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Il mondo scientifico schierato contro la Brexit

Nell'immediato post terremoto Brexit, le più importanti riviste scientifiche, tra cui Nature e Science riferiscono uno schieramento dei ricercatori contro il risultato del referendum britannico: la maggior parte degli scienziati sono contrari alla paventata uscita del Regno Unito dalla UE e le loro preoccupazioni sono fondate su motivi finanziari più che su ragioni di etica solidale. La ricerca britannica infatti è finanziata per il 16% dalla Unione Europea ed inoltre il 15% del personale presente negli Istituti di Ricerca viene fornito dall'Europa: è abbastanza naturale quindi che la comunità scientifica inglese tema di perdere il supporto europeo e di rimanere isolata con le inevitabili ricadute negative su tutto il mondo scientifico d'oltre Manica.

Secondo Science c'è il timore di rimanere tagliati fuori dal programma europeo di ricerca Orizzonte 2020 per il quale il Regno Unito riceve più finanziamenti rispetto a qualsiasi altro degli Stati membri della UE: fino ad ora la Gran Bretagna ha avuto accesso ai fondi europei ed ha visto garantita la libera circolazione dei ricercatori. Attualmente l'avvio effettivo del distacco dall'Europa continentale necessita di una iniziativa da parte del governo britannico, che dovrà fare riferimento al famoso articolo 50 del trattato di Lisbona, ma essendo l'attuale premier Camerun dimissionario, questa richiesta non verrà avanzata fino all'insediamento del nuovo governo e da quella data poi la rinegoziazione di tutti i trattati commerciali non potrà essere completata prima di due anni. Si tratta dunque di un salto nel buio, nel senso che non è al momento prevedibile quello che sarà l'andamento di una trattativa così complessa ed articolata.

Il Regno Unito non potrà più ospitare l'Agenzia Europea per i Medicinali e si prevedono a causa del Brexit non poche difficoltà per le industrie farmaceutiche. Se l'esito del referendum britannico è da interpretarsi come la volontà di limitare la libera circolazione delle persone in Inghilterra,  il rischio di vedere tagliati fuori i propri scienziati dal programma orizzonti 2020 è reale. Le voci dal mondo scientifico tuttavia non sono unanimi: secondo alcuni infatti, la ricerca potrebbe addirittura ottenere finanziamenti più elevati fuori da regole considerate restrittive. Molto dipende comunque dagli esiti delle trattative sulle singole tematiche nel corso del prossimo biennio.

Commenti

  1. Mah! E' tutto da vedere, posso solo dire che ammiro il Regno Unito per la sua scelta. E' una nazione forte e la forza crea indipendenza. Un bacio.
    Marina

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Però si tratta di una scelta che penalizza pesantemente sia i cittadini britannici che quelli europei, non so chi ci andrà a guadagnare nel medio e lungo periodo, ma forse in fondo è anche meglio così: loro hanno comunque sempre conservato la loro moneta ed alla fine tratteranno per il mercato comune. Ad ogni modo si vedrà... ciao Marina, buona serata!

      Elimina

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