Il prezzo della libertà in Palestina
Nello scorrere alcuni quotidiani on line questa mattina, sono stata colpita da una raccolta fotografica dell'Ansa che immortala alcune immagini dei festeggiamenti in strada a Gaza dopo l'annuncio della tregua permanente diffusa ieri: gente e folla per strada, le auto che scorrazzano con i passeggeri in piedi ad agitare bandiere ed elevare le mani atteggiate al simbolo di vittoria, i volti di tanti bambini che sorridono felici.
A vederli così contenti, come se festeggiassero un campionato di calcio invece di essere reduci da tanti giorni di terrore e di morte, veramente ho sentito salire dal petto una emozione indecifrabile che mi ha come inghiottito la testa ed inumidito gli occhi.
Eh si, dopo 50 giorni di guerra, bombardamenti, invasioni e massacri i palestinesi festeggiano finalmente la pace annunciata e sono felici, malgrado i loro 2.143 caduti, malgrado le case rase al suolo ed ogni altra miseria e bruttura la guerra abbia portato.
Loro sono convinti di avere vinto, perché con la mediazione dell'Egitto sembra che Israele abbia accettato di aprire i valichi di frontiera della striscia e di consentire l'estensione delle aree di pesca fino a 6 miglia dalla costa: briciole di libertà insomma.
Qualche piccola apertura della gabbia, la prigione a cielo aperto in cui il popolo palestinese vive da anni. Loro dicono che questo lo si deve alla resistenza di Hamas, secondo la nostra stampa gli elevati costi economici ed il forte calo di consenso politico avrebbero giocato un ruolo importante nel persuadere Netanyahu a desistere dagli attacchi.
Difficile stabilire quale sia la verità: in fondo i palestinesi, non avendo null'altro da perdere, sono disposti a sacrificare tutto compresa la vita, Netanyahu non è disposto a sacrificare la propria base elettorale e l'economia del suo paese.
Effettivamente un conflitto ad armi impari ...
Poco prima del cessate il fuoco, fissato alle 18,00 di ieri, c'è stato ancora un lancio di razzi da Gaza che ha causato la morte di due civili israeliani, mentre la reazione di Israele ha causato la morte di altri tre palestinesi. Dall'inizio della guerra Israele ha contato 70 vittime, per lo più militari, tra i suoi.
Si spera ora finalmente in una tregua realmente duratura e completa.
A vederli così contenti, come se festeggiassero un campionato di calcio invece di essere reduci da tanti giorni di terrore e di morte, veramente ho sentito salire dal petto una emozione indecifrabile che mi ha come inghiottito la testa ed inumidito gli occhi.
Eh si, dopo 50 giorni di guerra, bombardamenti, invasioni e massacri i palestinesi festeggiano finalmente la pace annunciata e sono felici, malgrado i loro 2.143 caduti, malgrado le case rase al suolo ed ogni altra miseria e bruttura la guerra abbia portato.
Loro sono convinti di avere vinto, perché con la mediazione dell'Egitto sembra che Israele abbia accettato di aprire i valichi di frontiera della striscia e di consentire l'estensione delle aree di pesca fino a 6 miglia dalla costa: briciole di libertà insomma.
Qualche piccola apertura della gabbia, la prigione a cielo aperto in cui il popolo palestinese vive da anni. Loro dicono che questo lo si deve alla resistenza di Hamas, secondo la nostra stampa gli elevati costi economici ed il forte calo di consenso politico avrebbero giocato un ruolo importante nel persuadere Netanyahu a desistere dagli attacchi.
Difficile stabilire quale sia la verità: in fondo i palestinesi, non avendo null'altro da perdere, sono disposti a sacrificare tutto compresa la vita, Netanyahu non è disposto a sacrificare la propria base elettorale e l'economia del suo paese.
Effettivamente un conflitto ad armi impari ...
Poco prima del cessate il fuoco, fissato alle 18,00 di ieri, c'è stato ancora un lancio di razzi da Gaza che ha causato la morte di due civili israeliani, mentre la reazione di Israele ha causato la morte di altri tre palestinesi. Dall'inizio della guerra Israele ha contato 70 vittime, per lo più militari, tra i suoi.
Si spera ora finalmente in una tregua realmente duratura e completa.
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