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L'allontanamento di un neonato dalla madre: il caso di Martina Levato

Si discute in questi giorni, e non sempre e dovunque con toni pacati, del provvedimento di allontanamento immediato per il figlio di Martina Levato, un bimbo nato in carcere,  praticamente a ferragosto, quando tutti sono in ferie e la gestione burocratica diventa complessa.
Il PM di turno ha stabilito l'allontanamento immediato del piccolo, rinviando poi al Tribunale dei Minori la decisione sul provvedimento di adottabilità.
Martina Levato è nota alle cronache per essersi resa responsabile con la complicità del suo fidanzato, Alexander Boettcher, di alcune aggressioni con acido su altri giovani che erano stati ex fidanzati della ragazza: per questo reato entrambi i membri della coppia sono stati condannati a 14 anni di detenzione, senza poter beneficiare degli arresti domiciliari e la ragazza, pur ritenuta in grado di intendere e volere, è stata inquadrata come personalità borderline sotto il profilo psichiatrico.
Sembra che le aggressioni con l'acido siano state concepite dai due come un rituale purificatorio, uno strumento capace di cancellare i trascorsi "errori" sentimentali della giovane Martina.

Si discute se sia corretta o meno lo scelta del PM di turno, definita da alcuni "radicale" e rigida, se non proprio "crudele". Naturalmente quando  una vicenda finisce sotto i riflettori dei media le cose tendono sempre ad assumere dimensioni e proporzioni diverse da quelle proprie specifiche, perché legate all'effetto sulla pubblica opinione, alle conseguenze politiche e/o di immagine dei funzionari che vi sono coinvolti e così via.
C'è anche chi utilizza  il mezzo di comunicazione per guadagnare visibilità e consensi e si preoccupa quindi di calibrare il proprio giudizio in modo da fare facilmente leva su sentimenti e credenze diffuse fra la gente, poi c'è chi invece ne fa una battaglia ideologica e di principio e così avanti.
Insomma tutto finisce per essere effettivamente deformato e distorto,  lontano dalla realtà specifica cui è riferito.

  • Va detto che normalmente e quotidianamente in qualche parte del nostro paese c'è qualche minore che viene allontanato dalla propria famiglia, anche con provvedimenti di urgenza, perché vittima di abusi di vario genere, che vanno dalla trascuratezza, all'abbandono, alla violenza sessuale ed al maltrattamento. 
  • Va anche detto che in prima approssimazione i casi individuati, che pertanto vengono fatti oggetto di interventi da parte dei servizi sociali e giudiziari a tutela dei minori, probabilmente rappresentano solo la punta di un iceberg, considerati anche attualmente i notevoli tagli economici a molti dei servizi di pubblica utilità, compresi quelli per i minori.
  • Ovviamente il giudice è la persona che è a conoscenza di tutti i fatti, ma di norma è laureato in giurisprudenza e non è un esperto di psichiatria e/o psicologia, pur potendosi avvalere delle perizie di specialisti (pratica che comunque richiede certi  tempi tecnici e burocratici).
  • Il giudice comunque, per la sua natura umana, non è infallibile, anche quando in perfetta buona fede ed attento e competente nel suo lavoro.
  • Non sempre tutti gli operatori e funzionari coinvolti sono realmente in perfetta buona fede: le case famiglia per minori, purtroppo sono  a rischio (come le case di riposo per anziani e disabili) di essere trattate e gestite come business, non sempre e non dappertutto, ma limitatamente a certi ambiti e gruppi di gestione, certo... tuttavia in generale anche questo è un elemento del quale tenere conto.
  • Da un punto di vista specifico non conosciamo, se non indirettamente e per sentito dire, in base a quanto apparso e trasmesso dai media, i protagonisti della vicenda e pertanto non siamo in grado di valutare seriamente in forma attendibile, le "competenze genitoriali" di questa madre e del suo compagno.
Chiarito tutto questo in premessa, noi dovremo anche:

  • farci una ragione del fatto che la famiglia naturale non è lo stereotipo di spensierata purezza e felicità, che pluriquotidianamente ci martella negli spot pubblicitari: questo martellamento (finalizzato peraltro di solito alla vendita di prodotti di consumo, creandone il bisogno attraverso il desiderio di identificazione col modello positivo proposto) equivale ad un vero e proprio "lavaggio del cervello". Riprendendo per un minimo padronanza del nostro senso critico e guardandoci intorno dal vivo, non dovremmo incontrare difficoltà nel comprendere che le relazioni familiari, ivi inclusa quella con la propria madre, non sempre e non necessariamente (purtroppo) sono relazioni gratificanti, rassicuranti strutturanti ed utili alla crescita sana degli individui. Queste relazioni possono essere anche gravemente patologiche e distruggere irreversibilmente ogni possibilità di equilibrio ed armonia di una persona.
  • Esiste un diritto-dovere del genitore ad amare, allevare ed educare il proprio figlio,  tuttavia questo diritto-dovere può essere esercitato da chi ne ha le capacità e le competenze. La funzione genitoriale è uno dei ruoli attraverso i quali le persone esprimono ciò che sono, anzi la genitorialità in particolare coinvolge tutti gli aspetti ed i livelli più profondi di ciascun individuo: se una persona è gravemente disturbata come in questo caso, la valutazione (delicatissima) va affidata ad esperti in grado di approfondire la diagnosi di personalità.
  • I bambini sono il futuro della nostra umanità ed appartengono pertanto all'intera umanità, costituendone il bene più prezioso: ciascuno di noi è chiamato a proteggerli tutti come propri figlioli. Ogni bambino ha diritto a vivere e crescere serenamente, sentendosi amato. Ogni bambino ha il diritto di vivere e svilupparsi per se stesso e non rappresentare un mero strumento di potere e/o di soddisfazione narcisistica, come purtroppo accade in alcune situazioni.
La legge prevede che in caso di decadenza della potestà genitoriale per fondati motivi (e per fondato motivo si intende anche una banale dipendenza da alcol e/o sostanze) i consanguinei del minore  vadano interpellati per primi, se fanno richiesta per l'affidamento, ma naturalmente devono sottoporsi al giudizio di idoneità, come tutti gli altri. Drammi di questo genere sono la routine quotidiana in un Tribunale per i Minorenni e di solito non se ne parla così tanto...

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