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Una storia daccapo

Aveva attraversato le vicende e le voci delle sua vita come un fantasma estraneo a se stesso, senza ascoltare, né ascoltarsi. Tutto era stato un rumore di fondo, una specie di film proiettato sullo schermo alle sue spalle, quello dove il fascio di luce disegnava anche la sua ombra. Aveva imparato a muoverla quell'ombra tra le figure ed i rumori, le aveva trasmesso la vibrazione atona del suono della sua propria voce. Poteva volare via e scomparire, trovarsi in un luogo diverso, poteva osservare ogni cosa da una distanza siderale. Aveva infine goduto della sua libera solitudine in un altrove sconosciuto ad altri. Così fino ad ora, fino al tacere delle voci, fino al dissolversi della luce.

Annegava adesso in quel pantano di inchiostro nero e denso, affondandovi lentamente. Lo percepiva asciutto ed oscuro: una grotta riarsa dal sale disseccato con le alghe. Davanti poteva vedere la distesa del mare fin dove riusciva a spingere lo sguardo: sembrava di averlo intorno come se si trovasse in una bolla, non si distingueva la linea dell'orizzonte, il confine con il cielo ed il pensiero si andava confondendo, disorientato in quella nebbia surreale, come nel rincorrere anime smarrite e vaganti.

Chiuse gli occhi per figurarsi la luce, rivedere i confini lineari del suo mondo bidimensionale:  era stato rassicurante e tranquillo, forse anche noioso e prevedibile, ma proprio per questo... ormai era finita: ne aveva la chiara e precisa consapevolezza. Lo chiamarono, sorrise: riconobbe il suo nome e la voce di quella diavolo di ragazzina. Lei era viva, le sue parole tintinnavano e riuscivano a portare lontano quella loro sensualità inconsapevole quanto irresistibile. Sorrise, si volse e, come se una volontà sconosciuta si fosse impadronita del suo corpo, cominciò ad andarle incontro a passi sempre più veloci: non voleva che lei si spaventasse, non vedendolo arrivare subito. La percepiva così: semplice ed indifesa ed anche lei si era lasciata ogni altra cosa alle spalle per quella follia di andare via insieme e ricominciare tutto daccapo da qualche altra parte, lontano in un altrove reale.

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