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Braccianti agricoli: la schiavitù che non si può più nascondere

I braccianti agricoli sono schiavi: esseri umani privi di diritti e senza alcuna dignità riconosciuta, corpi con due braccia, carne da macello comprata per due euro all'ora. Gente che muore per eccessivo sfruttamento, letteralmente di fatica, per mancanza di cure mediche, per condizioni abitative ed igieniche estremamente carenti. Cadaveri nascosti, invisibili alle statistiche ufficiali: se ne parla per qualche giorno solo quando scoppia un caso eclatante, come è successo per il bracciante di origine indiana che lavorava a Terracina e due giorni fa è stato massacrato e gettato in un canale dai suoi datori di lavoro per avere chiesto di poter usare guanti e mascherina. I presidi di protezione in tempo di pandemia sono imposti dalla nostra legge, ma evidentemente non riguardano gli schiavi, almeno non nel modo di pensare dei proprietari di alcune aziende agricole.

Domani 21 maggio è stato proclamato uno sciopero (sacrosanto) dalla USB per l'agricoltura: i lavoratori chiedono una normativa che ampli la possibilità dei braccianti di uscire dalla clandestinità e richiedere un permesso di soggiorno semestrale per la ricerca di occupazione in agricoltura.  Attualmente questa possibilità esiste, ma non è applicabile a coloro il cui permesso di soggiorno sia scaduto prima del 31 ottobre 2019: questa limitazione di fatto lascia fuori dalla sanatoria un gran numero di lavoratori irregolari.

Secondo un articolo pubblicato lo scorso anno sul British Medical Journal tra il 2013 ed il 2019 sono morti nei campi italiani 1.500 braccianti agricoli di nazionalità sia italiana che straniera in seguito ad incendi delle baraccopoli, violenze, incidenti durante il trasporto nei veicoli sgangherati e strapieni dei caporali, per freddo o sotto il sole, per affaticamento e sfruttamento eccessivo ed ancora per impossibilità di accesso ai più elementari servizi sanitari. Sono morti e continuano a morire. La ONG di MSF si occupa da tempo in varie parti d'Italia delle condizioni dei lavoratori agricoli ed all'inizio di quest'anno ha presentato un rapporto sulle condizioni dei braccianti in Lucania: le situazioni descritte sono agghiaccianti e parlano chiaramente di sfruttamento fisico senza alcun rispetto della salute: 
"Sul totale delle oltre 900 visite mediche effettuate, è emerso che: 1 paziente su 3 presentava infiammazioni muscoloscheletriche dovute alle dure condizioni di lavoro nei campi; 1 paziente su 4 presentava problemi medici riconducibili alle condizioni di vita insalubri negli insediamenti informali; più di 1 paziente su 2 riscontrava problemi di accesso al sistema sanitario."

La situazione dei braccianti lucani non è certo un'eccezione: le condizioni di vita e di lavoro sono le stesse da nord a sud in tutta l'Italia. Normalmente le catene della grande distribuzione alimentare pretendono di comprare a prezzi molto bassi dai produttori ed i produttori per poter vendere a prezzi bassi devono disporre di schiavi  tipo usa e getta, perché non c'è dubbio che queste condizioni di lavoro e di vita siano incompatibili con la conservazione di un buono stato di salute psicofisica. Probabilmente pochi di questi invisibili vedono la vecchiaia. 

Il diritto alla vita ed il diritto alla salute sono diritti inalienabili, riconosciuti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani approvata il 10 dicembre 1948 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite:
  • Articolo 1: Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza. 
  • Articolo 2: Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità. 
  • Articolo 3: Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona. 
  • Articolo 4: Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù; la schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma.  
Ora questa schiavitù non può più essere tenuta nascosta. Quando i braccianti sono immigrati molto spesso, grazie a leggi xenofobe, ad essi viene negato il diritto di esistere: resi "irregolari", "clandestini" e rimossi dalla coscienza collettiva, quando non perseguitati ed insultati, continuano a lavorare dalle 12 alle 14 ore al giorno ed a vivere o sopravvivere nelle baraccopoli e lo fanno per pochi spiccioli. Il loro lavoro arricchisce il caporale, arricchisce l'azienda agricola e le catene di distribuzione di generi alimentari e permette a noi di acquistare i pelati a prezzi relativamente economici, ma il prezzo che nascondiamo a noi stessi è la vita di queste persone: bisogna saperlo.

Difficilmente qualcuno degli intermediari e degli sfruttatori sarà disposto ad assottigliare il proprio margine di guadagno: se il governo e le leggi si occuperanno finalmente di questo problema, l'aumento dei costi di produzione si tradurrà in aumento di prezzi al consumo ed anche su questo aspetto è necessario un intervento delle istituzioni capace di regolamentare tutta la filiera della produzione e distribuzione alimentare. Nelle guerre tra poveri vincono solo i padroni.

Commenti

  1. Cara Sfinge, cerco di capire come può succedere tutto questo,
    ma nonostante che cerco di capire mi accorgo che è impossibile.
    Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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  2. Il padrone è una bestia e lo Stato è assente. Certe cose succedono solo
    in Italia. Tutti i sindacalisti sono diventati politi benestanti, oppure sindaci.

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    Risposte
    1. Non sempre i sindacati fanno il loro lavoro, però meglio che ci siano. Lo sciopero di domani è stato indetto dal sindacato.

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  3. Sono sensibile al tema, in quanto nipote di braccianti agricoli.
    Va detto, però, che forme così aberranti di sfruttamento esistono anche in altri settori.
    Da quando hanno ideato i contratti da stagisti, ad esempio, centinaia di minorenni vengono sfruttati in alberghi e ristoranti anche sedici ore al giorno, per 400 euro al mese.
    Ma questo è solo uno dei tantissimi esempi che si celano nel mondo del lavoro italiano.
    Resta che, spero, questa e ogni altra forma di schiavitù vengano debellate prima o poi.
    Magari più prima che poi.

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    1. Certamente e non parliamo poi dei fattorini, i cosiddetti rider e quelli a partita IVA e contratto a termine? Ormai il mondo del lavoro è una giungla, dove homo homini lupus. Che squallore!

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  4. È una delle tante piaghe del nostro Paese, là dove la legalità è quasi inesistente spopolano i caporali che sfruttano e schiavizzano povera gente. Vergogna e vergognoso.
    sinforosa

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    Risposte
    1. Vergognoso è la parola giusta Sinforosa: ma non tutti la conoscono!

      Elimina
  5. Sempre meno diritti, ma la colpa è nostra, non si lotta più.
    Saluti a presto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Siamo indifferenti quasi a tutto a meno che non si tratti di qualche ragazzina che si gratta il naso, nel qual caso si scatena il web per insegnarle l'educazione... uno svilimento Cavaliere!

      Elimina

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