Poletti sui campi di calcetto
Molte polemiche in rete, specie su twitter (dove sembra che non si parli d'altro) circa l'infelice uscita del ministro Poletti: un discorsetto a braccio tenuto ieri in una scuola di Bologna e nel corso del quale, rispondendo agli studenti, il nostro ministro del lavoro ha affermato che è più facile trovare lavoro giocando a calcetto (sic) piuttosto che inviando curriculum in giro. Ne è seguita una massiccia alzata di scudi nei diversi social: dicono che è stata offesa e negata la meritocrazia ed i giovani ancora una volta beffati, l'ondata di indignazione reclama scuse e dimissioni. Il ministro viene costretto a chiarire e spiegare il proprio pensiero, tentando di procedere su di un terreno quanto mai scivoloso (vedi la profonda frustrazione dei giovani e gli elevati tassi di disoccupazione).
A dire il vero il curriculum è importante per partecipare ai concorsi pubblici nelle Pubbliche Amministrazioni, mentre le piccole e grandi aziende private sono libere di seguire i propri criteri di selezione, che presumibilmente includono considerazioni di merito, ma non soltanto...
La rete di rapporti sociali, le amicizie, le semplici conoscenze o anche i contatti di tipo utilitaristico e strumentale ampliano le occasioni e le opportunità della vita in senso sia generico che specifico, incrementando le occasioni di lavoro, ma non solo: se siete alla ricerca di un partner o di un prodotto di qualità a buon mercato, le vostre probabilità di successo sono in larga misura legate all'ampiezza ed alla qualità della vostra rete sociale di supporto.
Una buona capacità nelle "public relation" è di fatto una caratteristica spesso richiesta esplicitamente in diversi tipi di attività, soprattutto nelle occupazioni che comportano autonomia ed indipendenza organizzativa, nelle attività di vendita e contatto con le clientele: non che questo di per sé possa sostituire le competenze peculiari necessarie al corretto espletamento di un determinato lavoro e/o funzione, ma, a parità di altre variabili, è probabile che io sia portata a scegliere l'azienda i cui operatori sono simpatici e disponibili, capaci di considerare e comprendere le mie esigenze, piuttosto che avventurarmi in un contesto che non mi rassicura e dove mi sento ignorata.
Attualmente le opportunità di lavoro nel pubblico sono molto prossime allo zero assoluto, di conseguenza i ragazzi che sono alla ricerca di una prima occupazione dovrebbero preoccuparsi di presentare adeguatamente non solo il proprio curriculum di studi, ma anche la propria immagine pubblica, curando i propri profili nei social network (prima fonte di informazioni per i selezionatori delle aziende): l'ufficio personale aziendale cerca non solo un impiegato/a competente, ma anche un/a bravo/a ragazzo/a simpatico/a affidabile, dinamico/a senza lati oscuri.
Che abbia voluto dir questo Poletti? Poteva esprimersi meglio: non c'è dubbio e probabilmente avrebbe dovuto, visto il ruolo che riveste con le responsabilità che questo comporta. Detta così sembrava volesse intendere che in fondo studiare ed ottenere buoni risultati a scuola non serve poi ad un granché: non molto motivante per i giovani e gli studenti, già umiliati da una situazione nazionale che ha stroncato le loro aspettative di poter lavorare in patria.
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