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L'errore del TGCOM 24: in morte di Luis Sepulveda

Ieri ho letto tante cose sulla morte di Luis Sepulveda, anzi per la verità credo di aver appreso sul suo conto tantissime informazioni che ignoravo: confesso che di questo autore conoscevo in parte solo la militanza politica e la storia della gabbianella ed il gatto e tuttavia anch'io come tanti sono rimasta folgorata sulla strada di Damasco (come si suol dire) leggendo sui social i caratteri cubitali dell'assurdo titolo, falsamente attribuitogli, del capolavoro di Gabriel Garcia Marquez. Con Marquez (confesso anche questo) ho avuto ed ho (perché la letteratura è immortale) un rapporto di altra natura, nel senso che ho letto diversi dei suoi romanzi e ne sono sempre rimasta colpita, sorpresa ed affascinata al punto di adorarlo.

Ieri pomeriggio il TGCOM 24 ha pubblicato le sue scuse per l'accaduto, recriminando sul grave errore, che lo ha fatto finire nel tritacarne mediatico: dispiace per loro e per l'operatore o il giornalista che ha composto il titolo della testata e che immagino dovrà rispondere della magra figura di tutta la redazione, ma... un lapsus di questo tipo è possibile solo in determinate circostanze, cioè se hai studiato la letteratura sui Bignamini e non hai mai letto nessuno di questi autori, il che sarebbe effettivamente grave se fai il giornalista, perché uno che pretende di scrivere dovrebbe aver letto molto. Ci si chiede anche in quanti abbiano letto quel titolo prima di pubblicarlo e come mai nessuno si sia accorto di nulla. 

Il tritacarne non perdona, ma è anche vero che tutti commettiamo errori, specie se siamo presi dalla fretta e dobbiamo rispettare rigide scalette orarie: il problema dei refusi e della loro capacità di mimetizzarsi ed infilarsi ovunque è ben noto a questo blog (e non soltanto). A scopo puramente oblativo ed altruistico quindi ho pensato di occuparmi di approfondire i meccanismi di associazione che hanno prodotto questo cortocircuito mentale, sperando in qualche modo di essere d'aiuto all'ignoto autore di questo errore.

Non giudico perché anch'io sono piuttosto ignorante e forse in un modo o nell'altro lo siamo un po' tutti. Io per esempio sono molto ignorante in geografia e confondo con estrema facilità le capitali di alcune nazioni: odiavo la geografia a scuola e non ho mai letto o studiato nulla che non fosse appiccicato maldestramente un attimo prima delle fatidiche interrogazioni. Poi per fortuna dopo il V ginnasio questa non è mai più stata per me materia scolastica e così sono rimasta ignorante per sempre sull'argomento, il che non toglie che amo tanto viaggiare e mi dispiace di non riuscire più  a farlo  ormai da tanto tempo, ma immagino che sia questa la mia giusta e divina punizione!

Procediamo comunque col nostro target: cosa hanno in comune Luis Sepulveda e Gabriel Garcia Marquez?

  • Entrambi sono stati scrittori di genere narrativo.
  • Entrambi sono di origine latino-americana: Sepulveda cileno, Marquez colombiano.
  • Entrambi sono stati impegnati politicamente come militanti di sinistra: Marquez sostenitore di Castro, Sepulveda di Allende.
  • Le opere di entrambi sono state utilizzate per produzioni cinematografiche.
  • Entrambi sono autori contemporanei: Sepulveda è morto ieri, Marquez nel 2014.
  • Entrambi sono morti in primavera, nel mese di aprile: Sepulveda il 16, Marquez il 17.
Mi pare sia tutto per ciò che li accomuna: non mi viene in mente altro, ma spero in ulteriori suggerimenti dai miei amici e lettori. A proposito: oggi è il sesto anniversario della morte di Gabriel Garcia Marquez ed è giusto quindi ricordare anche lui.

Se invece volete sapere in cosa sono diversi... beh, allora dovete proprio leggerli! Come spiegavo sopra, conosco poco Sepulveda, invece di Marquez vi dirò soltanto che mi ha sempre colpita quel suo stile assolutamente inedito ed unico che coinvolge il lettore nella coralità della narrazione, conducendolo per mano attraverso gli antri ed i labirinti di storie che si intrecciano, di vicende narrate di luoghi e tempi lontani, ricollegate al presente da fili profondi e misteriosi, magicamente sottesi alla materia della narrazione. Quella magia intrisa di reale umanità che funziona da chiave di lettura di sviluppi onirici e leggendari rimescolati, ma non confusi nell'avvicendarsi dei personaggi e degli eventi. Non vorrei sbilanciarmi su Sepulveda, considerata la mia scarsa conoscenza, ma per quel poco che ne so, mi pare che interpreti una concezione completamente diversa della parola: le sue parole sono simbolismi e lineare sapienza: vogliono insegnare qualcosa e lo fanno attraverso metafore poetiche. Insomma direi che sul piano dello stile letterario hanno poco a che vedere l'uno con l'altro. Solo che per vedere questa enorme distanza che li separa bisogna averne letto almeno qualcosa...

Commenti

  1. Gli errori capitano, nessuno è perfetto.
    Saluti a presto.

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    1. Questo è appunto quello che ho cercato di spiegare anch'io, Cavaliere.

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    2. Gabriel Garcia Marquez è anche un istigatore alla pedofili.
      Incredibile.

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    3. Vorrei che tu mi spiegassi meglio questa cosa Gus

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    4. Vedo che probabilmente ti riferisci alla censura di Vsevolod Chaplin, un fanatico religioso e bigotto che non ha capito nulla dell'opera di Marquez. Non mi è mai passato nella mente che vi fosse "istigazione" di questo tipo nella sua narrativa: purtroppo sono cose che succedono nella realtà e toccare l'argomento non credo sia da considerarsi istigazione: ridicolo!

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    5. E’ bufera su Marquez: «Apologia di pedofilia»

      Bloccate le riprese del film ispirato al suo ultimo romanzo


      NEW YORK - «L’anno dei miei novant’anni decisi di regalarmi una notte d’amore folle con un’adolescente vergine.» E’ questo l’incipit di Memoria delle mie puttane tristi, il romanzo breve di Gabriel Garcia Marquez che stava per essere trasformato in un film dal produttore Ricardo del Rio. Le riprese sono però state interrotte, e intorno alla pellicola è esplosa in Messico un’immensa polemica.
      Anche nel suo capolavoro "Cent'anni di solitudine" indugia troppo su
      cose pedofile.

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    6. Non sono d'accordo con questa posizione: non trovo perversione nelle righe di Marquez. La narrazione è cosa diversa dalla istigazione.

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    7. L'ano è fatto per espellere , non per ricevere.
      Questo pensa la bambina di Marquez.

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  2. Beh! Il lapsus del titolista ha puntato su uno dei libri di Gabriel Garcia Marquez che qualcosa in comune con quelli di Luis Sepúlveda ce l'ha ed è la meravigliosa traduttrice italiana Ilide Carmignani.
    Ciao Sfinge, buona serata.

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    1. Dunque hanno in comune la stessa traduttrice: grazie Sciarada del tuo contributo! Buona serata.

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  3. Anch'io sono un cane in geografia, sai?
    Mi confondo persino con i capoluoghi.
    È il mio tallone d'Achille, perché purtroppo nel mio percorso scolastico ho sempre beccato docenti svogliati che non ce la facevano studiare.
    Comunque leggo Tgcom24 ogni mattina e questa gaffe me la sono persa.
    Sarà che scorro velocemente i titoli e clicco solo quello che mi interessa.

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    1. Finiremo nella stessa cella Claudia o nello stesso girone creato appositamente dalla professoressa di geografia! Io non seguo Tgcom24 ma ieri nella mia home di facebook se ne parlava parecchio.

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    2. E come si chiamerebbe questo girone?
      Il girone dei geo-ignoranti? 😅

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    3. Non riesco a risponderti: sto ridendo troppo! Sei adorabile Claudia!

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  4. Sono rimasta piacevolmente stupita dal tuo post. Perché ho notato tante similitudini tra.. me e te! Conosco superficialmente Sepúlveda, ho letto il suo racconto più famoso e alcune sue poesie, tra cui quella, bellissima, che ho pubblicato oggi sul mio blog per ricordarlo. Non posso quindi dire molto sulla sua scrittura anche se mi piace il suo modo delicato e intimo di approcciarsi ai sentimenti. Al contrario invece di GABO conosco e amo ogni cosa. Ho letto tutti i suoi romanzi, è il mio autore preferito. Condivido il tuo pensiero sul suo scrivere aggiungendo che la sua "magia" è nel saper sentire e far sentire attraverso un pur complicato groviglio di personaggi e situazioni, la Vita. Nella sua complessità perché come diceva lui bisogna "vivere per raccontarla". Ed io ho vissuto attraverso ogni sua strada, ogni incontro con il ghiaccio, ogni viaggio sui battelli fluviali, ogni amore scioccante ma mai perverso. Ogni profumo, ogni goccia di sudore, OGNI LUNGA ATTESA.
    Sull'episodio su cui hai posto l'accento: i social in questi giorni si sono scatenati, io ho sorriso. Da tempo siamo in mano ai pennivendoli, ci ne stupiamo ancora?

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    1. Grazie Mariella di questi pensieri e del tuo bel contributo. Buona serata.

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