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A pranzo con Giacomo Leopardi

Ecco, da tempo non vi allieto con qualcuna delle mie ricette casalinghe: in fondo succede spesso che l'abitudine o i gusti familiari ci inducano a riproporre a tavola i soliti piatti, per i quali vi ho già scritto da tempo la ricetta, sicché ho lasciato un po' cadere la cosa, ma... oggi un'idea divertente mi è stata offerta dal blog parole di contorno che ha lanciato la proposta di offrire un proprio menù ad un personaggio storico. La cosa mi ha fatto sorridere ed un po' mi ha intrigata: non avevo mai pensato di interessarmi delle abitudini a tavola dei personaggi studiati sui libri di scuola per le loro gesta o le loro opere. A dire il vero, a parte qualche pettegolezzo raccolto qua e là conoscevo e conosco molto poco delle preferenze alimentari di condottieri, politici, artisti, filosofi e scrittori, di cui pure si è letto e studiato tanto.

Andare a curiosare nella vita quotidiana e nei gusti di questa gente mi sembra quasi una pratica indiscreta ed intrusiva, come spiare dai vetri della finestra un vicino di casa e perciò fino ad oggi mi sono lasciata inibire dalla buona educazione (smettetela di ridere, vi prego) ma riflettendo, si tratta in fondo di gente che non è più al mondo e che di certo non si offenderà per questo e allora con gli occhietti luccicanti di insana curiosità ecco che mi lancio in rete alla ricerca di notizie! Non mi aspettavo di trovare così tanta roba: il web trabocca di informazioni sulle abitudini a tavola (e non soltanto) di qualsiasi personaggio voi andiate a cercare. Insomma siamo un popolo di pettegoli, diciamo la verità!

La mia curiosità (maliziosa) si è orientata in primo luogo sul filosofo Immanuel Kant: conoscendo la sua pedante precisione, la sua necessità di essere rassicurato dai rituali abitudinari del suo piccolo mondo, dal quale non si è mai allontanato, mi sono chiesta: che mangiava una persona siffatta? Si perché sapete, è difficile trovare un uomo di cultura che non abbia mai viaggiato, ma Kant invece, nacque a Konisberg, visse a Konigsberg e morì a Konisgberg, inibendo del tutto le proprie attitudini esplorative, un po'  come io la mia curiosità per buona educazione. Il filosofo giustificava questa condotta, spiegando a chi ne chiedeva il motivo che lui preferiva viaggiare nel tempo piuttosto che nello spazio, ma io (malignamente) ho sempre pensato che sotto sotto l'uomo aveva un po' di fifa, paura del mondo, difficoltà di adattarsi a nuove abitudini e di gestire i propri rapporti sociali. Di sicuro viaggiava nel pensiero e chi ne ha studiato la filosofia sa che non sempre è facile stargli dietro in questo genere di viaggio, dove è riuscito ad esprimere tutta l'audacia inibita altrove, divenendo una pietra miliare, la cerniera di passaggio che ha aperto la strada alle correnti filosofiche dell'era moderna.

Ma cosa mangiava Kant? Ebbene era un'ottima forchetta e mangiava pressoché di tutto, amando soprattutto la convivialità e la buona compagnia al momento del pasto: le sue portate si componevano di minestra, seguita da una pietanza di pesce e quindi da un'altra di carne, amava il vino anziché la birra ed a tavola preferiva una conversazione leggera e rilassante, ma... c'è una cosa che mi ha persuasa a non invitare Kant a pranzo: lo studioso aveva qualche sua piccola mania (com'era prevedibile del resto, che vi dicevo?) masticava la carne, ma dopo averne estratto tutto il succo, riponeva nel piatto ciò che restava del boccone, insomma la sputava. Ora amici miei, con tutto il rispetto per Kant e la gratitudine che gli dobbiamo per il suo pensiero e per i buoni voti che ci ha permesso di ottenere a scuola, almeno in una cosa possiamo condividere il suo pensiero: a tavola ci dobbiamo rilassare e sentirci a nostro agio e... ma che è questa schifezza di sputare la carne nel piatto?? No, no niente da fare professor Kant, lei si rende conto, vero, che io non riuscirei a sentirmi proprio a mio agio, né a godere del pranzo? Non è un addio, ma mi conceda di incontrarla in diverse circostanze, la prego!

E dunque, scartato il buon vecchio Immanuel, mi sono orientata su uno dei grandi amori della mia adolescenza: Fedor Dostoevskij. Credetemi ho imparato più cose sulla psiche umana da Dostoevskij che da Freud: acuto, lucido, capace di analisi e descrizioni spietate in apparenza, ma invece tali da ispirare proprio, attraverso la comprensione della natura umana, la profonda pietà, che nasce solo dalla conoscenza e dall'accettazione degli universi interiori composti di illusori vapori colorati,  potenti emozioni animali, melanconie, tristezze, elevati ideali, sottigliezze di pensiero: tutto così com'è nel suo intricato guazzabuglio, talvolta malato, squilibrato e deforme ed in viaggio sul sentiero misterioso, casuale e spesso ingiusto della vita nella sua realtà. Si perché Dostoevskij non giudica, presenta vividamente, coinvolgendo la partecipazione emotiva, ma... non giudica o non sembra farlo: sarete voi a farlo, benché sentendovi parte in causa per le risonanze evocate in voi dai suoi personaggi, il vostro giudizio potrebbe non essere del tutto lucido. Mah! Con quel freddo in Russia... 

Mangiano pure i russi? Cosa mangiava Dostoevskij? Lo credereste? Mangiava queste zuppe al colesterolo (ovvio in un clima freddo del resto) fatte con brodo, pezzi di salsiccia e cetriolini... e già qui, la cosa non mi torna: a parte il fatto che da noi fa caldo, ma questa storia della zuppa mi ricorda troppo la sbobba descritta da Aleksandr Solzenicyn nel suo romanzo "Una giornata di Ivan Denisovic" libro letto molto tempo addietro e di cui mi sono rimaste impresse giusto due cose: la scodella di sbobba, simbolo dell'abbrutimento e dell'annullamento mentale cui può essere indotta la persona umana e l'idea di dignità leggibile appunto nel rapporto che ciascun internato riesce a stabilire con la propria scodella di sbobba... Insomma Fedor, qui d'estate abbiamo 40 gradi all'ombra: 'sta sbobba con la salsiccia io non te la preparo! Non se ne parla! Dicono poi che tu avessi l'abitudine di bere vodka a colazione e la cosa un po' mi puzza: non vorrei trovarmi alcolizzati in giro per la casa di prima mattina. Al massimo potrei cucinarti la tua cara scaloppina di vitello: fin lì ci arrivo ed un tortino ripieno di verdure, che pure pare ti fossero graditi, ma non so se tanto basta a farne un pranzo adatto al tuo appetito, né se tanto basta a contenere l'ansia che mi hai scatenato con la vodka e la zuppa... Comunque ci penso: non sarà per questa domenica, bada, ma potrei mandarti l'invito nelle prossime settimane, il primo amore non si scorda, lo sai! 

E insomma ho scartato (per ora) anche Dostoevskij: a questo punto (se ci siete arrivati) legittimamente voi mi domanderete: ma qui si mangia o facciamo solo chiacchiere? Oh, beh, intanto di contorno abbiamo già le parole, leggere e croccanti da sgranocchiare, meglio delle foglie di lattuga e comunque abbiate fede: prima o poi vi servirò qualcosa! Il terzo personaggio da me indagato oggi in merito alle sue abitudini alimentari è stato Giacomo Leopardi: visto come mi è andata con Immanuel e Fedor, questa volta ho pensato di prendere in considerazione un italiano, che oltretutto ha vissuto a lungo proprio a Torre Del Greco, a due passi da qui e che perciò necessariamente deve aver gradito anche una cucina per me più ordinaria ed abituale per la quale potrei essere abbastanza ferrata.

Ho passeggiato e sognato varie volte nella pace di villa  Ranieri, ormai conosciuta da tutti come la villa Leopardi: la frazione corrispondente della cittadina di Torre Del Greco, prende il nome appunto da lui. Leopardi il gobbetto melanconico, sublime poeta, era un tipetto talmente goloso che di lui si mormora avesse l'abitudine di nascondere i gelati nella manica dell'abito, ma cosa mangiava il sommo poeta a pranzo? Ecco lui amava la tavola, spesso chiedeva le ricette dei piatti gustati e le scriveva: 49 ricette scritte di suo pugno sono conservate nella Biblioteca Nazionale di Napoli: maccheroni, tagliolini, frittelle, fegatini, granite, insomma gli piacevano tutte le cose buone, ci posso provare!

E allora Giacomo, visto che la pasta la gradisci io oggi vorrei proporti una variazione sul tema: la crepes  salata farcita come il cannellone,  secondo l'antica ricetta del quadernetto di mia mamma, per secondo, visto che leggo che mangi il tonno, ti proporrei una fetta di pesce spada alla griglia con verdure grigliate e per finire l'immancabile dolce di crema e panna, che di sicuro non ti dispiacerà!
CREPES SALATE
L'impasto è preparato con 125 gr. di farina, 60 gr. di burro, 2 tuorli ed un uovo intero, mezzo bicchiere di latte, mezzo bicchiere di panna ed un pizzico di sale: si friggono nel burro in un tegamino antiaderente o sull'apposita piastra, si asciugano su carta assorbente, si farciscono a piacere (qui ci sono ricotta, mozzarella, parmigiano a scaglie e prosciutto crudo) quindi si arrotolano e si condiscono in superficie con salsa di pomodoro o besciamella, infine si infornano il tempo necessario per fondere i formaggi e si servono calde!




PESCE SPADA GRIGLIATO

Lo prendiamo già tagliato a fette e quindi lo facciamo marinare per una mezz'oretta in olio di oliva e limone con un trito di aglio e prezzemolo, poi lo passiamo alla griglia e lo serviamo caldo.






MELANZANE E ZUCCHINI GRIGLIATI
E dunque prendiamo le verdure, laviamo , puliamo e sbucciamo, quindi le passiamo alla griglia girandole su entrambi i lati e condiamo in un piatto con olio di oliva, peperoncino tritato, aglio, prezzemolo, un pizzico di sale, qualche goccia d'aceto balsamico. Lasciamo riposare alcune ore prima di servire.








TORTA DI CREMA E PANNA
Una golosa torta di crema per la cui ricetta (non mi dite niente) vi rimando al post appositamente dedicato alle torte di questo genere qualche tempo fa! Insomma mi scoccia ripetere la stessa cosa.








Buon appetito e buon week end a tutti!

Commenti

  1. Bello Sfinge!!!!!
    E brava ad esserti preparata così.. mi ha fatto ridere con la tua "buona eduucazione" nell'aver paura di essere indiscreta a curiosare tra le preferenze culinaria di tanti..
    Io sono stata più sfacciata. Ho invitato Dante e gli ho preparato tutto cibo piemontese. Posti che vai, cibi che trovi.... o no? ahahhaahahhaahha

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    Risposte
    1. Grazie Patricia... ah sicché tu te fai con Dante, eh? E vabbene! ;-)

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  2. Ciao,
    da brava Sfinge che non si smentisce i quesiti non sono mancati in ordine alla scelta, e che interessante e puntuale approfondimento!
    Il tuo ospite illustre non potrà non gradire un menù così curato e personalizzato.Su parole di contorno gli ospiti si accomodano in ordine di arrivo, intercalati da qualche ricetta per non venire meno alla vocazione food del blog.Per sabato prossimo s.c. Giacomo Leopardi sarà l'ospite di "A cena con".
    Grazie mille, questo post è veramente speciale e,per non offendere i personaggi per adesso scartati, se ti va potranno essere ospitati in futuro, quando vorrai.
    Vedrai che le buone vivande che prepari tu il sig.Kant si guarderà bene dallo sputarle:-D
    m
    Marilena

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    1. Grazie Marilena! Eh io la vorrei sperare che non le sputi: mi intimorisce questo prof. Kant e temo che, essendo così metodico, la pietanza di carne la pretenda comunque, ma... Fedor spero di poterlo accontentare una volta, lui si. Un abbraccio.

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  3. Bravissima! Una lettura davvero godibile! Ho viaggiato nel tempo e immaginato Kant che sputava la carne nel piatto e Leopardi che nascondeva i gelati.

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    Risposte
    1. Buongiorno Annalisa, :-D grazie! Mi piacerebbe sapere tu chi inviteresti a pranzo e sono certa che mi faresti fare un mucchio di risate! Buona domenica intanto e... pensaci ;-)

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    2. Avevo pensato a qualche personaggio dell'antica Roma, dove mangiavano cose particolari e mescolavano sapori che per noi oggi risulterebbero un po' sgradevoli. Solo che non sono così brava come te! :(

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    3. Oh Annalisa! Mi piacerebbe davvero, però... non erano quelli dell'antica Roma che durante il banchetto andavano a vomitare per svuotare lo stomaco e proseguire le gozzoviglie? Vabbé almeno lo facevano in privato ahahah Sono certa che ci farai ridere un sacco, dai...

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    4. Eh sì! e avevano pure lo schiavo che gli reggeva il secchiello del vomito!
      Ci proverò non appena avrò un po' di tempo per mettere in ordine le idee. :)

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