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La manipolazione genetica che sconfiggerà il cancro

Una manipolazione del materiale genetico, capace di rendere il sistema immunitario più aggressivo ed efficace nell'eliminare le cellule cancerogene, è stata accettata per una sperimentazione umana: ne da notizia la rivista Science. Si tratta di una tecnica che utilizza i cosiddetti CRISPR (clustered regulary interspaced short palindromic repeats) vale a dire frammenti di DNA  (batterico o virale) capaci di codificare enzimi che tagliano le eliche del DNA e pertanto  ne facilitano e consentono alcune modificazioni a scopo terapeutico. Il progetto di una sperimentazione clinica su soggetti umani, mirata ad ottenere cellule capaci di uccidere il cancro, ha ottenuto l'approvazione dell'apposito Comitato Consultivo (RAC) dell'Istituto Nazionale della Salute negli Stati Uniti. 

Al momento molte aspettative sono riposte nello sviluppo di questo genere di tecniche: Carl June e la sua equipe hanno iniziato un lavoro pionieristico per ottenere una modificazione genetica dei linfociti T (cellule immunitarie) in modo da dotarle di una specifica sensibilità ad un antigene presente sulle cellule tumorali, ma non su quelle sane (NY-ESO-1) così da armare il sistema immunitario di uno strumento selettivo capace di distruggere esclusivamente le cellule tumorali. La tecnica è stata testata in un piccolo studio per il mieloma multiplo ed ora si intende estenderla ai pazienti malati di leucemia ed altri tipi di cancro. In pratica vengono prelevati i linfociti T dal paziente, queste cellule poi vengono sottoposte al procedimento di modificazione genetica, che le rende specificamente sensibili al particolare antigene delle cellule cancerose, ed infine esse vengono nuovamente infuse nel paziente. Nella piccola sperimentazione già effettuata, malgrado un incoraggiante risultato iniziale, i linfociti T modificati hanno poi perso di efficacia ed hanno smesso di proliferare.

Attualmente sono quindi allo studio tecniche che siano in grado di aumentare la resistenza e l'efficacia del linfociti T ingegnerizzati. La nuova sperimentazione avrà una durata biennale e saranno trattate 18 persone con sarcoma, mieloma e melanoma, che non rispondono ai trattamenti tradizionali. Si tratta di una sperimentazione molto delicata anche in rapporto alle implicazioni etiche legate agli interventi sul materiale genetico umano, ma questo è senz'altro un primo passo importante. 

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