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Il mistero della mamma scomparsa (parte seconda)

Il papà, Tommaso Nardi, era un colosso muscoloso sulla quarantina, con la pelle bruciata dal sole e ricamata dai suoi vari tatuaggi: di questi ne aveva diversi, come ogni camionista che si rispetti, ma a dispetto della sua figura imponente e della sua espressione sprezzante (sembrava sempre che avesse appena avvistato qualcosa di disgustoso, come un viscido muco di lumaca) in fondo era un bambinone, legato a doppio filo alle sue piccole certezze e ad ogni zolla di terra del suo cortile.
Non trovare la moglie in casa era per lui qualcosa di assurdo ed incredibile, come assistere al tramonto del sole a mezzogiorno, né mai aveva saputo dell'esistenza di terre che godono di sole 4-5 ore di luce in inverno: insomma la cosa sovvertiva completamente la sua concezione della vita e del mondo, per cui anziché essere preoccupato, era incredulo o per dir meglio, gli furono necessarie alcune ore prima di cominciare a realizzare che la moglie effettivamente non era in casa e neanche nei paraggi.
Appena vide il piccolo accoccolato nell'angolino della cucina corse apprensivo verso il figlioletto, credendolo svenuto: la sua impressione,  visto il disordine in giro, era che il bambino avesse combinato qualcosa, qualche storica marachella, chissà cosa voleva fare e dove voleva arrampicarsi ed aveva finito per rovesciare le sedie e far cadere le due bottiglie di vino.
Forse aveva battuto la testa, ma quella svanita di Leonarda dov'era?

Oh lo avrebbe sentito eccome! Prese in braccio il piccolo Marco e lo svegliò.
Marco nella semincoscienza del primo risveglio impiegò alcuni minuti per realizzare che non si trovava nel proprio letto e ricordarsi della sera prima, intanto il papà domandava:
- Dov'è mamma, Marco?
Il piccolo esitò, poi con la voce ancora impastata piagnucolò:
- Io non so dove è andata, l'ho cercata tutta la notte!
Il padre lo guardò per traverso incredulo ed aggiunse:
- Dì cosa hai combinato qui? Potevi farti male con tutti i vetri rotti, dì la verità: volevi rubare il vino per assaggiarlo?
Marco scoppiò di colpo in un pianto dirotto senza alcun preavviso: l'idea che il padre potesse considerarlo responsabile di tutto quel disastro lo spaventava come un'altra disgrazia inattesa quanto quell'affare della scomparsa di mamma. Tra i singhiozzi chiese:
- Ma mamma è tornata?
Per tutta risposta Tommaso portò il bambino in soggiorno, lo appoggiò sul divano e si scapicollò per le scale interne, di corsa verso le camere da letto, urlando a squarciagola:
- Leonarda! Leonardaaaa!
Marco bloccò di colpo le lacrime, come se avesse ricevuto un pugno nello stomaco e si mise ansiosamente in ascolto della risposta della mamma, ma si sentivano solo le porte sbattute e la voce del papà che chiamava e tra un richiamo e l'altro sacramentava fra i denti.
Marco lo sentì e poi lo vide scendere precipitosamente le scale e correre fuori dalla porta: era spaventato dalla rabbia del papà, ma lo era ancora di più del rimanere solo e come vide il padre sparire oltre la soglia, si precipitò fuori a sua volta, correndogli dietro e terrorizzato dall'idea di poterlo perdere di vista.
Tommaso intanto fuori di sé misurava a grandi falcate il perimetro del cortile e quindi si addentrò nella boscaglia che circondava la casa, percorrendo il viottolo che andava al torrente.
A volte Leonarda, quando aveva finito di sbrigare tutte le sue faccende andava al torrente o risaliva la collinetta dietro casa, portandosi dietro il suo cavalletto da disegno e le sue tavolozze: la loro soffitta era piena dei dipinti di Leonarda.
Prima che nascesse Marco, durante le lunghe assenze di Tommaso, Leonarda dipingeva tanto ed anzi Tommaso ricordava di alcuni commercianti d'arte che erano venuti a vedere i quadri della moglie: lei se qualcuno lo chiedeva, avvisava il marito in modo da farsi trovare in compagnia all'arrivo dei mercanti: amava la quiete della sua casa, ma sapeva che trattandosi di un posto isolato, doveva stare molto attenta. Dopo la nascita di Marco comunque, non aveva più dedicato tanto tempo alla pittura, presa com'era dalla cura del piccolo, che aveva anche bisogno di una sorveglianza stretta, essendo di sua natura molto vivace. Tommaso era stato segretamente soddisfatto di questa rinuncia della moglie ed in fondo considerava la sua passione per la pittura una specie di gioco puerile: tante ragazzine scrivono un diario, Leonarda dipingeva, poi, diventata mamma, aveva dovuto mettere i piedi per terra, come succede a tutti.
- Leonarda! Leonardaaa!
Nella corsa Marco sentiva l'urlo cadenzato del padre, che ormai affannava sul viottolo.
Giunsero sull'argine: Tommaso in testa ed il piccolo Marco alcuni metri dietro, tutti e due col fiatone, si bloccarono davanti al corso limpido del torrente e cominciarono ad esplorare con lo sguardo i dintorni ed anche l'erba sotto i loro piedi in cerca di qualche traccia. A quell'ora l'acqua scintillava sotto il sole, saltellando tra i ciottoli ed i grossi sassi in cascatelle e schizzi.
Tommaso spiava, l'acqua, il cielo e la vegetazione intorno, tendeva l'orecchio in silenzio, nel tentativo di decifrare il murmure musicale dell'acqua il cinguettio ed il frullio d'ali degli uccelli, un canto di cicala, in cerca di un rumore, un segno qualunque che gli offrisse una traccia da seguire.
Restarono così, padre e figlio per una ventina di minuti, ma nulla.
Ad un certo punto Tommaso guardò alle proprie spalle e si accorse di Marco che lo aveva seguito, senza più urlare, prese il piccolo per mano e gli disse:
- Andiamo a dare un'occhiata sulla collina.
Camminarono per una mezz'ora e ripassarono davanti alla loro casa vuota: una strana sensazione di stupore ed inquietudine si faceva strada nell'animo di Tommaso e ne smorzò la furia nello sguardo.
Un'ora prima voleva trovare la moglie per rimproverarla e strapazzarla a dovere, ora cominciava a dubitare che l'avrebbe trovata.
Dalla cima della collinetta alle spalle della casa si respirava aria pulita e fresca e si poteva godere di una vista superba: i boschi ed i gruppi di case affondate nel verde. Tommaso andò dritto nel punto dove Leonarda era solita posizionarsi col suo cavalletto, poi sedette scoraggiato nell'erba, imitato dal bambino ed attese. Sulla via del ritorno raccolse un pennello confuso tra gli arbusti sul bordo della strada: lo guardò e si chiese quando Leonarda poteva averlo perduto, di lì non passava mai nessuno ed il pennello forse era stato perduto prima che Marco nascesse.
Il sole cominciava a calare ed entrambi erano ancora digiuni.
- Sistemiamo la cucina - disse Tommaso - mamma si inquieterebbe se trovasse questo macello! -
I due cominciarono quindi a rassettare: raccolsero i vetri, lavarono i pavimenti, poi Tommaso mise a tavola del pane con formaggio ed insalata, preparò dei tramezzini per Marco e mangiarono.
Dopo cena Tommaso cominciò a riparare tutte le finestre della casa ed a sigillarle:
- Domani andiamo dalla nonna in paese - sentenziò - finché mamma non torna e chiamiamo la polizia
- La polizia? - si allarmò Marco - Cosa è successo alla mamma?
Tommaso lanciò un'occhiata a suo figlio con una nuova melanconia nello sguardo:
- Non lo so, Marco, perciò dovremo parlarne alla polizia, loro ci aiuteranno.

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