"Tu non mi uccidi più": libro-denuncia sulla violenza di genere
"Tu non mi uccidi più" è un romanzo di Aluna Pacis pubblicato nel 2014 sul sito ilmiolibro. Una storia, almeno in parte, certamente autobiografica scritta da una donna che ha vissuto da protagonista una vicenda sentimentale malata e violenta: una signora di mezza età, reduce da un matrimonio fallito e che conduce la sua vita fra i ninnoli ed i trofei dei suoi viaggi e della sua cultura alternativa, incontra e si innamora di un giovane ombroso, indecifrabile ed affascinante. Lei cerca ancora l'amore, ma forse anche conferme della sua femminilità e della sua capacità seduttiva. Lei si percepisce in una posizione di superiorità culturale di fronte all'uomo, che viene invece descritto come un lunatico e tuttavia legato alle concezioni tradizionali soprattutto nel rapporto con le donne.
Si tratta di una lettura non facile, imbarazzante in alcuni momenti. L'uomo si rivela ben presto prepotente, prevaricatore, invadente, ma... Aluna è certa di poterlo fare innamorare: lei saprà sedurlo e lui la amerà realmente, piuttosto che limitarsi ad usarla per i propri comodi, come di fatto già avviene con qualche altra donna molto più anziana di lui. Il desiderio e la passione nella intimità, il dissolversi della rabbia e del risentimento dopo ogni litigio al solo vederlo, il ricadere ogni giorno in una disperazione che diventa routine e si ripete uguale a se stessa in episodi ciclici di violenze ed erotismo senza vendetta e senza perdono, fino alla distruzione della rassicurante quotidianità, ricostruita faticosamente nel tempo pezzo su pezzo, fino alla perdita della casa, fino alla paura ed alla fuga, quando finalmente la protagonista comprende che la situazione non è sotto il suo controllo ormai da tempo.
Difficilmente questa potrebbe essere una storia per così dire emblematica della violenza di genere: quella delle donne che restano intrappolate nella rete di doveri e sensi di colpa dei legami familiari, della dipendenza economica, delle responsabilità verso i figli, della condanna sociale per ogni donna capace di ribellarsi e "rovinare" la propria famiglia. Una storia diversa quella di Aluna, da fidanzatini adolescenti, ma che, appunto per questo, mette a nudo aspetti spesso taciuti, che riguardano la dipendenza affettiva il desiderio sessuale, la costruzione-ricostruzione di una identità personale, i giochi di controllo ed infine la paura e la fuga, quella con i soli abiti indosso, quella per salvare la nuda vita.
Pare un libro tosto questo!!!!
RispondiEliminaFrancamente Patricia, mi è costato non poca fatica leggerlo ed un po' di più recensirlo, infatti ho scritto che a tratti è... imbarazzante: senza veli, senza rielaborazione estetizzante tanto nel presentare gli aspetti erotici della vicenda, che quelli emozionali di rabbia e poi svuotamento interno, ripetitività. Non so ad un certo punto si è innescato un rifiuto, ma... forse appunto per questo dovevo commentarlo. Un bacio, a presto.
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