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Di un bel tacer non fu mai scritto

"Un bel tacer mai scritto fu" è una di quelle frasi famose, che corrono di bocca in bocca perdendo nella corsa la loro origine, come foglie e semi, staccatisi dall'albero ed in viaggio sulle ali del vento o sul fiato delle mille voci, che ripetono ignare l'antico aforisma. Il detto  pare si debba ad un certo Iacopo Badoer, un librettista veneziano del '600 e che il verso sia tratto dalla sua opera "Il ritorno di Ulisse in patria". Questo Badoer era uno che scriveva poco: ai suoi tempi in realtà era conosciuto soprattutto per due libretti scritti per il compositore Claudio Monteverdi. Insomma doveva crederci davvero che tacere è meglio che versare fiumi di parole e d'inchiostro, ma soprattutto non aveva bisogno di scrivere per sbarcare il lunario, come è facile intuire dalla sua ben limitata produzione! Davvero: alcune cose restano immutate nei secoli.

Ora voi (molto ipotetici lettori) vi chiederete: perché ci racconti questo? Dove vorrai andare a parare? Vuoi trovare scuse per avere trascurato ed abbandonato così a lungo il tuo povero blog? Beh certo... neanche io ci vivo, ma rassicuratevi, non sto per profondermi in mille scuse: non mi è passato neanche per la testa, preferisco apparire insensibile ed arrogante piuttosto che arrampicarmi sugli specchi. Non era di questo che volevo parlarvi, forse non volevo affatto parlare, soprattutto non volevo parlare di politica.

Confesso di essere talmente annichilita da quello che mi sta accadendo intorno che sto cercando ancora di capire cosa realmente stia succedendo e soprattutto dove si finirà per andare a parare: quest'orgia di odio, questa urgenza di designare capri espiatori, questa negazione o quanto meno scotomizzazione delle problematiche reali del paese, questa crisi economica infinita con le cifre della povertà e della disoccupazione galoppanti, questa corruzione dilagante, questo eccidio quotidiano di morti sul lavoro e annegati nel Mediterraneo, questo continuo linciaggio sui social di tutti contro tutti, questa spettacolarizzazione e questo divismo imperanti nelle vite e nella comunicazione di gente che dovrebbe occuparsi di ben altro che di fare spettacolo. Questi rigurgiti di sessismo, omofobia, razzismo sbandierati e negati in una contraddizione continua e grottesca, mirabilmente sintetizzata nel famoso incipit: "Non sono razzista, ma..." , tutto questo dico, dove veramente conduce?

Le potenze imperialiste (di cui l'Italia non fa parte, ndr) esportano guerre e povertà: vale la pena ricordarlo a costo di dire una banalità trita e ritrita. Va comunque ripetuto solo perché è una verità. Le guerre in Occidente da tempo sono di tipo economico invece che armate e se l'Italia desidera conservare la sua sovranità ed evitare di vendersi anche il Colosseo, dovrebbe concentrarsi sulla propria crescita, sulla lotta all'evasione ed alla corruzione, sulla regolarizzazione e sulla crescita del lavoro e quindi del benessere, della produzione e dei consumi. Tutte cose di cui fino ad oggi non si parla... di un bel tacer non fu mai scritto, appunto. 

Si parla invece di censire i rom, non di affrontare la crisi abitativa o di rendere decorose le condizioni di vita di tutti i residenti nel territorio italiano, non di togliere dalla strada i bambini usati nel racket delle elemosine, no: noi li censiamo come se bastasse questo... e dopo?

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