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La povertà educativa in Italia

Una mappatura impietosa della povertà e dell'ignoranza degli adolescenti italiani è quanto si può leggere nel  rapporto presentato il 14 settembre scorso da Save the Children, il primo dopo l'avvio del  progetto "illuminiamo il futuro" decollato lo scorso anno: nel nostro paese tra i ragazzi di 15 anni, uno su quattro (il 25%) non ha raggiunto le competenze minime negli apprendimenti  matematici ed uno su cinque (il 20%) in quelli linguistici, pertinenti la lettura e scrittura.
Rispetto a questa condizione di ignoranza diffusa incide considerevolmente il livello socioeconomico del nucleo familiare di appartenenza: nelle famiglie economicamente disagiate e con deprivazione culturale infatti  le percentuali crescono rispettivamente al 36% e 29%!

Questo è un problema della scuola italiana: il vero problema della scuola italiana.

Percentuali così elevate infatti non sono compatibili con le prevalenze delle disabilità che causano disturbi di apprendimento (benché la tendenza sia sempre quella di medicalizzare ad oltranza): questa è al contrario proprio una difficoltà della scuola italiana e della sua inadeguatezza rispetto all'aggancio educativo delle fasce socialmente più disagiate (ma non soltanto).

Quali sono le carenze?
Nel rapporto di Save the Children risulta che:

  •  solo una minoranza (il 14%) dei piccoli tra 0 e 2 anni riescono a frequentare un nido
  • il 68% delle classi elementari non dispone del tempo pieno
  • il 64% dei minori non pratica alcuna attività sportiva
  • i servizi mensa sono inesistenti nel 40% delle scuole
  • insufficienza di attività extracurricolari: il 70% dei quindicenni frequenta scuole che non prevedono alcun tipo di attività di questo genere.
  • Qualità delle infrastrutture: il 45% delle scuole non ha il certificato di agibilità, il 54% non rispetta le normative anti incendio ed il 32% quelle antisismiche. Il 60% dei quindicenni frequenta scuole ubicate in strutture inadeguate, che non garantiscono la qualità nell'offerta formativa.
Come da copione, la situazione è più grave nel meridione e nelle isole dove i ragazzi che non acquisiscono gli apprendimenti necessari minimi ad una vita sociale autonoma arrivano ad essere quasi la metà: il 44,2% per le competenze matematiche ed il 42% in quelle linguistiche (lettura e scrittura). 
Esistono differenze anche di genere nella acquisizione di competenze nel senso che tra le ragazze prevalgono le difficoltà nell'area matematica (il 23% non guadagna le competenze minime) mentre i ragazzi più di frequente hanno difficoltà di lettura (23%).
In Italia un bambino su dieci vive in condizioni di grave povertà ed in assenza di una appropriata offerta di servizi educativi e sociali è molto improbabile che questi minori raggiungano le competenze sufficienti. All'interno del progetto illuminiamo il futuro sono stati fissati 3 obiettivi da raggiungere entro il 2030
  1. a tutti i minori deve essere offerta l'opportunità di imparare e sviluppare le proprie capacità ed ambizioni,
  2. tutti i bambini devono poter accedere ad un percorso formativo qualitativamente valido, 
  3. nessun bambino deve trovarsi in una condizione di povertà e disagio tale da precludergli anche il raggiungimento degli apprendimenti necessari per la sua vita.
La creazione da parte della organizzazione dei cosiddetti Punti Luce (strutture  funzionanti come centri di educativa territoriale, ubicati nei quartieri a maggiore rischio) si propone di offrire una collaborazione fattiva al raggiungimento degli obiettivi prefigurati: l'iniziativa conta fino ad oggi 13 centri in 8 diverse regioni, distribuiti tra Milano e Palermo.




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