'è motivo di credere che la comunicazione web sia qualcosa di tanto diverso: le schiere di persone negli scompartimenti dei treni, ciascuno chino sul proprio tablet, in fondo somigliano abbastanza a quelle stesse schiere di venti anni fa, ciascuno chino sul proprio giornale, libro o rivista: il problema era e resta l'imbarazzo di trovarsi anche per ore a stretto contatto con perfetti sconosciuti.

Naturalmente è l'interattività offerta da internet quella che riesce ad essere maggiormente coinvolgente ed in più possiede la caratteristica, propria della realtà, di presentare le sue contingenze e le sue specifiche esigenze di tempistica, naturalmente del tutto slegate ed incoerenti rispetto a quelle del vissuto concreto: nel momento critico di un gioco on line, mentre i vostri alleati necessitano in modo assoluto del vostro intervento tempestivo, potrebbe arrivare il treno che stavate aspettando e voi potreste avere assoluta necessità di pensare a districarvi nella calca, badando anche magari a non essere borseggiato in quel genere di congiuntura così favorevole ai malintenzionati.
L'esempio di sopra per  banale e semplicistico che appaia, basta ad introdurre il concetto di "limite": ogni persona dotata di buon senso dovrebbe essere in grado di regolamentare autonomamente l'utilizzo dello strumento di comunicazione in base alle proprie esigenze di vita, integrandolo tra le attività del proprio quotidiano in misure armoniche e non dissonanti.

Le persone più frequentemente connesse sono quelle che ne hanno esigenza per motivi di lavoro o che per vari motivi personali prediligono la comunicazione virtuale, magari per difficoltà,  povertà o insoddisfazione della propria vita di relazione reale.
Tantissime sono persone sole davanti ad un monitor: uno dei problemi della nostra fase storica è proprio il crescente isolamento di ciascun individuo, ma... questo non è imputabile ad internet.




Commenti

  1. Super interessante ☀grazie Clara Ascione Buona serata bason

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie a te Marzia per l'attenzione che mi dedichi: buone feste.
      Un abbraccio.

      Elimina

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