Il vantaggio di scrivere
Lo so, dopo quasi due mesi di assenza, non dovrei ripresentarmi così come se nulla fosse, senza scuse, né giustificazioni, ma questo è proprio quello che mi accingo a fare adesso e perciò bisogna che noi tutti ci rassegniamo a farcene una ragione: per quanto riguarda me, direi che non ho scelta, voi invece, regolatevi pure tranquillamente come vi pare. Al riguardo (non è la prima volta che lascio andare un blog) qualcuno tempo fa mi ha spiegato (pazientemente) che fare blogging è un impegno piuttosto che un semplice passatempo, vale a dire una cosa rispetto alla quale bisogna conservare un certo ritmo e costanza di pubblicazione. La frequenza delle pubblicazioni non solo sarebbe un requisito necessario (ma non sufficiente) al successo del blog, ma soprattutto una forma di rispetto per i lettori: non è buona educazione deludere l'aspettativa dei propri fallowers in effetti.
Ora quindi se voi avete un blog evitate di seguire il mio esempio, anche perché l'onda del web cancellerà la vostra impronta più o meno come un castello di sabbia sulla battigia ed in breve nessuno si ricorderà della vostra esistenza, del resto anche guardando le cose da questa angolatura, molto dipende dalle motivazioni di un blogger, senza contare poi che tutte le sculture di sabbia sono destinate a disfarsi prima o poi. Bene, dopo questo macchinoso preambolo, torniamo all'argomento del post: il vantaggio di scrivere... intendo dire scrivere piuttosto che parlare.
Parlare con qualcuno o scrivere per qualcuno (che ipoteticamente legge) sono due forme di comunicazione entrambe mediate dal linguaggio verbale. Se parlate in pubblico, ad esempio per una lezione od una conferenza, è probabile che siate in grado di raccogliere un rimando immediato circa l'interesse destato nel vostro pubblico: questo tipo di informazione potrebbe tornare utile nell'aggiustare la centratura del discorso o nel modificare il tipo di linguaggio che state adoperando, suggerendo qualcosa di più efficace in rapporto alla vostra platea, ma potrebbe anche, per così dire , distrarvi dalla tematica che inizialmente avevate a cuore ed indurvi a parlare di cose diverse. Potreste essere interrotti ed essere condotti a deviare dalla vostra traccia originale. Il parlare insomma, anche quando la cosa avviene in situazioni con ruoli ben definiti (oratore e pubblico) implica una velocità di interazione che incide sul flusso e sulla direzione delle parole e dei pensieri che andate esprimendo.
Se voi scrivete un post o un articolo nessuno se non voi stessi può fornirvi stimoli o impressioni mentre lo state scrivendo: riuscirete ad esprimere compiutamente il vostro pensiero senza particolari condizionamenti esterni, non potete prevedere il numero di sbadigli, né il numero di lettori abbastanza interessati da completare fino in fondo la lettura, probabilmente non ci penserete affatto e resterete concentrati sui vostri contenuti ideativi, emozionali o fantastici. Il fatto è che scrivere è innanzitutto un modo di comunicare con se stessi, di oggettivare i propri pensieri e verificarne la tenuta sul piano logico e l'efficacia negli aspetti comunicativo e persuasivo.
Ciao Clara, bentornata prima di tutto .)
RispondiEliminaParlare in pubblico.. no, non ce la fareri.fondamentalmente troppo timida andrei in confusione e mi perderei il filo del discorso.
Scrivere invece è tutt'altra cosa. E anche se parto con un'idea e poi alla fine mi ritrovo ad aver preso altra direzione, mi trovo meglio. Riesco ad esprimere prima di tutto a me stessa quello ho dentro.
Poi comunque in un blog se ci sono commenti il discorso si può sempre allargare.
Buongiorno Patricia e grazie del tuo contributo: si, le persone timide spesso preferiscono scrivere ed in questo caso anche se il discorso segue una strada imprevista, resta qualcosa di meno condizionato nell'immediato e che appartiene a chi scrive. I commenti sono una parte importante del post naturalmente, ma entrano in gioco in un secondo momento ;-)
EliminaCome forse per altri, anche per me è più facile scrivere che parlare, forse anche perché da quando ero bambina sognavo di diventare una scrittrice, una persona che nella vita avrebbe creato, ideato, avrebbe trasmesso tramite le parole scritte i suoi sentimenti, le sue paure, le sue fantasie. Il blog è un modo che ci permette di pubblicare ma questo non ci garantisce che la gente conoscerà quel che scriviamo, soprattutto adesso che il mondo internet è pieno di blog. L'impegno nostro verso il blog e verso il pubblico potrebbe aiutarci in questo senso, quindi anche per questo che mi trovo in accordo con la persona che prima descriveva il blogging come un impegno e non un passatempo. Spero di leggere altri suoi post perché il modo in cui Lei scrive è molto interessante e affascinante.
RispondiEliminaGrazie Florentina, scripta manent: molti artisti e scrittori famosi non erano tali in vita. Credici ed il resto verrà.
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