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Canta che ti passa

Da qualche giorno si moltiplicano sui social le iniziative cosiddette solidali che vedono coinvolti innocenti, ma potenzialmente contagiosi, cittadini agli arresti domiciliari per decreto legge e costretti quindi ad una forzata quarantena. Le iniziative consistono soprattutto in canti corali intonati dai rispettivi balconi, ma ieri circolava anche la consegna di accendere, sempre sul balcone, le luci dei cellulari, rivolgendole in altro così da ottenere foto satellitari dell'Italia illuminata. Insomma dopo l'hastag #iostoacasa, pare vada per la maggiore anche #cantachetipassa!

Premetto che non nutro nessuna antipatia per coloro che cantano sul terrazzino di casa, benché mi sia giunta notizia di lamentele del vicinato per specifiche situazioni in giro sempre nella nostra amata Italia. Anzi vi dirò di più: io non nutrivo alcuna antipatia per i canterini dei balconi, neanche quando si trattava dei pochi e sparuti casi di persone cosiddette disturbate psichicamente e pertanto prive della autonomia necessaria ad andarsene in giro da sole: persone che quindi sono di fatto frequentemente recluse, anche in famiglia, per facilitarne il controllo da parte del caregiver. 

Questa gente qui ha sempre cantato sui balconi, anzi a dire la verità la tendenza per per queste persone è di fare sui balconi varie cose, quasi a surrogare una vita sociale di cui sono spesso privi: però quando sono i "matti" a cantare dai balconi il vicinato protesta sempre, senza comprendere mai quello che ora sembra a tutti lapalissiano e scontato: quel canto incanala in una modulazione vocale e musicale il dolore e lo sgomento della solitudine e dell'incertezza, esprime quel bisogno di sentirsi esistenti ed ascoltati da altri esseri umani o in mancanza di quelli, almeno dal cielo e dagli alberi.

Il bisogno di essere ascoltati o più in generale di comunicare e percepire la propria appartenenza ad un gruppo sociale è un bisogno psichico primario nella specie umana almeno quanto alimentarsi sia considerato un bisogno fisico primario, necessario alla salute ed alla sopravvivenza. Alcuni tra i miei contatti sono apertamente critici verso questa moda di cantare dai balconi: "Ululano alle sbarre come animali in gabbia" è una delle cose più carine (si fa per dire) che ho letto sull'argomento. Per quanto mi riguarda io non ho avuto occasione e non ho sentito il bisogno di partecipare a questi flash-mob: ho rinunciato ai miei momenti contemplativi notturni sul balcone dai tempi della mia preadolescenza e del resto non cantavo neanche allora, ma perdevo il mio sguardo nel firmamento stellato che all'epoca mi affascinava più della vile umanità.

Vogliate perdonarmelo: gli adolescenti, si sa, sono un disastro ed anche disastrosamente presuntuosi. Ma torniamo a noi: pare che anche oggi alle 18,00 sia prevista una iniziativa canterina del genere. Pare che oggi vogliano cantare Modugno. Alle 12,00 invece sempre dai balconi ci sarà l'applauso per il personale sanitario. Non so: io sto tenendo d'occhio la dashboard della situazione sul sito dell'OMS ed a dire il vero, viste le cifre che riguardano l'Italia, mi sentirei in colpa a festeggiare la mia salute (si fa per dire: ciascuno di noi potrebbe essere positivo e contagioso senza saperlo neanche) di fronte a più di 1.800 morti in Italia e circa altrettanti pazienti in terapia intensiva.

Cantate pure se  questo basta a sfogarvi ed a sentirvi meglio: va bene anche così. Andando per libere associazioni e sempre perché la vecchiaia mi fa parlare per luoghi comuni, mi viene in mente quel proverbio che recita:
"I cani ululano alla luna e intanto la carovana passa"
Purché si sbrighi a passare...

Commenti

  1. Ognuno cerca di darsi forza come meglio crede, sempre nel rispetto degli altri che preferiscono una dormita salutare.

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    1. Infatti Gus: leggevo anche di cantanti che sono stati ripresi dal vicinato che ha visto disturbata la propria quiete: il fatto è che non siamo tutti musicisti e cantanti. Se lo fossimo potrebbe essere un discorso diverso. Ricordi la poesia di Di Giacomo?

      Nu pianefforte 'e notte
      sona luntanamente,
      na museca se sente
      pe ll'aria e suspirà.

      È ll'una e dorme 'o vico
      ncopp'a sta ninna nanna
      è nu mutivo antico
      'e tanto tiempo fa.

      Dio, quanta stelle 'n cielo!
      Che luna! E c'aria doce!
      Quanto na bella voce
      vurria sentì cantà!
      Ma sulitario e lento
      more 'o mutivo antico;
      se fa cchiù cupo 'o vico
      dint'a ll'oscurità...

      Ll'anema mia surtanto
      rummane a sta fenesta.
      Aspetta ancora. E resta,
      ncantannese, a pensà.

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    2. Nannina
      I
      Uocchie de suonno, nire, appassiunate,
      ca de lu mmele la ducezza avite,
      pecché, cu sti guardate ca facite,
      vuie nu vrasiero mpietto m’appicciate?
      Ve manca la parola e mme parlate,
      pare ca senza lacreme chiagnite,
      de sta faccella ianca anema site,
      uocchie belle, uocchie doce, uocchie affatate!
      Vuie, ca nziemme a li sciure v’arapite
      e nziemme cu li sciure ve nzerrate,
      sciure de passione mme parite.
      Vuie, sentimento de li nnammurate,
      mm’avite fatto male e lu ssapite,
      uocchie de suonno, nire, appassiunate!

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  2. Cara Sfinge, siamo in una repubblica e ognuno può fare quello che crede.
    Cerchiamo di essere educati e non disturbare gli altri!!!
    Ciao e buona settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Ovviamente Tomaso, sempre nei limiti del rispetto per il prossimo :-)

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  3. Abbiamo toccato lo stesso tema, oggi, seppur da punti di vista opposti.
    Io spero che la mia strada si svegli, così potrò cantare a squarciagola e scaricare un po' lo stress. 😅

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    1. Certamente è un tuo diritto Claudia, specie se poi farlo insieme a tante altre persone: la coralità del canto scalda i cuore.

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  4. anch'io non partecipo a queste iniziative ma preferisco godere la notte in silenzio. Ma capisco la necessità di essere presente verbalmente in qualsiasi maniera soprattutto in persone che come tutti attendono il bisogno della partecipazione
    Abbraccio serale mia cara

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    1. Infatti Nella: ciascuno di noi ha il suo modo di gestire bisogni ed emozioni. Ti ringrazio, buona serata anche a te.

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  5. Io lo sto facendo e ieri sera ho anche spento tutte le luci di casa e acceso una torcia. Mi ha confortato vedere tutte quelle lucine attorno a me.
    Ne verremo fuori e ricorderemo con un sorriso tutto questo.
    Abbi cura di te.

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    1. E tu di te: passerà anche questa Mariella. Grazie per questo tuo contributo così carico di emozione e tenerezza.

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  6. Ciao Sfinge. Anch'io non partecipo ai flash-mob, però mi emoziono a sentir cantare pensando al fine. Ognuno esterna come può e vuole per elaborare la perdita di preziosi giorni, il lutto di una parte serena di sé.
    A presto.

    Mary

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    1. Certo Mary, lo capisco: la coralità in fondo è sempre coinvolgente specie se rivolta ad un nobile fine. Serena giornata.

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  7. Io non ho messo la musica, ma sono uscita in balcone ad ascoltarla e si lo ammetto ho anche cantato... sotto voce ma l'ho fatto!! Io trovo sia un momento di sfogo per tutti noi, un attimo in cui ci sentiamo tutti uniti, beh non proprio tutti visto che anche in queste occasioni c'è chi si lamenta del casino...e de io fossi ricoverata in ospedale, mi piacerebbe sentire in lontananza della musica, anche solo per un attimo!
    Con la speranza che tutto questo abbia presto fine!! ����

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    1. Hai fatto bene Labi: nessuno si salva da solo e soprattutto è giusto agire secondo il proprio sentire. Grazie.

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