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Onestà intellettuale e dialettica nei social

Formarsi un'idea chiara di cosa si debba intendere per onestà intellettuale è diventato pressoché obbligatorio da alcuni anni a questa parte: da quando cioè la politica si è impadronita dei social media interattivi, sguinzagliando nel web squadre di influencer prezzolati con il compito preciso di condizionare l'opinione pubblica in funzione del proprio tornaconto elettorale. Essere capaci di discutere e di riconoscere le mistificazioni più grossolane, così come le tecniche usate nella discussione per denigrare l'interlocutore, travisare le affermazioni, deviare l'argomento ed altri sotterfugi del genere è divenuto praticamente un must dei nostri tempi proprio perché la correttezza è sconosciuta ai mercati ed a chi deve portare risultati misurabili in like, condivisioni e followers.

In primo luogo vorrei chiarire che la persona intellettualmente onesta è quella che non abusa della propria eventuale superiorità culturale e dialettica per aver ragione ad ogni costo: la persona intellettualmente onesta è innanzitutto quella che cerca di comprendere il punto di vista dell'altro, dove comprendere sta per tradurre nel proprio linguaggio. Praticamente ad esempio, io cerco di capire il concetto fondante dell'altra persona e mi chiedo: io come avrei espresso questa idea in forma convincente? Quando riesco a rispondere, posso dire di aver capito cosa intendeva l'altro e quindi posso confutarlo se la mia convinzione è diversa (rispondendo forse più a me stessa che all'altro).

La tecnica di riuscire ad argomentare in forma convincente qualsiasi tesi ed il suo esatto opposto, veniva utilizzata nell'antica Grecia come esercizio di dialettica ed oratoria dai sofisti e, contrariamente a quanto può sembrare ed a quanto forse comunemente si pensa, questo esercizio non  necessariamente sbocca in una forma di relativismo etico, ma al contrario può rappresentare un esercizio mirato ad affinare la propria onestà intellettuale: attraverso un confronto interno continuo.

Ovviamente l'abilità dialettica è solo uno strumento e tutto dipende da come viene usato: un coltello può tagliare il pane per condividerlo oppure una gola per uccidere ed allo stesso modo è lecito dubitare che l'abilità dialettica venga usata onestamente da tutti coloro che la posseggono, però non è di per sé una cosa buona o cattiva, ma solo uno strumento che può essere usato in modo utile o dannoso, come del resto quasi tutti gli strumenti di cui disponiamo.

In questo post non sarà possibile sviscerare ogni artificio cui è possibile ricorrere o imbattersi nel corso di una discussione, per cui mi limiterò ad alcuni esempi relativi alle modalità più comunemente utilizzate ed abusate, ma prima ancora credo sia il caso di segnalare alcuni aspetti che possono risultare molto rilevanti nella comunicazione. Vorrei cominciare a distinguere in qualsivoglia discorso gli aspetti cosiddetti formali da quelli contenutistici. Semplificando estremamente la cosa  possiamo dire che:
  • L'aspetto contenutistico riguarda il cosa si dice.
  • L'aspetto formale invece il come si dice un qualcosa.
Ora l'interpretazione della comunicazione verbale da parte dell'ascoltatore è frequentemente legata molto più all'aspetto formale che a quello contenutistico. La locuzione più comune ed elementare di questo mondo (ad esempio il classico: -Come stai?-) può sottintendere una moltitudine di diversi significati legati a contesto, intonazione, relazione esistente e così via. 

L'aspetto formale della comunicazione contiene potenti messaggi subliminali che vengono percepiti in modo immediato da chi ascolta come sensazioni proprie dirette e pertanto solo di rado passate al vaglio critico. Ad esempio se io dico esplicitamente: -Stai dicendo una sciocchezza!- chi ascolta può consapevolmente valutare se la mia asserzione sia vera o falsa in base alle argomentazioni che porterò di seguito, in quanto la mia è stata un'affermazione chiara, se invece io tratto l'interlocutore come un idiota, ma senza esprimere chiaramente il mio giudizio, posso trasmettere ad altri la sensazione che questi sia effettivamente un idiota, spesso senza neanche darmi la pena di confutare i suoi argomenti.

L'altro aspetto su cui desidero richiamare l'attenzione è il contesto ed in particolare la presenza o meno di un pubblico alla conversazione: la presenza di un pubblico che valuterà la nostra capacità di affermare il nostro punto di vista, solitamente è una situazione che ci condiziona a concepire come priorità il risultare vincenti nel confronto, dato che questo è quello che può consentirci di acquisire prestigio e consensi. Questo spiega la ragione per la quale la disonestà intellettuale sia così diffusa, specie nei social media, dove tutto avviene nella pubblica piazza del web.

D'altra parte è vero che se io ho una convinzione probabilmente credo che sia quella giusta, se sono molto giovane o inguaribilmente idealista anzi, probabilmente sarò proprio innamorata della mia idea e disposta a difenderla strenuamente. Il concetto è lapalissiano: se credo in un'idea A è perché credo che A sia giusto, diversamente sarei promotrice di un pensiero diverso da A. Questo non vale naturalmente quando io vengo pagata per promuovere un'idea, nel qual caso potrei essere obbligata a sostenerla indipendentemente dalle mie convinzioni personali. I team di esperti della comunicazione, di cui ormai tutti i partiti politici sono dotati, utilizzano le tecniche del social media marketing, quelle pubblicitarie per intenderci, applicandole alle ideologie ed alle prassi politiche. Delle fake news e delle tecniche di condizionamento tuttavia parleremo in un'altra occasione: oggi ci limitiamo ad elencare le più comuni scorrettezze adottate nei confronti e scontri fra fazioni osservabili nel web, di cui alcune sono veramente grossolane, purtroppo!
  1. Denigrazione, ridicolizzazione, intimidazione e minaccia: il vostro interlocutore cerca di sminuirvi in tutti i modi, ad esempio vi insulta (tentando di trascinarvi ad un basso livello) vi ridicolizza, insinua e si sforza di ledere la vostra immagine ed  il vostro prestigio personale e/o professionale. Potreste giustamente desistere per non essere trascinati in un pantano di letame, però non rinunciate a segnalare agli amministratori dei gruppi, ai gestori dei social e quando è il caso alla polizia postale: non sempre questo è possibile, il semplice ridicolizzarvi o insinuare dubbi circa la vostra intelligenza e/o le vostre competenze non necessariamente configura gli estremi di un reato. Segnalate comunque sempre quando certi limiti vengono travalicati. Non risparmiate in ogni caso di rilevare (pubblicamente e civilmente) che l'attacco personale è il rifugio di chi non possiede nessun argomento valido. La risposta pubblica (una sola è sufficiente) serve per rappresentare che non temete lo squadrista in questione e la correttezza con cui vi esprimerete (aspetto formale n.d.r. del vostro fraseggio) a misurare l'abisso che vi separa da gentaglia del genere.
  2. Travisamento dei vostri contenuti: il vostro interlocutore sembra non capire (o fa finta di) oppure di capire una cosa per un'altra. Se voi avete detto, ad esempio, che A non vi piace, lui/lei vi risponderà come se voi gli aveste detto che vi piace B, cosa che voi non avete affatto detto e magari non pensate neanche. In questi casi suggerisco di fare il copia incolla delle vostre stesse parole virgolettate, dimostrando come esse non contengano alcuna delle asserzioni attribuitevi dal vostro disonesto interlocutore, seguite poi da una breve considerazione su ciò che si intende per mistificazione e sulla assoluta mancanza di argomentazioni pertinenti da parte dell'interlocutore. Se vi ha fatto arrabbiare tanto, posso concedervi che avanziate sfumatamente un lecito dubbio sulle sue capacità di comprensione della lingua, ma non esagerate mai. Tenete conto che il travisamento è per lo più volontario ed intenzionale: la baruffa attrae pubblico e... cosa non si farebbe per qualche like in più! Se accade che la persona che vi fa questo giochetto sia qualcuno che consideravate amico, vi suggerisco di ridimensionare fortemente il tipo di relazione che immaginavate di avere con questa persona.
  3. Spostamento dell'attenzione su altro: voi dite qualsiasi cosa e vi viene risposto con qualcosa che non c'entra nulla, ma che sembra un buon argomento per attaccarvi. A volte questo succede perché la vostra considerazione viene assimilata come appartenente ad un determinato gruppo ideologico e di conseguenza vi vengono rovesciate addosso tutte le abituali contestazioni a quel gruppo, ma più spesso la tecnica viene usata per screditarvi e per far passare in ombra le vostre argomentazioni. In questo tipo di spostamento spesso accade che vengano ripetute come un mantra sempre le stesse frasi: attenzione! Potrebbe sembrare povertà ideativa, verbalizzazione stereotipata e mancanza di argomentazioni, ma oltre a poter essere effettivamente questo, considerate che si tratta anche di una tecnica (la ripetizione ed il martellamento continui) che viene utilizzata sia nella pubblicità che in varie forme di condizionamento mentale (o lavaggio del cervello). La ripetizione reiterata infatti permette di acquisire familiarità con il concetto per quanto assurdo esso sia e la nostra mente considera rassicurante ed attendibile tutto quanto le  è familiare e si ripete. Ricordate che chi fa queste cose si sta rivolgendo più ad ipotetico pubblico che a voi.
  4. Una variante dello spostamento è lo sviluppo del vostro pensiero fino a conseguenze arbitrarie e soprattutto palesemente assurde: è una forma di spostamento che comunque tende a screditarvi e/o ridicolizzarvi, sintetizzando in sé attraverso un artificio logico le tecniche 1 e 3.
Per oggi mi fermerò qui perché temo di avere abusato fin troppo della vostra pazienza: desidero ringraziare chi è arrivato a leggermi fino a questo punto.





Commenti

  1. Certamente in politica non esiste l'onestà intellettuale.

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    1. Non è detto Gus: dipende anche da cosa si intende per politica.

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  2. Dico spesso a mia madre che avendo ereditato la sua dialettica, posso essere padrona del mondo.
    In famiglia, ad esempio, potrei decidere tutto da sola, lasciando a mio marito l'illusione di aver deciso al posto mio. Basterebbe portare la discussione dove voglio io. Ma non lo faccio.
    Perché più che quello della dialettica ho il dono dell'onestà. Infatti non potrei mai lavorare in politica. 😉

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  3. Bellissimo tema quello che tocchi in questo post, un tema con infinite variabili.
    La comunicazione, importantissima per arricchirsi, arricchire, confrontarsi, far conoscere, conoscere, rapportarsi... nel virtuale diventa ancora più suscettibile di fraintendimenti e questo perché, il più delle volte, per esempio, se è solo comunicazione scritta, non è supportata dalla comunicazione gestuale, di sguardi, di voce e posture e quindi assai limitata e limitante.
    Per questo motivo, ancor più della comunicazione verbale in presenza, abbisogna di molta cautela, parole chiare, concetti espressi in modo semplice e comprensibile e, soprattutto, di molta elasticità mentale e capacità di andare “oltre”. Ciao Sfinge.
    sinforosa

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    1. Dici bene Sinforosa: la capacità di andare oltre è importante soprattutto nel genere di interazioni di cui si parla qui. Un abbraccio serale.

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  4. Cara Sfinge, ci sono dei cervelli speciali che non ha tutti le sono possibili.
    Ciao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Non lasciamoci ingannare dalle chiacchiere sontuose Tomaso: la vera intelligenza è lungimiranza e come tale può essere volta solo al bene. A volte c'è più intelligenza nelle osservazioni di persone semplici che negli sproloqui di tanti fanfaroni!

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  5. Quel tuo " posso concedervi che avanziate sfumatamente " è un tocco magistrale, giusto per non dimenticarsi di lasciare un margine di sfogo alla spontaneità che supporta l'onestà intellettuale e stimola una risposta che rompe gli schemi.
    Ciao Sfinge, ti abbraccio e ti auguro una buona giornata.

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    1. Ahahahah Sciarada! Il frutto di millenni di civiltà, sennò un "paliatone" agli scostumati non lo toglierebbe nessuno!

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  6. La società, questa società, è complessa e per comprenderla ci vuole cultura e voglia di approfondire. Arrivando certe volte a dubbi più che certezze. Con l'ignoranza imperante vince che dà risposte semplici ma fallaci a problemi complicati. E così l'ignoranza aumenta sempre più.

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    1. L'ignoranza va combattuta, ma il problema più grave spesso è la presunzione.

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    2. La presunzione è figlia diretta dell'ignoranza.

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  7. Infatti è frequente, ormai perfino abituale. Grazie Who.

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  8. IL mondo è complicato. Quello virtuale ancora di più perchè non sempre dietro alle parole c'è sincerità. Non sempre si riesce a capire appieno cosa intende la controparte in quanto si legge ma non si ascolta e non si guarda e quindi le varie intonazioni, la postura, gli occhi dell'altro ci sono negati.
    Col tempo si impara a conoscere l0amico virtuale anche se non è sempre possibile e a volte fraintendimenti nascono e sfociano in diatribe mai più finite.

    Tu hai scritto bene e in questa tua frase c'è la tua onesta e quella che dovrebbe appartenere a tutti
    Ti cito
    la persona intellettualmente onesta è innanzitutto quella che cerca di comprendere il punto di vista dell'altro, dove comprendere sta per tradurre nel proprio linguaggio.

    E poi ti domando: ma quante sono le persone intellettualmente oneste nel mondo virtuale? Meno forse che in quello reale.
    Qui sul web ci si scontra con ottusità, permalosità o interesse personale ancor più che nella vita di tutti i giorni. Forse perchè non ci si guarda negli occhi. O forse anche perchè ci sono i leoni da tastiera che ne approfittano per dire e agire come nella vita reale non farebbero mai. Per timidezza? Vigliaccheria? Chi lo sa!
    La cosa importante è quando li si scopre

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    1. Le persone oneste sono poche, soprattutto nella piazza del web Patricia. Grazie per il tuo contributo.

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  9. La comunicazione è una base importante, ma ci vuole onestà, virtù molto rara.
    Sereno giorno.

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